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Pollice verde cosmico: è tempo di raccolto sulla ISS

Sulla «casa spaziale» ferve l’attività agricola a gravità zero: la coltura di Tokyo Bekana, una varietà di verza, renderà più gustoso il menu degli astronauti

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La «serra cosmica» è nuovamente sotto i riflettori, dopo aver visto crescere con successo, in condizioni di microgravità, piante di lattuga rossa romana e fiori di zinnia.
«Veggie», la facility della NASA collocata sulla Stazione Spaziale e ideata proprio per esplorare la possibilità di sviluppare coltivazioni in ambienti controllati per missioni di lunga durata, è stata protagonista di un nuovo raccolto, avvenuto lo scorso 17 febbraio.
Dopo la parentesi floreale, che lo scorso anno ha visto nel ruolo di appassionato coltivatore di zinnie l’astronauta della one-year mission Scott Kelly, la produzione del sistema di coltura - nella versione Veg-03 - si è rivolta nuovamente a piante commestibili con una particolare varietà di verza cinese, la Tokyo Bekana (foto di copertina).
Il nume tutelare di questa coltura è stata l’astronauta Peggy Whitson della NASA (in basso a destra), che sul suo profilo Twitter @AstroPeggy ha condiviso con i suoi followers l’entusiasmo per aver potuto mettere alla prova il proprio pollice verde anche nello spazio.
Il raccolto di verza cinese sarà in parte destinato all’alimentazione degli astronauti e in parte conservato per essere rispedito sulla Terra, dove sarà inviato al Kennedy Space Center della NASA per una serie di test scientifici.
È la prima volta che questa tipologia di verdura a foglia viene coltivata nello spazio ed è stata scelta dopo un accurato processo selettivo, basato su criteri quali, ad esempio, la capacità di crescita, i valori nutritivi e il gusto.

Peggy Whitson raccoglie la Tokyo Bekana (Credits NASA).

Il sapore della verdura ha giocato un ruolo molto importante, dato che spesso gli astronauti hanno riferito di avere il senso del gusto affievolito mentre sono in missione e di essere costretti ad aggiungere al cibo condimenti di vario genere.
Questa sensazione di affievolimento sarebbe dovuta, secondo gli studiosi, al comportamento dei fluidi corporei che, in microgravità, si muovono ugualmente in tutto il corpo invece di dirigersi verso il basso come avviene sulla Terra.
Quindi, gli astronauti si troverebbero in una situazione simile ad una congestione da raffreddore e questo influenzerebbe il senso del gusto.
L’agricoltura in orbita è un filone di ricerca particolarmente sentito dalla NASA, anche in previsione di future missioni verso Marte, e contempla ulteriori sviluppi a cominciare da Veggie.
Nella tarda primavera di quest’anno, infatti, la 'serra cosmica' farà il bis: sarà inviata sulla ISS una sua gemella per consentire ulteriori esperimenti su piante e ortaggi, comparando le colture.
Sempre nel corso di quest’anno, Veggie accoglierà un altro tipo di coltivazione, quella dell’Arabidopsis, una piccola pianta fiorita appartenente alla famiglia delle Brassicacee che sarà impiegata per esperimenti di genetica, mirati soprattutto a comprendere quali meccanismi vengono messi in atto dalle piante per crescere in un contesto completamente diverso da quello usuale.
Veggie, infine, sarà affiancato da un nuovo e più grande sistema di coltivazione a gravità zero, l’Advanced Plant Habitat della NASA (qui un'immagine del prototipo), il cui lancio è previsto verso la fine del 2017.
 
Valeria Guarnieri

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