Il «senso di (in)sicurezza» emerge dal rapporto Eurispes Italia 2017
Se in pericolo, il 41,3% dei cittadini ricorrerebbe probabilmente all’uso di un’arma, mentre il 22% è sicuro che lo farebbe
Un terzo degli italiani (33,9%) ha più paura di subire reati rispetto al passato, soprattutto per quel che riguarda furti in casa e aggressioni.
Disagio sociale e disoccupazione sarebbero le cause principali dei fenomeni criminali.
Rispetto a 8 anni fa è cresciuto il numero di chi vorrebbe limitare l’ingresso degli immigrati (dal 6,5% al 14,9%).
Se in pericolo, il 41,3% dei cittadini ricorrerebbe probabilmente all’uso di un’arma, mentre il 22% è sicuro che lo farebbe.
Il 42,7% è contrario all’incriminazione di chi reagisce durante un furto in casa/nel proprio negozio sparando e ferendo/uccidendo gli aggressori e il 48,5% sarebbe d’accordo solo se la reazione non fosse commisurata alla minaccia.
Nel corso degli ultimi 2 anni, la paura di subire reati è aumentata rispetto al passato per un terzo degli italiani (33,9%), per oltre la metà (58,2%) è rimasta invariata e solo per il 7,8% è diminuita. Gli italiani si sentono minacciati dal furto in abitazione (34,8%), a seguire dall’aggressione fisica (15,1%).
Disagio sociale (21,1%), mancanza di lavoro (14,5%), difficile situazione economica (12,5%), eccessiva presenza di immigrati (12,5%), pene poco severe/le scarcerazioni facili (11,2%) sono secondo gli italiani le cause principali della diffusione dei fenomeni criminali nel nostro Paese.
Il problema della criminalità potrebbe essere dunque risolto garantendo la certezza della pena (22,5%) e incrementando l’occupazione (19,7%).
A distanza di 8 anni sono aumentati i cittadini secondo i quali, per contrastare la delinquenza, occorre limitare l’accesso nel Paese agli immigrati (dal 6,5% al 14,9%) e rafforzare il dispiegamento delle Forze dell’ordine (dal 7,2% al 14,6%).
Il 41,3% dei cittadini dichiara che probabilmente ricorrerebbe alle armi se messo in una situazione di pericolo, mentre il 22% è sicuro che lo farebbe.
Poco più di un terzo si pronuncia diversamente: il 25,8% probabilmente non utilizzerebbe le armi sotto minaccia e il 10,9% esclude nettamente tale possibilità.
Il 48,5% dei cittadini è d’accordo con l’incriminazione di chi reagisce durante un furto in casa/nel proprio negozio sparando e ferendo o uccidendo gli aggressori, nei casi però in cui la reazione non sia commisurata al pericolo; il 42,7% è contrario all’incriminazione, mentre l’8,8% sostiene che debbano essere incriminati in ogni caso.
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