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Nostra intervista esclusiva a Mirko Casadei – Di Sandra Matuella

Mirko ha raccolto il testimone dal papà Raoul ed è l’amatissimo leader dell’Orchestra Casadei rinnovata nell’organico

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La notte del liscio, con la celebre Orchestra Mirko Casadei si terrà sabato 29 aprile al Teatro SanbàPolis di Trento, a partire alle ore 21: questo evento è proposto dal Centro Santa Chiara (l’ingresso costa 10 euro; al SanbàPolis, in via della Malpensada 88, c’è un ampio parcheggio gratuito; ci sarà servizio bar con la cooperativa Le Formichine.
Per prenotazioni : www.primiallaprima.it) Quello dei Casadei è una ormai leggendaria dinastia della musica romagnola, in particolare del liscio, che dal 1928 fa ballare il mondo intero con i suoi ritmi sostenuti, i testi che parlano di amore, di mare e di danza, interpretati con una carica di travolgente allegria tipicamente romagnola.
Mirko Casadei ha raccolto il testimone dal papà Raoul, ed è l’amatissimo leader dell’Orchestra Casadei rinnovata nell’organico.
 

La Casadei non si esibisce spesso nella nostra regione, e quella di domani è quindi un’occasione preziosa per ballare insieme all’orchestra di liscio più famosa del mondo: più avanti, inoltre, ci sarà un’altra data, a Riva del Garda, dove abbiamo raggiunto Mirko Casadei.«Sono a Riva a trovare degli amici e per un sopralluogo per un prossimo spettacolo. Qui l’atmosfera è fantastica e siamo già carichi per la serata di domani a Trento: vi porteremo una ventata di musica e di divertimento.»
 
A Riva vi siete già esibiti un paio di volte in questi ultimi anni e anche a Bolzano: come trova il pubblico di montagna? Rispetto a quello di mare è più freddo e meno propenso ad abbandonarsi nelle danze?
«Ma no, questa è una leggenda: i trentini sono gente calda, con una gran voglia di ballare, di divertimento e di solarità. E poi la nostra è una musica che aggrega: anche i più duri si sciolgono e alla fine ballano tutti.»
 
Come ha costruito la scaletta del concerto?
«In pratica ripercorreremo la storia dell’orchestra, dal mio prozio Secondo Casadei che la ha fondata nel 1928, passando per gli anni Settanta quando esplosa con mio padre Raoul, ai brani della nuova generazione, miei, della musica italiana e internazionale: tanto liscio quindi, ma non solo.
«Naturalmente non mancheranno gli intramontabili Ciao mare, Romagna mia, Romagna e sangiovese e La mazurka di periferia
 
Chi non sa ballare, come si deve comportare al vostro spettacolo?
«Non è un problema: il nostro è un ballo sociale che non è legato alle scuole di danza, ma una festa vera e propria per tutte le generazioni.
«A chi non sa ballare suggeriamo di provare, come viene, viene, anche pestandosi i piedi, senza preoccuparsi troppo pur di entrare nello spirito della festa.
«Poi, oltre alla musica, facciamo anche delle gag, e sul palco abbiamo degli schermi per le proiezioni di coreografie di ballo storiche.
«Ci saranno anche momenti di animazione con i balli di gruppo, e di interazione col pubblico, in cui facciamo cantare le nostre canzoni. Insomma, portiamo in Trentino tutta la nostra identità.^»
 
Qual è il segreto dei Casadei?
«Siamo sempre stati progressisti, non smettiamo mai di fare ricerca musicale per conquistare nuovi pubblici, e per riproporre la musica della tradizione rinnovandola sempre, specie negli arrangiamenti.
«Ciò che invece non cambia è la solarità, la semplicità e l’allegria quali ingredienti che hanno sempre contraddistinto la musica dei Casadei.
«Oggi vediamo che questi aspetti costituiscono la chiave fondamentale del nostro lavoro artistico, perché in un mondo sempre più in crisi, con i telegiornali che ci bombardano di notizie drammatiche, noi portiamo un sorriso e tanta allegria: ai nostri spettacoli la gente si ritaglia un attimo di positività che poi se lo ritrova anche nella vita di tutti i giorni, dove aiuta a vedere il futuro in maniera meno triste e, perché no, più ottimista.»
 
Sandra Matuella – s.matuella@ladigetto.it

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