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25 aprile e 1 maggio, i lavoratori possono decidere di non lavorare

Caramelle (Filcams): «Immobilismo della giunta provinciale e della politica sulle aperture festive»

«Il 25 Aprile e il Primo Maggio sono giornate festive e se i lavoratori lo vogliono possono legittimamente astenersi dal lavoro. E' chiaro a tutti, però, che non è una scelta facile quando la decisione sta al singolo. Per questa ragione da mesi chiediamo si prenda in mano la questione delle aperture festive definendo una nuova legge provinciale che regolamenti in modo migliore il settore. Dobbiamo constatare, però, che al di là dei buoni propositi e della disponibilità dichiarata a parole fino a questo momento nulla si è mosso. E' martedì è già la Festa della Liberazione.»

Roland Caramelle, segretario generale della Filcams interviene ancora sulla questione delle aperture festive dei negozi e punta il dito contro l'assenza della politica provinciale su questo tema.
«Non si è nemmeno aperto il confronto né c'è stato nessuno incontro per cominciare a sondare le diverse posizioni sul tema – insiste il sindacalista -. Dobbiamo dunque constatare che il tema non è tra le priorità di questa giunta provinciale né di questo consiglio. Né sembra stare a cuore ai nostri politici contribuire alla costruzione di un modello economico, anche sul piano commerciale, coerente alle nostre specificità e in grado di valorizzare fattivamente la nostra Autonomia.»
 
Tutto è fermo anche a livello nazionale: dal 2015 un disegno di legge per regolamentare le aperture festive dei negozi giace fermo al Senato.
«Non si può far passare il commercio come un servizio essenziale. Non è assolutamente paragonabile né è vero che tenere aperto sempre incentiva i consumi – afferma Caramelle -. Per fare ripartire in maniera concreta e significativa gli acquisti serve una maggiore disponibilità di reddito. L'effetto è stato nullo anche in termini di occupazione: le condizioni dei lavoratori del commercio sono peggiorate e sono molte le aziende in crisi, in Italia. Il Trentino non si distingue in termini migliorativi: i rinnovi a ribasso, le disdette degli integrativi e da ultimo i 130 licenziamenti in Sait ne sono la dimostrazione.
 
La risposta alla crisi dei consumi e alla liberalizzazione, da parte delle imprese, ha prodotto effetti negativi sui temi dell’organizzazione del lavoro, gli orari, i turni, le flessibilità dei tempi di lavoro.
«E' un bilancio piuttosto magro, se non negativo per giustificare la perseveranza sulle aperture festive», conclude il segretario della Filcams del Trentino.»

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