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Molestie e violenza nei luoghi di lavoro: accordo fra le parti sociali

Sara Ferrari: «In Trentino cresce la consapevolezza» – Ma i numeri sono pesanti anche in Trentino: in 5 anni 2.898 vittime

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Aumentare la consapevolezza dei datori di lavoro, dei lavoratori e dei loro rappresentanti sulle molestie e sulla violenza nei luoghi di lavoro e mettere in campo azione concrete per prevenire e contrastare il fenomeno.
E’ questo l’obiettivo di un accordo quadro firmato oggi a Trento dai sindacati confederali e da 11 organizzazioni di rappresentanza dei datori di lavoro, fra cui Cooperazione, Confindustria, Coldiretti, Confesercenti e Associazione degli Artigiani e Piccole Imprese.
«Un accordo di grande valore che dimostra – ha spiegato Sara Ferrari, assessora provinciale alle pari opportunità che ha promosso l’iniziativa – come in Trentino sia cresciuta notevolmente, grazie anche alle molte iniziative messe in campo dalla Provincia, la consapevolezza della non accettabilità di questo problema sociale. Il fatto che le associazioni di rappresentanza di lavoratori e datori di lavoro si facciano carico direttamente di un impegno attivo e responsabile per contrastare molestie e violenza è davvero molto importante.»
«Negli ultimi 3 anni in Italia – ha evidenziato Eleonora Stenico, consigliera di parità nel lavoro per la Provincia – le denunce per questo tipo di reato sono state circa 400 mila. Ma i casi che non vengono denunciati, che restano dunque impuniti, sono molti di più.»
 

 
Le associazioni datoriali, insieme a Cgil, Cisl e Uil del Trentino, si impegnano a dare un'ampia diffusione all'accordo, in particolare presso i propri associati e presso i lavoratori, a promuovere l'individuazione sul territorio delle procedure di gestione più adeguate per prevenire il fenomeno e a diffondere, all'interno dei contesti organizzativi, il principio dell’inaccettabilità di ogni atto o comportamento che si configuri come molestia o violenza nei luoghi di lavoro.
Verranno, inoltre, promosse iniziative di informazione e formazione all'interno delle aziende, verificando la possibilità di accedere alla formazione prevista dalle norme vigenti e dai contratti.
Le parti si impegnano anche ad attivare un percorso di formazione specifica per dirigenti sindacali/operatori e delegati sindacali e per i rappresentanti delle parti datoriali.
Infine, è stato deciso di istituire un tavolo di monitoraggio che, attraverso una valutazione del fenomeno, sia in grado di proporre azioni di sensibilizzazione degli attori che sul territorio sono chiamati ad occuparsi del tema a vario titolo.
 

 
Il Trentino sembra più virtuoso, anche se magari si preferisce solo denunciare meno.
Fatto sta che a livello nazionale le molestie sono quantificate sul 20% dell’intero personale femminile, mentre in provincia di Trento si parla di un 6%.
Merita comunque leggere i numeri forniti dalla ricerca effettuata in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne dello scorso 24 novembre, perché si tratta comunque di un fenomeno inaccettabile per una società civile.
Nel quinquennio dal 2011 al 2015 le denunce sono state in Trentino 2.898. Secondo la Consigliera di Parità Eleonora Stenico si tratta del 10% dell'intero.
La percentuale maggiore delle violenze è stata commessa dall’ex partner (21%), seguita a una distanza dal partner (20%). Al terzo posto comunque è ancora un conoscente (17%), seguitro da un altro familiare (9%).
Il 17% dei colpevoli sono sconosciuti alla vittima, a dimostrazione che le violenze avvengono soprattutto in casa.
Solo - si fa per dire - il 3% dei molestatori è rappresentato dal datore di lavoro.

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