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Filt: Futuro incerto per i lavoratori trentini di Sda

«Se vogliono tenere il posto devono spostarsi a Padova. Poste Italiane, in carenza strutturale di personale, inserisca questi addetti nei suoi organici»

Se per molti dipendenti trentini di Poste italiane si preannuncia un'estate amara, non meglio va ai colleghi di Sda, la società controllata al 100 per cento da Poste Italiane, che da giugno potrebbero essere costretti a trasferirsi a Padova per non perdere il posto di lavoro.
A seguire la vicenda, dalla parte dei lavoratori sono Filt Cgil e Uiltrasporti, che nei giorni scorsi hanno chiesto un intervento dell'assessorato al Lavoro sulla questione.
Quella dei lavoratori Sda è una vicenda che parte da lontano.
Tutto comincia a febbraio del 2012 quando i lavoratori Ups, a seguito della cessione del ramo di azienda della filiale di Trento, passano alle dipendenze senza soluzione di continuità alla Sda mantenendo inalterati gli stessi trattamenti economi e normativi in essere.
A complicare la questione il fatto che Sda non ha filiali in Trentino ed i lavoratori, ora Sda, sono stati distaccati presso un'agenzia - Confid – con sede operativa a Trento e sede legale a Bolzano.
 
Il distacco dei lavoratori è stato rinnovato di anno in anno, ad accezione dell'ultimo anno: nel 2017 la proroga si è fermata ad aprile.
Una scelta pensata a tavolino, non una coincidenza come precisa il segretario della Filt trentina Stefano Montani.
«Guarda caso l'ultimo rinnovo ha coinciso con il termine  ultimo entro il quale Ups si era obbligata ad una eventuale riassunzione. L'accordo sindacale garantiva, infatti, la riassunzione in Ups qualora nell'arco dei 5 anni successivi le attività oggetto della cessione fossero state affidate a soggetto diverso da Sda.»
Intanto su pressione dei sindacati il distacco è stato posticipato a fine giugno. Il tempo per trovare una soluzione, a questo punto, stringe.
A questo punto per i lavoratori si profila l'ipotesi di essere ricollocati all'interno delle filiali Sda, tutte al di fuori del Trentino Alto Adige, subendo i conseguenti disagi.
 
Per i sindacati, però, una soluzione alternativa e maggiormente tutelante per i lavoratori sarebbe attuabile, se Poste Italiane si assumesse le proprie responsabilità.
«Sda è una società controllata al 100% da Poste Italiane Spa con la possibilità concreta, a patto che ve ne sia la volontà, di ricollocare i lavoratori sul territorio trentino, soprattutto alla luce di quella che è una cronica carenza di personale, sia di recapito che è spesso garantito con personale precario, sia della sportelleria dove gli addetti stanno facendo i salti mortali per garantire un servizio di qualità», insiste Montani.
Una soluzione che però Poste italiane non sembra intenzionata, almeno per il momento, a prendere in considerazione, tanto che ha dato indicazioni a Sda di assumere questi lavoratori e collocarli nell'unica sede per loro disponibile, cioè Padova.

«Una scelta motivata da una presunta riorganizzazione dei servizi, che però ci risulta essere abbastanza lontana nel tempo», incalza il segretario della Filt che aggiunge «l'atteggiamento di Poste italiane è incomprensibile. In Trentino il servizio soffre e la situazione è destinata ad aggravarsi quest'estate.»
Da qui il coinvolgimento dell'assessorato al Lavoro che ha accolto la sollecitazione dei sindacati e ha accettato «di inserire la garanzia occupazionale di questi lavoratori all'interno della più generale partita della difesa e del presidio dei servizi fondamentali di Poste Italiane che si sta discutendo tra la provincia di Trento ed il gruppo Poste», concludono Montani e Francesca Vespa della Uiltrasporti.

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