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L'Assemblea della Cassa Rurale di Trento approva il bilancio

Cresce la raccolta, cala ancora la domanda di credito – Utile a 2,1 milioni, margine operativo di 41 milioni – Adesione compatta al Gruppo Cassa Centrale Banca

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Foto Dino Panato.

Stasera l’assemblea dei soci al Palazzetto dello Sport ha dato l’adesione compatta alla capogruppo Cassa Centrale Banca.
Fracalossi: «È un progetto che cambierà il credito cooperativo, ma al centro del sistema ci sono e resteranno le Casse Rurali e Bcc.»
Cresce la raccolta, ancora in flessione la domanda di credito. Utile a 2,1 milioni, margine di intermediazione di 41 milioni. Bilancio approvato all’unanimità.
171 milioni di patrimonio, indice di solidità Cet1 di 14,8%. I soci sono 17.716, 354  i nuovi entrati nel 2016.
Riconfermati gli amministratori in scadenza.

L’adesione al costituendo Gruppo bancario Cooperativo Cassa Centrale è stato il primo punto all’ordine del giorno dell’assemblea della Cassa Rurale di Trento, tenuta questa sera al palazzetto dello sport di Trento sud.
Presenti in sala più di duemila soci (2.113, con deleghe in totale 2.209), che hanno approvato la proposta all’unanimità (con tre astensioni «tecniche»)
Ed è stato il sindaco di Trento Alessandro Andreatta a fare per primo, in apertura di assemblea e a nome di tutti i sindaci del territorio in cui opera la Cassa, gli auguri per questo nuovo percorso di riforma del credito cooperativo. 

«Perché l’autonomia non è arroccarsi, ma apertura e condivisione delle eccellenze. Vi auguro di continuare ad essere motore di sviluppo del territorio, con la sensibilità verso le tante associazioni che si aspettano il vostro sostegno.»
Sostegno convinto al progetto di Cassa Centrale da parte del presidente della Cooperazione Trentina Mauro Fezzi, secondo cui «questa è una sfida determinante per il Trentino, qui si gioca una parte del nostro futuro.
«Opportunità non solo economiche ma di sviluppo del territorio. Il fatto che la capogruppo sia radicata in Trentino è un valore aggiunto importante che può aiutare la crescita.»
Per Mario Sartori, direttore di Cassa Centrale Banca, «il Trentino esprime valori e una cultura del fare che abbiamo esportato a livello nazionale.
«Vogliamo una banca sempre più tecnologica ma capace di rapportarsi con le persone, parlare dialetto.
«La capogruppo rappresenta anche una grande opportunità di lavoro per il Trentino, specie tra i giovani.»
 

 
Il presidente Giorgio Fracalossi ha spiegato il significato dell’adesione ad una capogruppo, «che sarà obbligatoria, ma le Bcc e Casse Rurali rimarranno autonome dal punto di vista gestionale in funzione del livello di rischiosità misurato sulla base di indicatori economici e patrimoniali.
«Gli elementi fondanti della riforma mirano a creare rafforzare  un modello bancario basato sulla partecipazione e l’autonomia collegata alla virtuosità, e sulla ricerca di vantaggi collettivi.
«Le Bcc e Rurali – ha assicurato Fracalossi – continueranno ad essere banche autonome, cooperative, locali, ma inserite in un sistema più coeso ed efficiente.»
 
Al centro del sistema ci sono e resteranno le Casse Rurali, con la loro identità storica e culturale, il loro ruolo di banche del territorio e di motore economico e sociale, la centralità delle famiglie e delle imprese locali.
Le banche locali continueranno ad avere un ruolo centrale sul territorio, riconoscendosi in un Gruppo che rappresenti un mix di identità locale/comunità associato a competitività e forza del Gruppo.
Il Gruppo bancario Ccb, con 77 miliardi di attivo, si posizionerà tra i principali gruppi italiani per attivo e sarà il più solido in assoluto, con un coefficiente Cet1 ratio di oltre il 16%.
La «partenza» operativa della nuova capogruppo è prevista il primo luglio 2018, dopo una serie di tappe di avvicinamento previsti dal legislatore.
 

