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«LEGNO | LËN | HOLZ» alla Galleria Civica di Trento

Un itinerario nella scultura contemporanea – A cura di Gabriele Lorenzoni – Dal 2 giugno al 17 settembre

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Bruno Walpoth, «Why not?» (dettaglio), legno policromo, 2015, Courtesy l’artista.

Nel cuore delle Dolomiti, in un’area tra tre regioni, un gruppo di artisti contemporanei scolpisce il legno.
Particolarmente amati dai critici e dai collezionisti, i maestri ladini invadono la Galleria Civica di Trento. Dal 2 giugno.


Walter Moroder, «Peteda ju», legno di cirmolo, colori acrilici, argilla, calce, colla, segatura, 2013. 
 
La Galleria Civica di Trento, da oltre tre anni annessa al Mart di Trento e Rovereto, è il primo museo italiano a dedicare una mostra alla scultura lignea contemporanea.
A cura di Gabriele Lorenzoni, dal 2 giugno al 17 settembre, la mostra «Legno | Lën |Holz» presenta le opere di quindici artisti, appartenenti a diverse generazioni e tutti viventi, che si sono formati in Val Gardena.
 
Non segnata da confini amministrativi né cartografici, l’area ladina (Ladinia) ha come uniche frontiere quelle naturali: una regione culturale costituita da valli sudtirolesi, trentine e venete, nelle quali l’uso dell’antica lingua retoromanza diventa veicolo di coesione e trasmissione identitaria.
Sulla base di queste premesse, nel riconoscimento delle peculiarità socioculturali del territorio di riferimento, il progetto espositivo sarà accompagnato dalla prossima pubblicazione di un catalogo trilingue, in italiano, in tedesco e in ladino.
Partner del Mart per la mostra Legno | Lën |Holz sono il Museum Ladin Ćiastel de Tor di San Martino in Badia e la Galleria Doris Ghetta, che ha la sua sede a Ortisei.
 
La tradizione secolare della scultura lignea, seppur con discontinuità, ha attraversato la storia dell’arte, raggiungendo il suo apice durante il medioevo (si pensi alle celebri madonne lignee romaniche) e il barocco (è il caso dei fastosi altari policromi).
Nelle valli delle Dolomiti, dove abbonda la materia prima e nelle quali l’attaccamento alla storia locale è tenace, questa pratica artistica sopravvive e si rinnova, recuperando specificità culturali ed economiche.
 

Willy Verginer, «Cecità voluta», legno di tiglio e acrilici, 2007, Collezione privata.
 
Qui, negli ultimi trent’anni, conosce un’inaspettata evoluzione, percorrendo nuove traiettorie di ricerca estetica, tematica e formale.
Dopo secoli di storia ininterrotta, accanto all’artigianato artistico, ai presepi, ai manufatti folcloristici, la scultura lignea approda a pieno titolo nell’arte contemporanea, divenendone una voce minoritaria ma autorevole, capace di riscuotere crescente interesse e attenzione da parte della critica, dei musei e del collezionismo, sia pubblico sia privato.
Per qualità e quantità della produzione, oggi la scuola gardenese dell’intaglio ligneo non ha eguali in Europa e occupa una posizione indipendente e originale nel panorama artistico internazionale.
 
A partire dal 2 giugno 2017, la Galleria Civica di Trento propone una selezione di opere realizzate in anni recenti da alcuni degli artisti più rilevanti attivi in questa geografia culturale: Livio Conta, Giorgio Conta, Fabiano de Martin Topranin, Aron Demetz, Gehard Demetz, Peter Demetz, Arnold Holzknecht, Walter Moroder, Hermann Josef Runggaldier, Andreas Senoner, Peter Senoner, Matthias Sieff, Adolf Vallazza, Willy Verginer e Bruno Walpoth.
Si tratta di un gruppo di maestri della scultura che ha trasformato una tecnica tramandata di generazione in generazione in un medium adatto a confrontarsi con i linguaggi più attuali.
Superate le consuete iconografie, questi artisti elaborano cosmogonie autonome e libere.
 
Legno | Lën |Holz è una mostra totalmente originale che accompagna lo spettatore lungo un percorso non ancora esplorato dai musei di arte contemporanea.
La scelta curatoriale, che parte da una rigorosa selezione basata sull’uso della tecnica manuale dell’intaglio ligneo, si sofferma sulla figurazione del corpo umano in scala reale.
Tema della mostra è quindi la ricerca sul corpo, che alla Civica viene indagato attraverso l’esposizione di circa 40 tra sculture e installazioni i cui volumi si prestano a una dimensione museale.
Un quarto dei lavori è inedito: diverse sono le opere realizzate espressamente per la mostra o mai esposte prima.
 

Aron Demetz, «W.T.» (dettaglio), legno e resina di pino, 2012, Courtesy Galleria Doris Ghetta – Ortisei.
 
La preferenza data alla produzione figurativa sottolinea la vicinanza a una tradizione dalla quale contestualmente ci si allontana: coesistono da un lato una perizia tecnica sublime, dall’altro una straordinaria adesione ai linguaggi e alle sensibilità contemporanee.
In un percorso che esalta le differenze anziché nasconderle e che accosta maestri affermati a interpreti più giovani, i quindici scultori interpretano in maniera assolutamente personale la tematica proposta.
Accomunati da un’incontestabile abilità, alcuni si avventurano in una profonda analisi psicologica dei personaggi raffigurati, altri osano con chiara ironia o surreale divertimento.
 
Tra rappresentazioni drammatiche o spiritose, ritratti realistici, corpi alieni, totem divini, uomini, donne e bambini, le opere in mostra finiscono per presentare una variegata umanità.
I visi e i corpi intagliati nel legno propongono riflessioni sui temi del doppio, dell’alterità e dell’autorappresentazione. Il parallelismo fra i volumi scultorei in scala 1:1 che invadono gli spazi della Galleria e il corpo dello spettatore che si aggirerà fra essi è decisamente suggestivo.
L’allestimento minimalista, firmato dallo studio Weber+Winterle di Trento, sottolinea questo dualismo mediante un gioco di superfici riflettenti che moltiplicano i punti di vista.
 
Prima mostra italiana dedicata alla scultura lignea figurativa nell’arte contemporanea, Legno pone questioni sul genere e sulla pratiche stesse della figurazione; esplora tanto il carattere antico, tradizionale dell’identità nella storia dell’arte occidentale, tanto le questioni relative al divenire, alle trasformazioni, all’oggi.
Come tutto ciò che in qualche modo richiama il processo di mimesis, contiene e propone, quale elemento imprescindibile di indagine, la questione dello sguardo dello spettatore nella sua accezione relazionale, autocatartica e mitopoietica.  
 
 
Bruno Walpoth Rocca, 2013 - Gehard Demetz, Senza titolo, 2013-16 - Bruno Walpoth Why not? 2015.

Galleria CIVICA Trento e ADAC
Via Belenzani 44 - 38122 Trento
T+39 0461 985511 - + 39 800 397760 - F +39 0461 277033
civica@mart.tn.it - www.mart.trento.it


Sopra: Walter Moroder, De Vita.
Sotto: Aron Demetz, Iniziazione, 2004.

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