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Champions League, ritorno semifinali. Chi volerà a Cardiff?

Festeggia la Juventus, ormai quasi certa di approdare in finale, la seconda in due anni. Una gara a senso unico per il Real Madrid contro i cugini dell’Atletico?

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Dopo il primo round delle due semifinali di Champions League, già si prospetta quale sarà la sfida decisiva il prossimo 3 giugno a Cardiff, in Galles.
Una gara a senso unico per il Real Madrid contro i cugini dell’Atletico e un 2-0 perentorio in Francia contro il Monaco da parte della Juventus, che ne è venuta fuori più con la personalità e l’esperienza che con un gioco straripante.
  
Festeggia dunque la Juventus, ormai quasi certa di approdare in finale, la seconda in due anni. Il 2-0 in casa dei francesi porta il nome di Higuain, una doppietta che cancella le critiche che lo vedono preso di mira sull’incapacità di essere decisivo nelle gare importanti.
Non è stata una Juventus esaltante contro il Monaco, che ha rischiato parecchio in difesa specialmente nei primi 45 minuti. Statistiche alla meno, infatti, i ragazzi di Jardim hanno creato più palle gol.
Ma, nonostante ciò, ha mantenuto intatta la porta coperta da Buffon, che non prende gol dalla gara contro il Siviglia valida per le qualificazioni del girone.
 
Solo due le reti incassate dal bianconeri in questa stagione in Europa, a dimostrazione del muro difensivo e dell’applicazione della squadra alla filosofia di gioco di Massimiliano Allegri, rivalutato.
Per diverso tempo il tecnico livornese è stato tacciato come perdente, reo di aver perso uno scudetto quando era alla guida del Milan nel 2012.
Ma se questa Juventus vincerà il suo ennesimo scudetto e si appresta alla sua seconda finale dal 2015, come dimostrano anche le quote delle scommesse sulla Champions League di 888Sport, il merito è anche suo.
La prima è stata persa contro un Barcellona che non lasciava scampo, ora tocca ad Allegri stesso sfatare questo tabù a Cardiff, in una finale che pare ormai scritta.
 

 
Per quanto riguarda l’euroderby tutto spagnolo, l’ennesimo in questa competizione negli ultimi 4 anni, continua il predominio del Real nelle sfide europee, tanto da aver chiuso trionfante anche alla fine di questi primi 90’.
Il re indiscusso delle serata di martedì ha un nome e cognome che, ormai, non fa più notizia visto la costanza con cui riesce a essere decisivo: parliamo ovviamente di Cristiano Ronaldo, autore di una tripletta già passata alla storia della Champions League.
Tre gol esaltanti che racchiudono l’idea che ruota attorno all’attaccante portoghese, una macchina perfetta sotto tutti i punti di vista: professionista esemplare, serio e dotato di un talento che non è possibile mettere in discussione.
Tante volte, forse troppe volte ci si imbarca in un paragone forzato tra lui e Messi, solo perché contemporanei. Ma nessun paragone può reggere in quanto due giocatori diversi per caratteristiche e per vissuto.
 
Ne esce «vincitore» anche Zidane da questo cammino in Europa: troppo spesso messo in discussione, etichettato come raccomandato e giustificato come un mister che ha solo la fortuna di guidare una squadra di campioni, il francese può prendersi la sua rivincita mettendo sul piatto una gestione accurata e una lettura delle gare studiata.
Di contro, l’Atletico di Simeone ne esce ridimensionato, una brutta copia di quella squadra che ci aveva abituati a mettere tutto sotto il punto di vista della grinta.
Al Calderon ci vorrà una prova di forza se si vuole sperare di ribaltare un risultato così netto, ma si ha già l’impressione che il ciclo dell’argentino sia arrivato al termine.

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