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Il Trentino è la provincia più innovativa d’Italia – Di M. D. Bornancin

Risultato ottenuto dalla presenza di un crescente numero di startup e per la capacità innovativa delle piccole e medie imprese

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Il rapporto «Cerved PMI» (la pubblicazione annuale dedicata all’analisi dello stato di salute economico – finanziaria delle piccole e medie imprese è riferita al 2016) e i dati presentati da Info Camere, confermano che il Trentino è la prima provincia in Italia per densità di start up innovative: 107 imprese ogni 10 mila società di capitali, davanti a Cagliari 41 imprese ogni 10 mila e Torino 37 ogni 10 mila.
In Trentino si contano 96 nuove imprese a tutto febbraio 2015, contro le 22 della provincia di Bolzano.
Un risultato che rende evidente il lavoro svolto dal «sistema trentino» grazie ai programmi dedicati e finanziati dalla Provincia, sia alle imprese private, sia agli istituti di ricerca a matrice pubblica; tra questi: FERS e Seed Money e gli spazi e i servizi d’incubazione e pre incubazione di Trentino Sviluppo la società d’innovazione della Provincia.
 
Le Start UP innovative sono delle società di capitali che hanno l’intento esclusivo di avviare iniziative di sviluppo, produzione e commercializzazione di prodotti ad alto valore tecnologico.
In Trentino le star up gestite dai giovani under 35 sono nel 2016, 143 il 13,8% in più del 2015.
I settori dominanti sono quelli delle telecomunicazioni e delle energie rinnovabili.
 
Una delle spiegazioni a questo continuo incremento d’imprese ad alta tecnologia risiede nel fatto che negli anni ottanta, proprio in Trentino, sono nati i primi incubatori d’impresa i cosi detti BIC - business innovation center - e negli anni seguenti da parte della Provincia sono state create diverse misure per favorire l’innovazione e la ricerca, e inoltre il pacchetto di diverse combinazioni d’incentivi, introdotto nel 2015 a sostegno alla nuova imprenditorialità ha dato buoni risultati.
 
Misure queste che riguardano non solo le piccole imprese, ma anche esperienze nel settore del commercio e dell’artigianato e altri servizi pubblici.
In tal caso le nuove iniziative possono beneficiare di un contributo che tocca una percentuale dal 30 al 50% delle spese sostenute dalle nuove imprese.
A tutto il febbraio 2017 le domande sono state 646, corrispondente, se tutte finanziate, a un valore contributivo di circa 20 milioni di euro.
 
Per l’industria, in particolare per le nuove imprese, Trentino Sviluppo (Società del sistema trentino) ha da qualche tempo avviato una formula di servizi di pre incubazione, dove le imprese innovative prendono avvio da buone idee, ma per crescere hanno bisogno di affrontare strumenti complessi che possono mettere in difficoltà l’iniziativa stessa e i giovani ricercatori che vogliono intraprendere iniziative che non riguardano i settori del commercio o dei liberi esercizi.
 
Trentino Sviluppo offre un servizio di pre incubazione a basso costo, con il supporto di un tutor per sviluppare idee e sperimentare prototipi prima di immettersi nei mercati.
Offre inoltre spazi modulari e laboratori, uffici sportelli informativi e attività di segreteria e informazione. Spazi e supporti di servizi, sono nati nel Polo Meccatronica e nel Progetto Manifattura.
 
Alcuni progetti innovativi si sono insediati in tali spazi e riguardano: (edilizia) una nuova pavimentazione ottenuta dagli scarti di produzione con un’armatura di polipropilene, che permette di ottenere superfici continue senza l’uso di bitume e di giunti di dilatazione, inoltre (tecnologie mediche) una macchina fotografica delle cellule, che permette di catturare informazioni su quelle malate, utili a ricercare le cause sconosciute di malattie gravi e di dare un supporto a cure personalizzate di patologie aggressive come i tumori, e nel campo (agricolo), l’orto verticale, quasi un piccolo elettrodomestico per la coltivazione di ortaggi senza bisogno di terra e con un consumo minimo di acqua che penetra direttamente nelle radici, eliminando eventuali parassiti e le verdure coltivate sono completamente biologiche e naturali.
 

 
Trento anche per la presenza dell’Università e di Istituti di ricerca pubblica è così balzata al primo posto in questa speciale classifica ed è il capoluogo trentino a sorpassare città come: Trieste, Ancona, Pordenone, Torino e Milano che per tradizione negli anni hanno rappresentato un’importante presenza industriale, seguono poi Bologna, Napoli e Cagliari.
Analizzando le 96 start up (2015) iscritte nello speciale registro della Camera di Commercio di Trento, ben 38 sono state finanziate dal Fondo Seed Money Fers, 9 hanno ottenuto l’aiuto del progetto Tech Peaks, 22 sono insediate nei BIC di Trentino Sviluppo.
 
