L’integrazione del senegalese Mohamed e del maliano Moussa
Sono una decina gli immigrati che hanno trovato inserimento in strutture economiche trentine
Si chiama Mohamed Konigra, ha 26 anni ed è originario del Senegal, da dove è scappato ed è venuto in Italia. Un viaggio terribile, paragonabile ai tragitti delle carovane che a metà ’800 attraversavano il West americano per raggiungere la Terra Promessa. Anche se è impossibile tracciare un paragone, possiamo dire che in entrambi i casi le probabilità di sopravvivenza erano un’incognita.
Visto che lo status di rifugiato per motivi umanitari gli consentiva di lavorare, il Cinformi, la struttura della Provincia autonoma di Trento che si occupa dell’immigrazione, ha proposto ad alcune aziende trentine la sua collaborazione, con alcuni vantaggi a supporto dell’iniziativa.
E il Mas dela Fam, il noto ristorante di Ravina, ha provato a inserirlo nel proprio ciclo produttivo. Dal 2015 lavora in cucina come aiuto cuoco.
«Funziona, – ci ha detto il titolare Luca Boscheri. – Non ne sapeva molto, ma ha una capacità di apprendimento eccezionale e svolge scrupolosamente quello che gli viene chiesto di fare.»
Si chiama Moussa, ha 29 anni ed è originario del Mali, da dove è scappato ed è venuto anche lui in Italia sulla rotta del Mediterraneo. È arrivato con 3.000 altri disperati che sono riusciti a raggiungere la sponda italiana dell’Europa.
Anche il suo status di rifugiato politico gli ha consentito di cercare un lavoro e il Cinformi lo ha aiutato proponendo ad alcune aziende trentine la sua collaborazione. Nel Mali faceva il contadino.
La cantina Endrizzi ha provato a inserirlo nel proprio ciclo produttivo. L’esperimento è andato bene e adesso è assunto a tempo indeterminato.
Insomma, la vita ha riservato anche a lui una seconda possibilità.
Sono una decina i rifugiati che finora si sono inseriti nelle realtà economiche trentine.
La percentuale è molto bassa, ma è certamente significativa di due fattori. Il primo è che se c’è una piccola possibilità, i Trentini provano a dare una mano.
Il secondo è che il Cinformi si conferma una struttura che opera in maniera professionalmente corretta e porta risultati anche in questa fase.
Visto che lo status di rifugiato per motivi umanitari gli consentiva di lavorare, il Cinformi, la struttura della Provincia autonoma di Trento che si occupa dell’immigrazione, ha proposto ad alcune aziende trentine la sua collaborazione, con alcuni vantaggi a supporto dell’iniziativa.
E il Mas dela Fam, il noto ristorante di Ravina, ha provato a inserirlo nel proprio ciclo produttivo. Dal 2015 lavora in cucina come aiuto cuoco.
«Funziona, – ci ha detto il titolare Luca Boscheri. – Non ne sapeva molto, ma ha una capacità di apprendimento eccezionale e svolge scrupolosamente quello che gli viene chiesto di fare.»
Si chiama Moussa, ha 29 anni ed è originario del Mali, da dove è scappato ed è venuto anche lui in Italia sulla rotta del Mediterraneo. È arrivato con 3.000 altri disperati che sono riusciti a raggiungere la sponda italiana dell’Europa.
Anche il suo status di rifugiato politico gli ha consentito di cercare un lavoro e il Cinformi lo ha aiutato proponendo ad alcune aziende trentine la sua collaborazione. Nel Mali faceva il contadino.
La cantina Endrizzi ha provato a inserirlo nel proprio ciclo produttivo. L’esperimento è andato bene e adesso è assunto a tempo indeterminato.
Insomma, la vita ha riservato anche a lui una seconda possibilità.
Sono una decina i rifugiati che finora si sono inseriti nelle realtà economiche trentine.
La percentuale è molto bassa, ma è certamente significativa di due fattori. Il primo è che se c’è una piccola possibilità, i Trentini provano a dare una mano.
Il secondo è che il Cinformi si conferma una struttura che opera in maniera professionalmente corretta e porta risultati anche in questa fase.
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