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«Cassa del Trentino dà i numeri! E che numeri!»

Il «J’accuse!» delle Società di nuoto di Trento e del Comitato Regionale della Federazione Italiana Nuoto sullo studio di fattibilità del nuovo centro natarorio

Dopo aver letto quanto scritto dalla stampa locale, l’Adigetto.it compreso, che ha riportato la voce delle Istituzioni, le quattro società di Trento e dal Comitato Federazione Italiana Nuoto in Trentino hanno diramato l’accorato comunicato che riportiamo qui di seguito.

Con riferimento a quanto apparso sui quotidiani in merito alla nuova piscina cittadina ed alle proposte progettuali presentate da Cassa del Trentino su incarico del Comune di Trento per lo studio di fattibilità economico-finanziaria di un nuovo centro natatorio, il Comitato regionale della Federazione Italiana Nuoto e le quattro società natatorie di Trento desiderano esprimere le proprie perplessità e il proprio rammarico: Cassa del Trentino dà i numeri! E che numeri!
Ancora una volta si prende spiacevolmente atto che sulla questione sono state interpellate e ascoltate moltissime persone, fuorché chi realmente di piscine se ne intende.
Non si capisce perché le amministrazioni comunale e provinciale siano così tanto restie ad una collaborazione con il mondo sportivo ed intendano procedere in autonomia anche a fronte di una espressa e legittima richiesta di coinvolgimento da parte degli addetti ai lavori.
 
Più volte il presidente della Federazione Italiana Nuoto Paolo Barelli (e Presidente della Ligue européenne de natation, in acronimo LEN che è la federazione continentale europea di governo e coordinamento degli sport acquatici) continuamente aggiornato e interessato alla vicenda, si è dichiarato disponibile a venire a Trento per avere un confronto sincero e diretto con le amministrazioni locali per collaborare ed aiutare a scegliere il modello di piscina più idoneo sia sotto il profilo dell’attività sportiva, sia sotto il profilo della gestione organizzativa e amministrativa.
Sulla base di tali scelte e sulle esigenze di entrambe le parti, si potrà successivamente determinare il costo dell’impianto.
Non si cerca né si vuole costruire cattedrali, né spendere più di quanto non sia necessario o di sperperare denaro pubblico.
Certo però che non si sta parlando di vasche da bagno e nemmeno di laghetti per le ninfee…
 
Davvero non si capisce realmente quale sia la volontà della nostra amministrazione nell’ignorare tale richiesta e nel continuare ad escludere la possibilità di una collaborazione in senso stretto, per valutare al meglio le opportunità e le esigenze di entrambe le parti.
E così si procede per tentativi, con progetti ipotetici e surreali, che hanno a dir poco dell’improponibile.
Si apprende ad esempio dalle cronache dei giornali, di una possibile vasca unica per le due discipline del nuoto e dei tuffi con misure di 51,50 x 21 metri, idea inaudita che per dirla in parole povere «assurda»: tale impianto infatti non si potrebbe sfruttare se non per la sua lunghezza, ma non per la larghezza, visto che la misura minima per le competizioni è di 25 metri.
Una seconda ipotesi progettuale prevede due vasche separate, una per il nuoto ed una per i tuffi, ma quest’ultima solo per gli allenamenti.
 
Alla fine è spuntata anche una terza idea che prevede la chiusura non solo di una piscina come già si era detto fin dall’inizio (la Manazzon), ma addirittura anche di una seconda vasca, ovvero la «Ito del Favero» nel quartiere di Madonna Bianca a Trento Sud.
Il passo successivo sarà sicuramente quello di modificare la vecchia piscina Olimpica al CS Manazzon, così non avremo mai più la possibilità di allenarci all’aperto.
Scomparirebbero così ben 24 corsie ed a farne le spese sono sempre i nuotatori ed i cittadini che si vedranno costretti a dividersi il poco spazio tra loro.
Sembra che il motto sia: MENO SPAZIO PER TUTTI ed in particolar modo per il Nuoto.
 
