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Presso la rappresentanza della regione europea Euregio

La Fondazione Migrantes ha presentato a Bruxelles il Rapporto Italiani nel Mondo 2016

La Rappresentanza della regione europea Tirolo-Alto Adige-Trentino a Bruxelles ha ospitato un incontro promosso dalla Fondazione Migrantes per presentare il Rapporto Italiani nel Mondo 2016.
Dopo i saluti di benvenuto di Valeria Liverini, direttrice dell’Ufficio della Provincia autonoma di Trento, la curatrice del rapporto Delfina Licata ha aperto i lavori. Il tema della migrazione è stato presentato sotto vari aspetti, dal diritto «personale» alla mobilità al diritto di restare sul proprio territorio.
Dal Rapporto, giunto alla sua undicesima edizione, emerge come nel tempo sono cambiati i numeri degli spostamenti, i luoghi di partenza e le destinazioni: nel 2015 gli italiani si sono spostati verso 199 paesi diversi partendo da 110 provincie italiane, facendo registrare un incremento della mobilità in uscita del 6,9%.
Ma chi si sposta non sono solo i «cervelli in fuga», la situazione è molto più complessa. La classe più rappresentata negli spostamenti è la fascia 18-34 anni, quindi giovani e giovani adulti, ma conta anche intere famiglie e in particolare gli anziani.
La curatrice ha infine sottolineato la necessità di un cambiamento culturale che porti a percepire la mobilità come fattore positivo evidenziando come il giusto equilibrio tra partenze e rientri realizzi un modello di mobilità sostenibile o circolare.
 
Come vengono percepiti gli italiani all’estero è stato l’incipit dell’intervento del secondo relatore, Matteo Lazzarini, segretario generale della Camera di Commercio belgo-italiana, che ha poi spostato il focus sulle associazioni italiane all’estero, le quali si sono progressivamente «sfilacciate» e stanno ormai scomparendo.
Ha inoltre presentato, anche attraverso esempi concreti, le difficoltà degli emigrati imprenditori.
La comunicazione e il linguaggio giocano un ruolo cruciale nella creazione di una percezione collettiva che riconosca la mobilità come diritto personale dell’uomo, ha ricordato Paolo Bustaffa, già direttore dell’Agenzia stampa della Conferenza episcopale italiana.
L’evento si è concluso con interessanti gli spunti di riflessione offerti da Bustaffa, sulla necessità di rilanciare il pensiero europeo come pensiero migrante, la figura del migrante nelle relazioni tra paesi e la percezione dell’Europa come «casa comune».

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