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Incendio doloso contro l’Università di Trento

Una bomba molotov è stata lanciata contro il Dipartimento di Fisica e di Matematica – Dura condanna del Rettore, dei presidenti Rossi e Dorigatti e degli studenti

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Erano le 4 del mattino, quando il guardiano notturno del Dipartimento di Scienze dell’Università di Trento ha sentito un’esplosione e poi ha visto il divampare delle fiamme. Ha chiamato i Vigili del fuoco, che sono intervenuti immediatamente ponendo sotto controllo l’incendio.
La parte dell’edificio che è stato oggetto dell’attentato (pare si sia trattato di una bomba molotov) ospita il laboratorio di Kriptografia. I danni riguardano la struttura del controsoffitto e alcune porte.. I dati sono salvi e comunque sono sempre protetti da un backup costante.
La pista seguita dagli inquirenti è quella anarchica, per via della scritta che è stata apposta su un muro, dove si condanna quello che per gli attentatori è un servizio prodotto per i Signori della guerra.
Lunedì si deciderà dove e come riprendere gli studi e i lavori di laboratorio.
 
Il rettore Paolo Collini, oggi fuori sede, ha accolto con amarezza la notizia e ferma è la sua condanna.
«Chi ha compiuto questo gesto non conosce altro linguaggio che la violenza e la sopraffazione. Condanniamo chi vuole imporre in questo modo il proprio punto di vista. Il linguaggio che invece parlano la scienza e l’università è quello del dialogo, del confronto tra i diversi punti di vista. Trae la sua forza nella ricerca della verità, nei fatti e soprattutto nella ragione. Solo così, attraverso lo scambio di idee, è possibile un vero progresso.»
«Ci siamo messi subito al lavoro per ripristinare la situazione, – ha aggiunto il rettore. – Adesso il nostro obiettivo è quello di far riprendere le attività ordinarie.
«Un ringraziamento va ai tecnici dell’Ateneo che già di primo mattino si sono messi subito al lavoro per una valutazione dei danni e che nei prossimi giorni si impegneranno per far tornare tutto alla normalità e per riaccogliere la comunità studentesca e quella accademica nei locali.»
E un pensiero anche ai ricercatori e alle ricercatrici del Laboratorio di Crittografia, che lavorano per sviluppare sistemi di difesa dei dati e delle informazioni.
«Tutta la mia solidarietà va a loro, che sono impegnati in attività di ricerca estremamente importanti per migliorare la vita di tutti noi nel campo della sicurezza. Mi auguro che possano superare presto questo incidente e riprendere serenamente le proprie attività di ricerca.»
 
Condanna anche dal presidente del Consiglio Provinciale Bruno Dorigatti.
«Questa volta l’Università di Trento. Ancora uno sfregio, notturno e incendiario, ha colpito nel capoluogo un obiettivo che rappresenta il Trentino laborioso e impegnato a esprimere i propri valori e le proprie migliori capacità di creare sviluppo, – si legge in una nota per la stampa. – Non sottovalutiamo questi gesti, pur senza volerli in alcun modo enfatizzare o drammatizzare, in quanto di certo opera di modeste e isolate avanguardie.
«È necessario però esprimere senza esitazioni una netta condanna, che accomuni tutti i gesti violenti e che con ciò calpestano un confine assolutamente invalicabile quando si crede nella democrazia e nella libertà.
«Ho già avuto modo di esprimere pubblicamente la mia preoccupazione dopo la successione degli ultimi episodi che - seppure non necessariamente connessi tra loro - segnalano però uno sbocco negativo e pericoloso rispetto al crescente e oggettivo disagio presente anche nella società trentina.
«Credo che a preoccuparsi e mobilitarsi dovrebbero essere tutte le componenti sane e pensanti del nostro tessuto sociale e istituzionale, a partire dai partiti politici e dai soggetti intermedi della società.»
 
Più duro ancora il presidente Ugo Rossi.
«La ricerca è libertà: diciamo tutti un forte no a chi vilmente la colpisce, – sono le parole di Rossi. – Vandalismi e attacchi come questi sono sempre da condannare. Ma questa volta lo sdegno è ancora più forte perché colpisce intimamente le legittime speranze di una comunità di poter dare un seppur piccolo contributo per migliorare il mondo attraverso la ricerca.
«Dobbiamo dire tutti un chiaro e forte no, – ha aggiunto Rossi. – Mi auguro che gli inquirenti giungano presto a identificare i responsabili del dolo.
«Lo facciamo noi per primi anzitutto come rappresentanti delle istituzioni che credono fortemente nell'Università, ma anche come cittadini consapevoli che parte dei propri sforzi sono indirizzati per non far mai venir meno il sostegno a quel sogno kessleriano da tempo diventato una delle più solide realtà nazionali e non solo.
«Mi auguro che anche gli studenti ed i docenti si esprimano in tal senso.
«Noi vogliamo dire loro fin da adesso che siamo e continueremo ad essere dalla parte di chi costruisce e non demolisce il futuro.»
 
Anche gli studenti si uniscono alla condanna dell’Università di Trento per il rogo appiccato nei Dipartimenti di Fisica e di Matematica.
Il Consiglio degli Studenti, l’organo di coordinamento della rappresentanza studentesca dell’Ateneo, per voce del suo Presidente Federico Crotti:
«Vedere un luogo della conoscenza come Povo 0 dato alle fiamme rappresenta un simbolo terribile di violenza.
«Chi attacca gli spazi universitari attacca in primis gli studenti che li vivono ogni giorno.
«Per questi motivi il nostro pensiero non può che andare agli studenti, ai ricercatori e ai docenti di Fisica e di Matematica.»

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