Si parla di un milione e trecento mila euro di conti in rosso nella gestione delle piscine comunali.
Sono tanti è vero, ma vi sono più di 400 mila accessi annui con quattro Società che si rapportano quotidianamente con il sociale e la promozione sportiva insieme al nuoto libero.
Il solo Stadio Briamasco, tanto per fare un esempio, porta 14 mila euro all’anno di entrate a fronte di 170 mila euro di perdite.
E tutti i campi da calcio insieme producono un disavanzo di un milione e 100 mila euro, poco inferiore a quello delle piscine.
 
Passando dal calcio alle palestre si evidenzia che il PalaTrento, dove giocano le massime due squadre di serie A di basket e volley, da solo ha un conto in rosso di 400 mila euro all’anno.
Un passivo che, sommato alla voce di tutte le altre palestre, sale ad un disavanzo di due milioni e 600 mila euro. Esattamente il doppio delle piscine.
E allora la domanda è lecita: perché solamente per il mondo del nuoto si prevede di «pagare» lo scotto della gestione deficitaria di tutti gli altri impianti cittadini? Perché i sacrifici dovranno farli solamente i nuotatori?
Se dev’esser fatta una razionalizzazione dei costi, ciò dovrebbe competere a tutte le discipline sportive, ognuna per la sua parte.
 
La Federazione Italiana Nuoto che in tutto il Trentino conta più di 12.000 tesserati, così come tutti i cittadini appassionati e tutti i genitori che desiderano che i propri figli abbiano la capacità di galleggiare in un ambiente a volte pericoloso come il mare o i tanti laghi del Trentino, vogliono poter finalmente disporre di un impianto che risponda alle esigenze di uno sport la cui conoscenza può anche «salvarti la vita» e che oltre al Nuoto comprende altre discipline, vale a dire i Tuffi, la Pallanuoto, il Nuoto Sincronizzato, il Nuoto di Fondo e il Nuoto per Salvamento, per i quali non esistono impianti idonei in tutto il Trentino.
Il timore, ora più che mai, da parte delle Società sportive della città di Trento è davvero grande a fronte delle bizzarre proposte che si leggono sui giornali, soprattutto perché in questa «bagarre» politica, prima ancora che sportiva, la Federazione Italiana Nuoto continua a non essere interpellata e la collaborazione che si intende offrire continua ad essere ignorata.
Non si considera, ad esempio, che i dati che la Federazione Nuoto potrebbe fornire sarebbero utili suggerimenti - gratuiti - al di sopra delle fazioni politiche? Con la possibilità di comparare non solo le migliori piscine italiane, ma anche tutte quelle Europee?
 Evidentemente questi «dettagli» ai nostri amministratori non interessano.
 
Se la nuova piscina Olimpica avrà quelle caratteristiche moderne ed all’avanguardia che tutti auspichiamo attirerà l’attenzione non solo del Nuoto nazionale ma anche di quello internazionale ed in quest’ottica è giusto che la Provincia intervenga a supporto dell’Amministrazione comunale.
Non vogliamo che sia l’ennesima incompiuta. (vds. Stadio del Ghiaccio, PalaTrento) Attendiamo di poter valutare, il report redatto da Cassa del Trentino di cui, purtroppo, si possono leggere solo delle anticipazioni giornalistiche negative.
Le Società, il Comitato Trentino, la Federazione Italiana Nuoto rimangono sempre e comunque in attesa di un auspicabile confronto con l’Amministrazione Comunale ed i suoi Tecnici.
 
Le Società di nuoto della città e il Comitato Regionale della Federazione Italiana Nuoto.
Rari Nantes - Trento CSI Trento - Nuoto Buonconsiglio - Nuoto Nuotatori Trentini 
 
Comitato FIN Trentino
Il Presidente Mario Pontalti

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