 
 Il bilancio della Cassa Rurale di Trento 
Questa è la prima assemblea della nuova Cassa Rurale di Trento, a seguito della fusione avvenuta nel 2016.
«Dopo un anno – ha affermato il direttore generale Giorgio Bagozzi – si può dire che il processo di aggregazione sia stato gestito e completato senza intoppi e disguidi, ed è giudicato positivamente sia da una agenzia esterna internazionale (la Dnv), sia da soci e clienti.
«Ciò ha portato rilevanti risparmi dei costi e una positiva razionalizzazione e riorganizzazione della struttura.»
 
I dati di bilancio si riferiscono per il primo semestre 2016 alla ex Cassa rurale di Trento e per il secondo semestre alla «nuova» Cassa post fusione (partita il primo luglio 2016).
Aumenta la raccolta complessiva (+27 milioni lo scorso anno, in crescita dell’1%, più 6% nell’ultimo quinquennio), con un boom della indiretta (+83 milioni, pari ad un aumento del 10,3%).
Prestiti in flessione (meno 5,5% pari a 79 milioni), dovuti alla ancora scarsa domanda di credito. Negli ultimi cinque anni il nuovo credito, oltre il breve termine, erogato dalla Cassa Rurale sfiora il miliardo di euro (954,7 milioni).
 
La Rurale di Trento è una banca molto solida, con il coefficiente patrimoniale di qualità primaria, il Cet1 Ratio, del 14,8%, che è il 41% in più di quanto richiede la normativa (10,5%), e molto al disopra della media delle banche italiane (11,5%).
Il patrimonio ammonta a 170,8 milioni di euro, e rappresenta un elemento fondamentale per la programmazione strategica della Cassa Rurale, indicatore di solidità e garanzia di soci e clienti.
Il credito «anomalo» rappresenta il 23% di quello totale, ma il 49% è «coperto» dagli accantonamenti prudenziali effettuati negli ultimi anni (di cui il 60% relativo alle sofferenze e il 34% alle inadempienze probabili).
 
A fronte di ciò, i crediti anomali al netto delle coperture sono calati nell’ultimo anno di 30 milioni, meno 14%. La maggior parte del credito anomalo, il 70%, è coperto da garanzia reale (ipoteca o pegno).
«Abbiamo fatto un lavoro importante di messa in sicurezza dei nostri conti», ha affermato Giorgio Bagozzi.
Il bilancio di esercizio chiude con un utile netto di 2,1 milioni di euro.
Il margine di intermediazione (il fatturato di una banca) sfiora i 42 milioni di euro.
 
 La Cassa Rurale è banca a responsabilità sociale 
Nel 2016 sono stati erogati 2,3 milioni di euro riflessi in oltre 650 interventi.
Dal sostegno alle associazioni alle iniziative culturali, educative e ricreative, allo sport, alla solidarietà e alla mutualità, alle iniziative rivolte ai soci, alla promozione e allo sviluppo della cooperazione.
In particolare, 1.174 milioni sono stati riservati ad iniziative per i soci, 498 mila alle associazioni, 142mila a solidarietà e mutualità.
Per favorire la partecipazione dei giovani, l'assemblea ha approvato la riduzione della quota sociale a 80 euro (in quattro rate mensili) per ragazzi e ragazze dai 18 ai 27 anni.
 
 Elezione delle cariche sociali 
Secondo quanto previsto dalle norme transitorie del progetto di fusione, l’assemblea ha eletto tre consiglieri su tre in scadenza scelti tra i soci della Cassa Rurale di Aldeno e Cadine iscritti al 30 giugno 2016, e tre amministratori su quattro in scadenza scelti tra i soci della Cassa Rurale di Trento alla medesima data.
I soci hanno confermato tutti gli amministratori uscenti in scadenza, posto che la consigliera Barbara Ciola non si è ricandidata.
Essi sono Fulvio Rigotti, Corrado Segata e Italo Stenico per Trento, Claudio Battisti, Maurizio Bottura e Gabriella Spagnolli in rappresentanza della base sociale della ex Rurale Aldeno e Cadine.

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