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Immigrazione in Trentino: il trend conferma il calo

Il Rapporto 2016 del Cinformi conferma la flessione fra gli stranieri residenti e il loro apporto al «sistema Trentino»

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È ancora in diminuzione il numero dei cittadini di origine straniera residenti in Trentino.
Un dato che, dopo la svolta «storica» registrata dal precedente Rapporto Immigrazione, viene confermato dall'edizione 2016 dello studio realizzato dal Cinformi e curato dai sociologi Maurizio Ambrosini (Università di Milano), Paolo Boccagni (Università di Trento) e Serena Piovesan (area studi e ricerche Cinformi).
Il Rapporto è stato presentato stamane presso il Dipartimento della Conoscenza della Provincia autonoma di Trento.
Accanto alla flessione fra gli stranieri residenti (dovuta in parte alle acquisizioni di cittadinanza), il Rapporto mette in luce una crescente difficoltà di inclusione dei migranti nel mercato del lavoro, ad eccezione della componente femminile nel settore di cura.
Il quadro complessivo evidenzia, tuttavia, il radicamento degli stranieri nel mondo produttivo locale e il loro apporto al «sistema Trentino», anche se in posizioni precarie. Difficile quindi – affermano i curatori dello studio – immaginare un'economia trentina senza il lavoro dei cittadini immigrati.
 

 
Stamane ha aperto i lavori l'assessore provinciale alla Salute e Politiche sociali Luca Zeni.
«Stiamo attraversando – ha detto l’assessore – un momento storico difficile, caratterizzato da da un clima spesso ostile rispetto al tema immigrazione.
«Il flusso di informazioni da cui siamo bombardati su questo argomento rischia di farci costruire un’idea distorta del fenomeno e proprio per questo motivo è importante analizzare la presenza dei migranti sul territorio e trasmettere questa conoscenza alla comunità.
«Il Rapporto del Cinformi ci consente quindi di mettere a fuoco la nostra visione, smontando il mito dell’‘invasione’ a favore di una positiva convivenza.
«Non dobbiamo dimenticare, peraltro, l’apporto demografico dei cittadini di origine straniera e il loro contributo lavorativo al Sistema Trentino.
«Una positiva accoglienza, per la generalità dei migranti ma anche per i richiedenti asilo, si traduce in una positiva integrazione. In questo percorso valorizziamo il lavoro di rete fra istituzioni, terzo settore e intera comunità.
«Grazie a questa sinergia – ha concluso l’assessore – in Trentino possiamo attuare un modello di accoglienza diffusa e di valorizzazione dei richiedenti asilo, anche attraverso esperienze formative; esperienze da cui nascono occasioni di incontro, dialogo e quindi integrazione.»
 

 
 Profilo socio-demografico degli immigrati in Trentino 
Al primo gennaio 2016 sono 48.466 i cittadini stranieri iscritti ai registri anagrafici della provincia di Trento. L’incidenza sulla popolazione totale è del 9%.
Rispetto all’anno precedente, si registra una diminuzione di 1.638 persone immigrate, ovvero del 3,3%. Concorre a spiegare questo calo soprattutto l’elevato numero di acquisizioni di cittadinanza italiana.
I cittadini immigrati in Trentino provengono in particolare da Romania (10.206), Albania (6.406 persone), Marocco (4.121), Macedonia (2.830) e Moldova (2.695).
Le presenze più elevate di persone straniere si riscontrano nel territorio della Valle dell’Adige (13.351 residenti stranieri, 13.127 immigrati nel comune di Trento), in Vallagarina (8.789 residenti, di cui 4.853 nel comune di Rovereto) e nell’Alto Garda e Ledro (5.017 residenti stranieri, di cui 2.062 a Riva del Garda).
Nel corso del 2015 sono nati in provincia di Trento 864 bambini da entrambi i genitori stranieri (17,9% del totale), un dato in crescita rispetto all’anno precedente. 1.270 sono invece i neonati che hanno almeno un genitore su due di cittadinanza non italiana.
Il lavoro rimane la voce relativamente più diffusa nella generalità dei permessi di soggiorno rilasciati o rinnovati nel 2015, ma rispetto agli anni scorsi si evidenzia una diminuzione rilevante sul totale dei permessi di soggiorno (-14,3%). Si registra contestualmente un aumento elevato dei permessi di soggiorno per richiesta di asilo politico (+130,5%) e per motivi umanitari (+28,2%).
 
 Dai famigliari ricongiunti ai neo-cittadini italiani 
Sono state circa 300, nel corso del 2015, le richieste di ricongiungimento familiare, il 2% in più rispetto all’anno precedente. I famigliari ricongiunti nel 2015 sono stati 163, principalmente coniugi e figli, e solo nel 4,3% dei casi genitori.
Nel 2015 le acquisizioni di cittadinanza italiana sono quasi raddoppiate rispetto al 2014. Sono diventate italiane 2.119 persone di origine straniera, in quasi il 90% dei casi attraverso il canale della «naturalizzazione».
 
