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Oggi a Roma la presentazione del Rapporto cave di Legambiente

Il vicepresidente Olivi nella capitale: «L'esperienza del Trentino come esempio di pianificazione virtuosa delle attività estrattive»

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La nuova legge del Trentino in materia di attività estrattive, una delle prime in Italia, come esempio di una pianificazione in grado di agire su più livelli, promuovendo un rapporto virtuoso fra ambiente, lavoro, politiche di sviluppo, trasparenza amministrativa: queste in brevissima sintesi le coordinate dell'intervento pronunciato dal vicepresidente e assessore allo sviluppo economico e lavoro Alessandro Olivi, stamani a Roma in occasione della presentazione del «Rapporto cave 2017» di Legambiente.
Un incontro che ha visto la partecipazione, anche, di esponenti del Governo, del Parlamento, nel mondo delle imprese; il Trentino era l'unica amministrazione territoriale invitata, segno dell'attenzione con cui la nuova normativa provinciale viene seguita anche a livello nazionale.
 
«Grazie alla leva della sua Autonomia, ma anche alla sua capacità di coltivare una visione strategica attorno al tema delle cave - ha detto Olivi - il Trentino può offrire oggi qualche spunto interessante alla definizione di un insieme di regole condivise sul tema. Il settore estrattivo e minerario rappresenta ancora per il Paese un bacino di competenze produttive e di opportunità occupazionali, capaci di delineare una filiera produttiva di qualità. Dobbiamo avere il coraggio però di mettere in campo regole più chiare ed efficienti. Il Trentino, con l'esperienza delle celle ipogee della Tassullo, esempio di economica circolare che coniuga l'attività mineraria alla conservazione delle mele in ambienti sotterranei, ma anche con l'introduzione dell'obbligo della lavorazione al grezzo, con clausole sociali che tutelano il lavoro nei siti estrattivi, e con tutte le altre misure previste dalla nuova legge provinciale, ha dimostrato di essere in grado di considerare questo settore come un ambito di innovazione al tempo stesso economica, sociale e ambientale.»
Unico territorio ospitato oggi a Roma per la presentazione del rapporto di Legambiente, il Trentino è stato preso come esempio virtuoso all’interno di un quadro nazionale che presenta luci e ombre.
 
La crisi del settore edilizio degli ultimi anni ha fatto registrare una riduzione del numero di cave attive (-20,6% rispetto al 2010), ma sono ben 4.752 le cave attive e 13.414 quelle dismesse nelle Regioni in cui esiste un monitoraggio.
Se a queste aggiungessimo anche quelle delle regioni che non hanno un monitoraggio (Friuli Venezia Giulia, Lazio e Calabria), il dato potrebbe salire ad oltre 14mila cave dismesse.
In nove Regioni italiane non sono in vigore piani cava e le regole risultano quasi ovunque inadeguate a garantire tutela e recupero delle aree.
Rilevanti sono, invece, i guadagni per i cavatori: 3 miliardi di Euro l’anno il ricavato dai cavatori dalla vendita di inerti e pietre ornamentali a fronte di canoni di concessione irrisori (2,3% di media per gli inerti e Regioni in cui è gratis).
 
Crescita record per il prelievo e le vendita di materiali lapidei di pregio, con esportazioni in crescita (2 miliardi di Euro nel 2015), ma si riduce il lavoro in Italia nel settore.
Il vicepresidente Olivi, nel corso del suo intervento, ha presentato le linee guida della nuova legge provinciale di settore.
«Alcune delle decisioni contenute nella normativa rappresentano per il settore cave una svolta radicale. In particolare, è stato fissato il principio e l'obbligo della prima e seconda lavorazione in cava, sono state introdotte precise clausole sociali per l'occupazione, è stata imposta la tracciabilità del materiale grezzo, sono stati impostati i futuri bandi di gara su criteri che premiano investimenti e lavoro. Ci siamo dati una legge coraggiosa, che guarda oltre gli equilibri esistenti ed il corto respiro della mera sopravvivenza, che guarda con coraggio e lungimiranza all'interesse di un settore strategico per l'economia trentina.»
La conferenza stampa ha visto la partecipazione di Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente, Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente della Camera dei Deputati, Silvia Velo, sottosegretario del Ministero dell’Ambiente, Paolo Fassa, presidente di Fassa Srl, Salvatore Lisi di AITEC e Serena Majetta di Anas, Direzione Ingegneria e sviluppo di Rete.

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