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Cristina Castellani, l’imprenditoria femminile – Di M. Bornancin

L'esperienza e il dinamismo di una piccola impresa: tra tradizione ed innovazione

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La rubrica «Scenari» continua con nuovi incontri a rappresentanti d’imprese locali, dove la presenza femminile rappresenta nuovi modelli di fare impresa, dove la storia e la tradizione si confrontano con l'innovazione, dove «l'essere famiglia» dentro le piccole imprese diventa un saper resistere comunque.
Affrontare le questioni legate all'imprenditoria femminile, nella gestione di piccole imprese è importante anche per l'evoluzione del lavoro è cercare di dare un'informazione diversa, ma nello stesso tempo è scambiare opinioni, idee, è affrontare i temi del futuro e sulle prerogative della terra trentina.
Un tentativo per raccontare quelle esperienze d'imprese storiche trentine e/o realtà produttive meno conosciute, oppure di quelle piccole imprese nate da invenzioni, nuove tecnologie e ricerche provenienti dagli istituti privati e pubblici che operano nel nostro territorio o che coprono settori tradizionali conosciuti, ma dove l'opinione generale non pone grandi attenzioni.
 
Alcune storie di percorsi di affermazione del valore delle donne, che riescono oggi ad applicare le naturali capacità dell'essere «imprenditrici» nella gestione del lavoro, o nei successi delle proprie aziende, possono comunque essere momento di conoscenza.
Oggi dove vi è un’elevata forma d’incertezza in tutti i settori produttivi e dei servizi, rimane costante l'obiettivo di migliorare la produttività e il lavoro per migliorare la vita dell'azienda, quest0 è lo spirito imprenditoriale che si presenta nella realtà e che fa parte del patrimonio delle piccole imprese, dove la presenza femminile è spesso determinante per lo sviluppo del sistema aziendale.
In questo periodo ogni imprenditore è chiamato ad affrontare le complessità dell'ambiente esterno in continua crescita e quindi sorge la domanda: come far fronte a questa complessità esterna?
Una produzione anche di servizi non può far a meno dell'efficienza e dell'innovazione, dell’intraprendenza personale.
 
Gli imprenditori quindi diventano ponte tra la complessità esterna e l'organizzazione interna, attraverso forme di esplorazione, di possibilità nuove, di produzioni e di vita.
Forse le nuove sfide che si affacciano velocemente nel sistema produttivo si possono vincere insieme uomini e donne, in un percorso basato su strategie comuni di crescita e collaborazione.
Ecco perché è necessario continuare su questo cammino, guardando al futuro, occorre pertanto partire da qui, in conformità a questi nuovi paradigmi, per orientare nuovamente la realtà economica trentina e del nostro Paese.
 
Oggi incontriamo un'imprenditrice che fa parte di una storica azienda del trentino meridionale, operante nel settore dei trasporti per conto terzi, di merci e di materiali pericolosi.
Un comparto che ha incontrato nella liberalizzazione del trasporto stradale non poche difficoltà, in particolare per l’attuazione dei regolamenti europei e per la mancata armonizzazione della legislazione dei Paesi membri dell'Unione europea.

 

Si tratta della C.I.T. Castellani Inerti Trasporti S.r.l. di Chizzola – Ala (TN).
Un'impresa che nasce nel 1979, ma il fondatore e prima ancora il padre effettuavano già trasporti di pietre e marmi nella zona di Ala e nel vicino veronese.
Nel primo decennio, l'azienda si è occupata di trasporti, di estrazione d’inerti e poi dal 1990, l'attività si è interamente concentrata e sviluppata nel trasporto di merci pericolose e rifiuti per conto terzi, prima a livello nazionale, poi dal 1997 europeo e internazionale.
La crescente complessità legislativa e l’attività con nuovi mercati, richiede molto impegno e costante competenza, flessibilità, inoltre la capacità di offrire al cliente un servizio, non solo di mero trasporto delle merci ma assistenza e collaborazione con l'approntamento di servizi, rispetto delle leggi, tempi di guida e consegna delle merci, affidabilità dei mezzi, attrezzature moderne, sicurezza per il conducente.
Queste sono, di fatto, i piani d'azione di una realtà del settore trasporti.
Con questo incontro si è cercato di esplorare un settore non comune, che comunque rappresenta una fetta importante dell'economia trentina e nazionale.

L'imprenditrice è Cristina Castellani (Affari generali e amministrazione) che ricopre l'incarico di Amministratore delegato della C.I.T. S.r.l. e che assieme ai fratelli Gianni (commerciale) Fulvio (manutenzione e acquisti) Serena (contabilità), gestiscono questa impresa a conduzione familiare che ha raggiunto i 38 anni di presenza sul mercato.
Ecco alcuni passaggi dell'incontro con Cristina Castellani
 
 
 
 
 
 
Cristina Castellani.

