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Archivi e manoscritti in attesa di essere studiati

Trentino, un tesoro nascosto da riscoprire: quello musicale


 
L’Università di Trento intende formare nuovi musicologi e apre le selezioni per l’ammissione alla Laurea magistrale in musicologia, in collaborazione con la Libera Università di Bolzano
Ne parliamo con Marco Uvietta, docente di Musicologia e Storia della musica al Dipartimento di Lettere e Filosofia di Trento.

Professore, cosa s’intende oggi per «musicologia»? Di quali competenze deve disporre un musicologo?
«La musicologia è intesa generalmente come forma di sapere musicale di carattere teorico. Questa laurea magistrale propone invece un’accezione del termine come sapere trasmissibile e applicabile anche alla pratica musicale e alla fabbrica della musica in tutte le sue forme.
«Infatti, i docenti coprono una gamma di competenze professionali che, oltre all’insegnamento e alla ricerca scientifica, spazia dall’editoria alla direzione artistica, dalla pratica concertistica alla composizione, dall’organizzazione di eventi musicali all’alta divulgazione ecc.
«Oggi il mondo delle professioni musicali richiede competenze molto differenziate, che non si esauriscono nei due poli opposti del fare musica e del parlare di musica.
«Intendiamo sviluppare negli studenti l’attenzione al tessuto connettivo che rende teoria e pratica due manifestazioni dello stesso fenomeno.
 
In questi ultimi tempi si è parlato spesso dell’ingente patrimonio musicale del Trentino – Alto Adige: in cosa consiste questo «tesoro nascosto»?
«Forse non tutti lo sanno, ma il Trentino è un territorio ricchissimo di beni musicali: basti pensare alle quasi duemila composizioni a più voci, raccolte nei sette Codici Musicali trentini del Quattrocento conservati presso il Castello del Buonconsiglio di Trento; ma anche ai documenti custoditi presso la Biblioteca musicale Laurence Feininger, la Biblioteca Comunale di Trento e le Biblioteche ecclesiastiche della regione, come la Fondazione San Bernardino dei Francescani.
«Ma gli archivi e le biblioteche di questa regione custodiscono anche manoscritti di composizioni del periodo classico-romantico, spesso di autori meno noti ma di alto livello professionale (un patrimonio da riscoprire, che spesso riserva sorprese stupefacenti).
«Ci sono inoltre molti beni musicali immateriali, che devono essere opportunamente documentati perché non cadano nell’oblio: il ricchissimo repertorio popolare, oggetto degli studi etnomusicologici, ma anche tanta musica moderna e contemporanea, che spesso, dopo la prima esecuzione, rischia di non lasciare traccia (le registrazioni su nastro, ad esempio, deperiscono assai rapidamente).»
 
Perché l’università è interessata a investire in questo progetto?
«Per quattro ragioni fondamentali:
«Il trilinguismo: oggi per inserirsi nel mondo delle professioni musicali è necessaria una buona conoscenza di almeno tre lingue: l’inglese come lingua internazionale, il tedesco in quanto lingua di paesi con una illustre tradizione musicale, e l’italiano come fondamento della terminologia musicale e come lingua trasversale del mondo operistico, ancor oggi industria musicale fiorentissima;
«Il carattere innovativo: l’intento di colmare la separazione fra teoria e pratica è conseguenza diretta del fatto che tutti i docenti delle materie musicologiche di questa magistrale praticano la musica a livello professionale, in sinergia con la loro attività didattica e di ricerca (da ciò deriva anche l’offerta assai diversificata di attività di tirocinio di carattere pratico);
«L’attenzione all’aspetto formativo: la musica è considerata come elemento fondamentale della formazione della persona e come oggetto specifico di istruzione e divulgazione, in linea con l’orientamento culturale dei paesi di lingua tedesca;
«La ricchezza e la qualità sia del patrimonio locale sia dell’offerta musicale (concerti, manifestazioni musicali e teatrali, iniziative di alta divulgazione attorno alla musica ecc.) presenti sul territorio. La valorizzazione di questo patrimonio, in rapporto al contesto della cultura europea, è obiettivo costante della musicologia trentina / altoatesina. A ciò si deve aggiungere una particolare attitudine dei docenti di questo corso al confronto interdisciplinare. 

E.M.P.B.

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