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«Mario Sironi nella Collezione Allaria» – Di Daniela Larentis

La mostra curata da Alessandra Tiddia e Daniela Ferrari per il Mart di Rovereto verrà inaugurata domenica 5 marzo – Resterà aperta fino all’11 giugno 2017

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Mario Sironi, Nudo bianco, (1946-1947), Mart, Collezione Allaria.
 
Verrà inaugurata domenica 5 marzo 2017 al Museo di arte moderna e contemporanea di Rovereto, Trento, una bella mostra dedicata a Mario Sironi nella Collezione di Antonio Allaria, opere che da quest’anno vanno ad aggiungersi a quelle del ricco patrimonio museale.
La mostra, curata da Alessandra Tiddia e Daniela Ferrari, resterà aperta al pubblico fino al prossimo 11 giugno.
L’importante gruppo di disegni e dipinti dell’artista raccolti nel secondo dopoguerra da Antonio Allaria va infatti ad arricchire la serie di opere del pittore giunte al Mart attraverso precedenti depositi, come quelli della Collezione Domenico Talamoni, della VAF-Stiftung e della Collezione Romana Sironi.
 

Alessandra Tiddia e Gianfranco Maraniello.
 
Da domenica si potranno quindi ammirare una sessantina di opere di Mario Sironi e una quarantina di opere di altri artisti suddivise in nove sezioni tematiche, un percorso espositivo che esplora il rapporto di amicizia nato a Cortina nel 1947 tra il collezionista e l’artista nato a Sassari nel 1885 e scomparso a Milano nel 1961.
Una volta abbandonati gli studi di ingegneria, Mario Sironi si dedicò alla pittura, frequentando lo studio romano di Giacomo Balla insieme a Severini e Boccioni, prima di trasferirsi a Milano definitivamente.
Si avvicinò dapprima al Futurismo, dopodiché divenne uno dei maggiori esponenti di Novecento italiano, fondato nel 1922 insieme ad altri sei artisti e sostenuto dalla critica Margherita Sarfatti.
 

 
Quello che emerge da questa ricca esposizione è un Sironi privato, quasi totalmente sconosciuto al pubblico: in mostra composizioni figurative che si avvicinano all’arte astratta, ma anche disegni acquerellati realizzati per le figlie, regalati in seguito all’amico Allaria in occasione della nascita della figlia Alessandra e, soprattutto, opere appartenenti agli anni più difficili della sua esistenza, quelli del secondo dopoguerra, segnati dal dramma della morte della figlia Rossana e dall’ostilità della critica, che vedeva in lui un vecchio artista del regime fascista.
Molte opere hanno come protagonista la montagna, che si staglia cupa e massiccia all’orizzonte, si tratta quasi sempre di una montagna ideale, fuori dal tempo, ma che in alcuni casi rivela un preciso riferimento alle cime imponenti delle Tofane e il Becco di Mezzodì.
 

 
Le opere di Sironi vengono in questa mostra affiancate ad altre, acquistate da Allaria e realizzate da artisti come Morandi e Picasso.
In particolare, l’esposizione si sofferma sulla presenza all’interno della Collezione di tre grandi artisti a cui Allaria era legato da rapporti di profonda amicizia: Renato Guttuso, Anton Zoran Mušič e Graham Vivian Sutherland.
Le opere del collezionista dialogano inoltre con le opere delle Collezioni del Mart e con i suoi allestimenti permanenti. Il dialogo tra nuovi e vecchi ospiti, selezionati per coerenza tematica, finisce ancora una volta per contraddistinguere l’intero percorso di visita del museo di Rovereto.
Alessandra Tiddia, nel suo intervento, informa che Antonio Allaria, primario negli anni sessanta dell’ospedale di Cortina, l’Istituto Elioterapico Codivilla, coltivò l’amicizia con molti artisti, fra i quali Sironi, di cui diventò amico e grande estimatore, e molti collezionisti d’arte, primo fra tutti Mario Rimoldi.
 

 
La mostra è impreziosita da un importante catalogo.
«Abbiamo cercato di esporre quasi tutte le opere della Collezione Allaria, tralasciandone solo una decina, opere meno rappresentative o meno conosciute al pubblico italiano – ci racconta la curatrice, – in catalogo invece sono inserite tutte.»
 
Approfittando della sua disponibilità abbiamo colto l’occasione per chiederle quale, fra tutte le opere di Sironi esposte, le piaccia particolarmente.
«Condivido l’importanza della Composizione del 34, un piccolo capolavoro di Sironi, – risponde Alessandra Tiddia. – Ma anche in Composizione con cielo azzurro, con questo cielo blu che si apre con particolare violenza, con forza, l’artista riesce con pochi segni e con uso mirato del colore a raggiungere dei risultati espressivi importanti».
 
Il recente deposito della Collezione Allaria conferma l’impegno del Mart nell’accogliere e valorizzare nuclei di opere d’arte provenienti da raccolte private, integrandole con armonia nel contesto del museo e del suo patrimonio.
E in effetti è proprio l’armonia che si respira percorrendo gli spazi museali e in particolare la sala che ospita questa interessante mostra.

Daniela Larentis – d.larentis@ladigetto.it


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