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Grande festa per i 25 anni di Anvolt – Di Nadia Clementi

Le testimonianze nella quinta edizione del convegno «Chi arriva primo vince anche nella lotta contro i tumori»

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Grande festa lo scorso 21 aprile nella cornice del Castello del Buonconsiglio a Trento per celebrare i 25 anni di attività di Anvolt, l'associazione che ha come obiettivo quello di informare e sensibilizzare la popolazione trentina alla prevenzione oncologica e della quale avevamo già parlato nell’articolo a questo link.
A testimoniare il prestigioso appuntamento, erano presenti in sala numerosi volontari, collaboratori e simpatizzanti di Anvolt.
Ma l'evento è stato caratterizzato dalla 5ª edizione del convegno «Chi arriva primo vince anche nella lotta contro i tumori».
Al centro dei temi trattati, l'evoluzione in campo medico favorita da tecniche sempre più all'avanguardia come la chirurgia mininvasiva che fanno ben sperare in un futuro migliore sia per i medici che per i pazienti.
 

 
Il convegno è iniziato alle ore 17 con il saluto di apertura della Presidente Elisa Zeni, che ha illustrato le numerose iniziative dell'associazione e tra le più importanti ha ricordato l'acquisto di un ecografo portatile per gli ambulatori delle sedi di Rovereto e Predazzo che servirà per organizzare le visite sul territorio Trentino.
La prima uscita è prevista il prossimo 29 maggio presso il consultorio familiare di Segonzano.
L'iniziativa, all'insegna della prevenzione al femminile è stata accolta con grande soddisfazione da parte della Comunità della Valle di Cembra.
La dottoressa Zeni, nel suo discorso ha voluto ringraziare tutte le persone che collaborano gratuitamente in Anvolt e con l'occasione ha premiato alcuni volontari.   


 
Un grazie particolare è stato rivolto a coloro che si occupano del progetto «La forza e il sorriso» dedicato alle donne in trattamento oncologico.
A tal proposito sono seguiti attimi di commozione durante le video testimonianze e l'ascolto di una lettera di una donna alla prima seduta di chemioterapia.
A seguire i saluti e i ringraziamenti delle autorità locali tra cui il Vicario don Mario Saiani, porta voce del Vescovo don Lauro Tisi, il Dirigente Generale del dipartimento della salute e della solidarietà sociale della PAT dott. Silvio Fedrigotti e la dott.ssa Mariachiara Franzoia assessore alle politiche sociali del Comune di Trento.
Nei loro interventi molti sono stati i complimenti rivolti all'operato di Anvolt presente da ben 25 anni in Trentino con lo scopo di dare ai malati di cancro e alle loro famiglie un sostegno pratico per alleviare le sofferenze e i problemi connessi alla malattia.
 

 
Il convegno è entrato nel vivo con l'intervento della dott.ssa Francesca Traclo rappresentante della F.A.V.O. (Federazione Italiana delle Associazioni di volontariato di Oncologia).
Dalle sue parole è emerso il concetto che «insieme il tumore si vince» e ha ricordato l'importante iniziativa della Giornata Nazionale del Malato Oncologico come occasione per evidenziare i bisogni del paziente e condividere nuovi modelli di cura per terapie personalizzate.
Infatti tale campagna ha l'obiettivo di informare sulle tutele di cui possono disporre coloro i quali sono affetti da patologie oncologiche e di sensibilizzare l'opinione pubblica.
 

 
A moderare il convegno è stata la dott.ssa Silvana Selmi dell'U.O. di psicologia di Rovereto, la quale, durante il suo discorso, ha illustrato la brillante iniziativa «Donne con le mani in pasta» un nuovo progetto di Anvolt dedicato alle donne mastectomatizzate con linfedema.
La proposta nasce con l'intento di stimolare il movimento delle mani e delle braccia attraverso l'arte dell'impastare sia pane che pizza al fine di una ginnastica riabilitativa. Lo scopo del progetto sarà anche quello di condividere assieme, divertendosi in una nuova esperienza che ha come obiettivo la salute. Gli incontri saranno seguiti da una fisioterapista e il primo inizierà a Trento il prossimo 15 maggio.
La prima relazione è stata presentanta dal dott. Saverio Tateo primario di ginecologia e ostetricia all’ospedale Santa Chiara di Trento, che ha spiegato l'evoluzione e i vantaggi della chirurgia mininvasiva che consente un migliore risultato, una più rapida ripresa e una dimissione più precoce della paziente favorendo un minor costo per la sanità pubblica.
 