 Casa e mercato abitativo 
I dati di edilizia abitativa in Trentino indicano che nel 2015 sono state ammesse a beneficio il 9,5% delle 1.971 domande in graduatoria per l’alloggio pubblico presentate dai cittadini comunitari e l’1,9% delle 1.443 domande di cittadini non comunitari.
 
 Presenza nel sistema scolastico 
Nell’anno scolastico 2015/16 gli alunni stranieri iscritti nelle scuole della provincia sono 9.679, in calo dello 0,6% rispetto all’anno precedente.
L’incidenza straniera sul totale rimane all’11,9%. I nati in Italia rappresentano il 65,5% dei bambini e ragazzi stranieri.
 
 Accesso ai servizi sanitari 
Al 30 giugno 2016 sono 48.455 i cittadini immigrati che risultano iscritti al sistema sanitario provinciale. Sono in forte aumento i documenti rilasciati a stranieri in condizioni di precarietà (+47% rispetto all’anno precedente), anche per effetto dell’incremento delle migrazioni per richiesta di protezione internazionale.
Gli accessi al pronto soccorso da parte dei cittadini stranieri, inclusi i comunitari, rappresentano il 14,6% del totale degli accessi, mentre i ricoveri l’8% del totale.
 
 Occupazione degli immigrati in Trentino 
I dati confermano un radicamento degli immigrati nell’economia locale, sebbene in posizioni spesso precarie, legate a fabbisogni stagionali, debolmente qualificate. Gli occupati stranieri sono 21.600, senza contare il lavoro stagionale.
Quanto alla distribuzione settoriale, prosegue la crescita dei servizi che assorbono ormai quasi sette occupati stranieri su dieci, con alberghi e ristoranti che danno lavoro a più di un immigrato su dieci, sopravanzando il commercio.
L’industria continua a calare, incidendo per poco più di un quarto e registrando nel 2015 un tonfo nel manifatturiero.
Si conferma la stabilità del settore dei servizi domestici e assistenziali. Dei 6.162 lavoratori domestici registrati nel 2015, sono di origine straniera 4.940 persone. Dunque, in Trentino, su cinque persone occupate nel settore, quattro rimangono immigrate.
Le assunzioni degli immigrati nel 2015 tornano a far registrare un lieve incremento (+1,5% rispetto al 2014). Gran parte degli inserimenti si concentra in due settori ad alta stagionalità, ovvero il turismo e i pubblici esercizi.
Le assunzioni di stranieri mantengono un’incidenza molto marcata nel mercato del lavoro trentino: tre assunzioni su quattro in agricoltura, più di una su quattro nell’industria e quasi una su quattro nei servizi.
Aumentano anche i titolari di impresa nati all’estero. Al 30 settembre 2016 si registrano 2.481 imprese con un titolare immigrato.
L’incidenza sul totale delle imprese in Trentino è dell’8,7%. Gli imprenditori immigrati sono attivi soprattutto nel trasporto e magazzinaggio (21,6%), nelle costruzioni (19%) e nei servizi alle imprese (18,3%).
 
 Progetto di accoglienza straordinaria di richiedenti asilo in Trentino 
Nel corso del 2016 sono stati accolti in Trentino 1.267 migranti, mentre sono state 735 le persone uscite dal progetto di accoglienza. Al 31 dicembre 2016 erano presenti in accoglienza 1.226 persone: 1.042 di genere maschile e 184 di genere femminile.
La presenza maggioritaria è quella di nigeriani, pakistani e maliani. A fine 2016 erano 42 i territori comunali interessati dall’accoglienza straordinaria, 18 dei quali con più di 10 persone accolte.
Comunque, il 66,5% delle persone in accoglienza gravita sui territori comunali di Trento e Rovereto.
 
 Progetto di accoglienza ordinaria (SPRAR) 
Durante il 2016 nel progetto SPRAR (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) sono state accolte 199 persone, di cui 34 donne e 165 uomini.
I principali paesi di provenienza sono Pakistan, Nigeria e Mali. Le persone che nel 2016 hanno ottenuto una risposta alla propria domanda di protezione sono state 77: ad oltre la metà è stata riconosciuta una qualche forma di protezione.
Oltre all’attività di presa in carico sociale di persone in condizioni di vulnerabilità particolare e a quella di supporto psicologico, è proseguita quella di orientamento al lavoro e alla formazione.
Nel 2016 sono stati infatti seguiti 115 tirocini e nello stesso periodo 62 persone hanno trovato lavoro (43 a seguito di un tirocinio, le altre grazie alla ricerca lavoro individuale).

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