 
Cristina, parliamo del settore cui opera la vostra azienda di famiglia e della sua storia, cosa può dire?
«Ci occupiamo di trasporti conto terzi da sempre, in particolare di trasporto di materiali pericolosi: di rifiuti industriali, edili, infiammabili, chimici, solventi, farmaceutici.
«I nostri clienti maggiori operano nel Trentino, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e alcuni Paesi Europei e internazionali.
«Sono tutte sostanze che richiedono sicurezza del trasporto, attenzione da parte del conducente, rispetto delle leggi e regolamenti che non sono mai uguali nei vari paesi che sono attraversati dal mezzo di trasporto, garanzia per il cliente.
«Oggi vi è una maggior concorrenza sia europea sia trentina, le imprese che svolgono l'attività di trasporti generali, coprono vari spazi affittando i mezzi e i conducenti per incrementare i propri fatturati, che per ridurre i costi di gestione.
«Vi è ancora un notevole divario dei costi del conducente tra i Paesi dell'EST e quelli della c.d. vecchia Europa. Dato confermato anche da una ricerca dell'Istituto CNR da poco presentata alle categorie economiche e sociali italiane.
«La nostra impostazione si è sempre basata sulla qualità, sulla garanzia dei mezzi, sulla sicurezza degli orari di consegna, sul miglioramento della vita dei lavoratori.»
 
«Uno stato di miglioramento del settore, sarà sicuramente dato dalla recente sottoscrizione di un piano d'azione del settore autotrasporto merci, che va a far convergere le misure nazionali di attuazione dei regolamenti europei, armonizzare le pratiche di controllo, rafforzando le collaborazioni e riducendo gli eventuali abusi o illegalità nell’attività dell'autotrasporto.
«Questo documento, sollecitato da ANITA (Associazione Nazionale Imprese Autotrasporto) di Confindustria cui noi aderiamo, è stato firmato dai seguenti Paesi: Italia, Austria, Belgio, Germania, Danimarca, Norvegia, Svezia e Lussemburgo.
«Mancano all'appello altri Paesi compresi quelli dell'Est Europa che devono adeguare le proprie disposizioni legislative in materia.
«Un accordo questo che mira a promuovere una politica unica e integrata per la tutela dei diritti sociali dei lavoratori, della sicurezza stradale, in ultima analisi anche a difesa delle imprese.
«La nostra è una piccola impresa che occupa attualmente 9 dipendenti compresi i fratelli soci, di cui 2 donne. Il lavoro è effettuato tutto l'arco dell'anno anche perché le imprese nostre clienti producono a ciclo continuo.»
 

 
Appunto, donne in azienda; cosa dice della sua esperienza, prima con il padre ora con i fratelli?
«Io lavoro nella nostra azienda da 26 anni, con l'aiuto di mio padre, poi nel 1990 ho cominciato a occuparmi di contabilità, oggi copro varie funzioni sia nell'amministrazione, che finanziarie e organizzative.
«Devo dire, che per me, essendo la nostra una piccola impresa è stato naturale entrare in azienda, e dopo le difficoltà iniziali, mi sono appassionata e oggi insieme ai fratelli, portiamo avanti con impegno e determinazione un'attività inserita in un settore in continua evoluzione.
«Le piccole imprese oggi fanno fatica a proseguire, anche per il continuo affacciarsi di nuovi sistemi di burocrazia che a volte toglie la voglia di proseguire; ma noi siamo sempre resistiti, siamo sempre andati avanti anche perché è lo spirito e gli insegnamenti dei nostri genitori ci hanno dato e continueranno a darci la forza di proseguire.
«Puntiamo sull'offerta di una qualità dei servizi per i nostri clienti, questo, oramai diventato un metodo giornaliero di lavorare nell'attività aziendale che ci pone nelle condizioni di avere risultati buoni e di ben sperare per il futuro.
«Oggi è necessario più di sempre semplificare ulteriormente le procedure e sostenere maggiormente le piccole imprese che assumono donne, questo, diventa un bene per l'impresa e per la famiglia stessa, per la comunità, per il Trentino.»
 

Serena, Fulvio e Gianni.
 
A proposito di Trentino come vede questo territorio oggi?
«Il Trentino è visto come un'oasi felice, dove c'è un certo benessere, ma credo debba essere rilanciato da più parti.
«La Provincia ha aiutato negli anni, tutti i settori dell'economia, ora purtroppo deve fare i conti con meno risorse, con la crisi che comunque rimane, nonostante qualche segnale di ripresa. Questa è una situazione che si ripercuote anche sui nuovi progetti di sviluppo delle aziende, non tralasciando le piccole imprese.
«Forse è necessaria una nuova impostazione, quella del camminare più da soli senza pretendere o sperare nell'aiuto dell'Ente pubblico.
«Anche la selezione nelle concessioni degli aiuti alle aziende deve essere più attenta alle piccole imprese che assumono nuovo personale, che si addentrano in progetti d’innovazione, di creatività, che quindi incrementano le proprie produzioni e i propri servizi.»
 
Come vede gli incubatori per la nascita di nuove imprese?
«È certamente un buon criterio di partenza, soprattutto per le nuove invenzioni industriali e produttive, ma importante oltre al rischio economico e finanziario è che tutto questo porti a nuove imprese che riescano a creare produzione, occupazione giovanile molto qualificata e preparata. Questo oggi è necessario anche per la competizione di altri territori che giornalmente si presenta sul mercato.
«Solo con un maggiore e migliore dialogo tra i vari attori della realtà locale: università, categorie economiche, imprese e istituti di ricerca, si può riuscire a rilanciare il Trentino e a mantenere quelle posizioni di qualità complessiva che sono presentate da varie statistiche economiche e sociali durante l'anno.»
 
Come ultima considerazione cosa ritiene di dire?
«Lavorare insieme, affinché il Trentino possa essere ancora per molto tempo considerato come fiore all'occhiello del patrimonio economico e sociale italiano. Tutti dobbiamo guardare avanti e impegnarci per un nuovo sviluppo.»
 
Cristina, grazie con un augurio di nuovi successi per la vostra azienda.
 
Maurizio Daniele Bornancin

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