Il progetto Seed Money (Comunità Europea) è considerato uno strumento efficace nell’accelerare nuove imprese su base universitaria.
Dal 2009, anno di pubblicazione del primo bando con il Fondo cofinanziato dalla Provincia, dal Ministero dello Sviluppo Economico e dall’Unione Europea, sono state sostenute circa 100 imprese in settori innovativi e ad alta tecnologia, su 306 progetti ammessi a valutazione, di questi 100 ammessi a finanziamento, 87 sono diventate operative e occupano circa 400 giovani diplomati e laureati.
Si tratta di un contributo a copertura delle spese iniziali di avvio dell’impresa, come ad esempio: l’analisi di mercato, la progettazione e prototipazione del prodotto, acquisizione di strumenti di laboratorio o di macchinari e attrezzature.
 
Nel panorama delle possibilità e delle organizzazioni che si rivolgono alle nuove iniziative ad alto contenuto tecnologico, vi è anche HIT (Hub Innovazione Trentino), consorzio nato da quattro soci fondatori ossia: Fondazione Mach, Università di Trento, FBK – IRST, Trentino Sviluppo, che ha anche il compito di unire le forze per far crescere l’imprenditoria trentina, ma soprattutto di far decollare nuove imprese di emanazione universitaria, basate su invenzioni scientifiche esclusive e con l’utilizzo di tecnologie all’avanguardia.
Si tratta di una grande sfida e di un’occasione che il Trentino non può perdere per le solite discussioni del sistema produttivo o della ricerca, anche perché la Provincia nel solco delle strategie della propria Autonomia, per diversi anni ha aiutato con molti milioni di lire prima e di euro ora, soprattutto gli istituti pubblici, i laboratori ed enti di ricerca che a distanza di tempo non hanno garantito costanti risultati e soddisfatto le grandi attese indicate dai piani triennali di gestione.
 
I nuovi piani che verranno nei prossimi anni, non possono che rafforzare il coinvolgimento di tutti i soggetti che si occupano di ricerca e d’innovazione, siano essi pubblici o privati, utilizzando le sinergie per far emergere un’unica e comune volontà del sistema trentino di promuovere e potenziare quelle eccellenze che oggi sono riconosciute sia in Italia sia in Europa, in settori strategici come: l’agri-tecnologia, l’informatica, l’industria di precisione, le biotecnologie, la farmaceutica, l’alimentare e altri in posizione di crescita.
Attivare opportunità per il territorio e facilitare i contatti e le relazioni per avere accesso alle risorse scientifiche e tecnologiche presenti, deve diventare una delle attività quotidiane di tutti.
 
Questo perché la dinamica della società moderna sta sempre più incanalandosi verso una progressiva terziarizzazione dell’economia e di una grande trasformazione dei vari comparti del sistema produttivo nazionale ed anche trentino.
In altri termini, accanto a questo processo di terziarizzazione dell’economia da tempo si è verificato anche il fenomeno della terziarizzazione dell’industria, infatti, rispetto all’usuale fabbricazione del prodotto, acquista sempre maggiore importanza l’innovazione del processo produttivo, la nascita di nuovi prodotti, la ricerca scientifica, le tecnologie, il marketing, l’internazionalizzazione.
 
Il settore industriale è stato pertanto interessato da una serie di trasformazioni qualitative che non hanno precedenti, con un arricchimento della dotazione del capitale umano, fattore che non può sempre essere trascurato.
Certamente i contributi della Provincia in materia di ricerca alle start up innovative, così come alle altre aziende, sono un valido strumento oramai sperimentato da anni e che contribuisce alla crescita del sistema produttivo e del territorio, ma uno dei punti a sfavore di tale procedura amministrativa, riguarda la richiesta di garanzie bancarie sotto forma di fidejussioni, che gli imprenditori anche delle start up devono ottenere e presentare all’Ente pubblico per accedere al sostegno della Provincia.
 
Anche perché per giovani ricercatori o imprenditori, che vogliono passare da un’idea a una produzione, non è così semplice ottenere fidejussioni a copertura del contributo ottenuto sulle spese di realizzazione di una ricerca.
Così come non è naturale che le banche concedano fidejussioni se non supportate da garanzie in solido dei familiari del titolare dell’impresa o dagli stessi soci dell’azienda.
Da ciò è necessario trovare soluzioni che possano creare, come nelle procedure europee, forme sostitutive alle garanzie, che potrebbero derivare dalla costituzione di un Fondo di garanzia a sostegno di progetti di ricerca di star up innovative e di società già strutturate con dipendenti, attraverso apposite convenzioni con banche per il sostegno ai progetti.
 
Forse anche sperimentando nuove regole, condivise maggiormente con il mondo imprenditoriale, si possono far nascere nuove imprese, ma in particolare si possono meglio usufruire le organizzazioni e le strutture dei centri di ricerca e delle strutture universitarie presenti sul territorio trentino.
Si tratta quindi di trovare una costante forma di confronto tra le parti attraverso un serrato e innovativo dialogo, finalizzato alla crescita tecnologia e scientifica del Trentino, anche perché diversamente saremo sempre davanti a strutture magnifiche, all’avanguardia, ma tranquillamente proiettate alla difesa del proprio sicuro operare.
 
Ecco, quindi, che è sempre più necessario avere una convinzione comune che senza innovazione e senza ricerca un territorio, anche se caratterizzato da una storica autonomia, non può avere grandi forme di progresso per l’intera comunità.
Rimane comunque il fatto che le start up devono trovare un ambiente idoneo per decollare.
 
Daniele Maurizio Bornancin

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