 
Successivamente la dottoressa Elena Magri, radioterapista del Santa Chiara, ha spiegato gli sviluppi negli ultimi anni che riguardano la radioterapia.
Oggi, tramite la brachiterapia, conosciuta come radioterapia interna o curieterapia, una sorgente di radiazioni viene collocata all'interno o vicino alla zona da trattare con il vantaggio di esercitare irradiazioni elevate e scarso rischio di tossicità agli organi circostanti.
La sorgente diretta sull’organo può curare ad esempio, in fase post operatoria, il carcinoma dell’endometrio.
Fino a qualche anno fa una sola seduta portava la donna a dover stare sdraiata da sola in una stanza per 72 ore, ora grazie a questa nuova tecnica bastano solamente 15-20 minuti.
Dal 2012 al 2016 le donne sottoposte alla brachiterapia a Trento sono state 66 e già 10 nel 2017.
 

 
Il tema della terza relazione proposta dal dott. Tommaso Cai, urologo del Santa Chiara di Trento, è stato «Prevenzione e progressi della medicina: il tumore della prostata non fa paura».
Partendo dalle origini dell'urologia, termine coniato nel 1840 da Lory d'Etioless, al 1986 con la scoperta del viagra in Inghilterra alle protesi dei giorni nostri, il dottore ha sottolineato come il progresso scientifico abbia contribuito all'evoluzione in campo medico dalle tecniche arcaiche dell'ottocento fino all'utilizzo della robotica del 2000.
Quest’ultima permette interventi chirurgici grazie all’impiego di macchine sempre più sofisticate riducendo l’impatto sul paziente e gli effetti collaterali come il deficit di erezione vedi anche a questo link.
 

 
Il penultimo intervento del convegno dal titolo «Girovita, indice glicemico degli alimenti e rischio di malattia oncologica» è stato condotto dalla dott.ssa Maria Brida, dietista di Anvolt.
Dalla sua relazione è emerso che alti livelli di glucosio possono aumentare il rischio di tumore anche indipendentemente dall'insulina perché il glucosio rappresenta la fonte di energia per le cellule neoplastiche.
Le cellule tumorali esprimono altissimi livelli di recettori per l'insulina proprio per far entrare molto glucosio nella cellula e duplicarsi rapidamente.
A confermare tutto ciò è stato lo studio dell'Istituto Nazionale dei tumori di Milano pubblicato sull'European Journal of Cancer.
Tale studio è stato condotto su 1.607 donne con tumore al seno sulle quali sono stati analizzati i valori della glicemia, l'indice di massa corporea (BMI) e la circonferenza della vita.
 

 
Lo studio ha evidenziato che alti livelli di glicemia e di sovrappeso/obesità aumentino la mortalità nei tumori ormono-dipendenti.
In sintesi una dieta ricca di alimenti ad alto indice glicemico è stata associata a rischi significativamente connessi al cancro alla mammella, al polmone, allo stomaco e all'ovaio.
Inoltre sembrerebbe che anche la prognosi dei tumori dell'intestino sia influenzata dal carico glicemico nonché dal consumo di bevande zuccherate.
Quindi, su consiglio della dottoressa, andrebbero banditi i cibi che fanno impennare la glicemia come per esempio tutti i prodotti confezionati.
 

 
In chiusura il contributo del dott. Martino Fumarola, medico chirurgo odontoiatra specialista ORL in merito alla mucosite nei pazienti in trattamento radio e chemioterapici.
Egli ha illustrato una serie di raccomandazioni per la prevenzione delle patologie orali e la terapia odontostomatolgica nei pazienti con malattia neoplastica che consiste nel fornire al paziente opportune istruzioni per il mantenimento di adeguati standard di igiene orale prima, durante e dopo le cure oncologiche.
Lo stesso raccomanda che nel caso di una lesione in bocca che non si risolve spontaneamente dopo 15 giorni richiede degli approfondimenti e quindi una visita specialistica.
Nel corso del suo intervento è emerso inoltre che le neoplasie del cavo orale rappresentano il 2% nel sesso femminile e il 3% in quello maschile di tutti i tumori, circa 8.000 nuovi casi all'anno e la diagnosi precoce permette una sopravvivenza a 5 anni nell'81,8% dei casi.
 

 
Infine ricordiamo che Anvolt è presente sul territorio provinciale con tre ambulatori di prevenzione tumorale, a Trento (via Prepositura, 32), a Rovereto (corso Rosmini, 8) e a Predazzo (via G.Verdi,16), aperti e attivi tutto l’anno grazie a offerte e donazioni volontarie senza attingere a contributi pubblici.
Con una sola telefonata al numero dell’ambulatorio (0461.235543), tutti possono prenotare visite sanitarie di prevenzione e consulenze senza obbligo di impegnativa medica e nell’arco del mese sarà fissato l’appuntamento.
Per informazioni visita il sito www.anvolt.org.
 
Nadia Clementi - n.clementi@ladigetto.it

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