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La tragedia delle Albere, tra pietas e diritto di espressione

Lucio Gardin: «Dopo la tragedia della follia, su Facebook sono diventati tutti giudici e psicologi: l'egocentrismo è predominante perfino su dolore (degli altri)»

Una tragedia dai contorni emotivi senza precedenti quella che ha colpito oggi l’intero Trentino.
Ciò che può aver provato una mamma che trova i suoi figlioletti di 2 e 4 anni brutalmente uccisi nella propria abitazione è una cosa difficile da immaginare.
Ed è impossibile accettare l’idea che sia stato un padre a compiere il delitto, cosa che sembra confermata dal gesto finale dell’uomo che si è tolto la vita gettandosi dal dirupo di Sardagna.
 
I nostri lettori sanno che l’Adigetto.it non gradisce scendere nei dettagli quando si parla di tragedie di questa portata. La pietà ha diritto alla riservatezza, il dolore universale si esprime nella condivisione dei sentimenti, la cronaca deve sapere quando è il momento di abbassare la testa.
Per questo abbiamo pubblicato e condiviso il solo pensiero del vescovo di Trento Lauro Tisi, per il quale «una simile tragedia familiare toglie il respiro».
Irritante, anche se comprensibile, il comportamento di numerosissime persone che sui social network hanno riversato migliaia di commenti a ruota libera.
Lucio Gardin, attore dotato di grande sensibilità, ha pubblicato un post su Facebook che desideriamo riportare perché bene esprime il pensiero sui tuttologi della rete.
«Dopo la tragedia della follia che si è abbattuta oggi su Trento, su Facebook sono diventati tutti giudici e psicologi. – Scrive Gardin. – Questo post non è per commentare l'accaduto, me ne guarderei bene, ma per rilevare quanto il nostro egocentrismo sia predominante perfino su dolore e disgrazia (degli altri).»
 
Infine la stampa. Ogni giornale ha diritto di affrontare le notizie come meglio crede, questo deve essere ben chiaro. E, anche se non condividiamo il principio, riteniamo che le pagine che domani riempiranno i quotidiani abbiano la loro ragione di essere; siamo certi che il tutto avverrà nel rispetto della pietà e del dolore.
Quello che ci ha colpito, però, viene da certa stampa online. A breve distanza dalla tragedia, qualcuno ha pubblicato nome e cognome del padre, presunto autore dell’omicidio-suicidio.
Tenendo conto che la terza figlia di 14 anni era in gita scolastica e conoscendo la velocità di diffusione delle notizie per opera dei cellulari, la sola idea che la ragazza potesse apprendere la tragedia in questa maniera ci fa provare un profondo e incolmabile senso di disagio.

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