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Coop agricole: fatturato oltre 1 mld (+5,7%), cresce l’occupazione

Ottantacinque società con 19.118 soci conferitori, 3.105 collaboratori (+52 nell’ultimo anno), 1 miliardo 52 milioni di euro di fatturato

La cooperazione agricola trentina ha presentato risultati positivi nel corso del tradizionale convegno di settore ospitato, stamani, alla Sala della Cooperazione.
Un comparto, quello agricolo, che gioca bene le proprie carte sia a livello produttivo che commerciale con una notevole attenzione alla sostenibilità e al territorio ed una forte proiezione verso l’export in particolare per la vitienologia.
Preoccupa la situazione creatasi a seguito delle gelate primaverili, con riflessi significativi anche sull’occupazione e sull’indotto.
Proprio per questo, ha sottolineato il vicepresidente della Federazione per il settore agricolo, Luca Rigotti, ha ancora «più senso e più valore la capacità di condividere strategie, iniziative e azioni per ridurre se possibile al minimo l’impatto della situazione negativa venutasi a creare».
 
«La gelata di aprile – ha affermato il presidente della Cooperazione Trentina Mauro Fezzi – ci fa capire anche quanto sia importante per il Trentino il comparto agricolo.
«È vero che la maggior parte delle imprese sono assicurate, ma questo riguarda solo la produzione, non le tante persone e imprese impegnate nel settore. Solo insieme abbiamo prospettive.
«È importante ragionare sul cambiamento – ha concluso Fezzi – mettendo in discussione modelli e strutture, per adeguarle ai tempi nell’interesse di tutti.»
 
Un tema trattato anche dal direttore della federazione Alessandro Ceschi, che ha tracciato un quadro d’insieme dei vari settori della cooperazione trentina.
«Il dialogo e la collaborazione trasversale tra i vari settori rappresenta indubbiamente un elemento di vantaggio per la cooperazione e per il territorio.»
«Occorre dare maggiore attenzione all’agricoltura, che non vuol dire solo produrre ma tutelare il territorio, – ha detto nel suo intervento Giorgio Mercuri, presidente nazionale di Fedagri. – Stiamo lavorando con la Ue per mettere in campo un sistema che tuteli il prezzo dei prodotti agricoli, oggi sottoposti a forte volatilità, al fine di garantire stabilità di reddito agli agricoltori.»
 
Tra gli intervenuti anche l’assessore all’agricoltura Michele Dallapiccola, il quale ha assicurato il sostegno dell’ente pubblico con strumenti flessibili per affrontare le sfide futuro.
Due gli obiettivi strategici del settore indicati da Luca Rigotti.
«Stiamo lavorando a livello di Federazione – ha osservato – per puntare al riconoscimento delle mele del Trentino Igp, che, speriamo, possa partire già da questa campagna frutticola, e dobbiamo insistere ancora con maggiore decisione nella battaglia per la valorizzazione del territorio trentino e per la tutela delle produzioni tipiche della montagna, i nostri elementi distintivi.»
 
 I numeri della cooperazione agricola nel 2016 
La cooperazione agricola conta 85 società: 17 nel settore vitivinicolo, 32 nell’ortofrutticolo, 18 nel lattiero caseario, 2 nel comparto zootecnico, 16 sono le cooperative di servizio.
I soci conferitori sono 19.118. I collaboratori sono 3.105 con un incremento, nel confronto con l’esercizio precedente, di 52 persone.
Nel 2016 il fatturato consolidato (cooperative agricole e società controllate) ha raggiunto 1 miliardo 052 milioni di euro, in crescita del 5,7% rispetto al 2015 quanto il fatturato era stato di 995 milioni di euro. Investimenti netti: 701 milioni di euro. Patrimonio complessivo: 412 milioni di euro in crescita del 3,3%.
 
 Nel dettaglio 
La presentazione è stata curata da Elena De Berardinis, Alessandro Tomasi e Michele Rosani dello staff del Settore Cooperative Agricole della Federazione di cui è responsabile Michele Girardi.
Le cooperative dell’ortofrutticolo (6861 soci e 1646 collaboratori) hanno fatturato 435 milioni di euro in crescita del 13,6% rispetto all’esercizio precedente. La quantità conferita di frutta è stata di 546 milioni di chilogrammi.
Liquidato ai soci (mele - media provinciale): euro 0,336 a kg (nel 2015 era di euro 0,295 a kg. L’incremento è stato pari a 13,9%).
Mercato in forte crescita per i piccoli frutti (508 ettari coltivati, 7 milioni di chilogrammi prodotti). Qui si è registrato un incremento dei consumi sia in Europa e sia negli Stati Uniti. Il prodotto è apprezzato anche dal consumatore italiano e trentino.
 
Risultati soddisfacenti per gli ortaggi biologici (101 ettari coltivati e 1,8 milioni di chilogrammi prodotti), per le patate (145 ettari coltivati e 5 milioni di chilogrammi prodotti), per il mais di Storo (250 ettari coltivati e 1 milione 500 mila chilogrammi prodotti).
L’olio di oliva del Garda (270 ettari coltivati e 870 mila chilogrammi lavorati) è un’altra eccellenza certificata dalla Dop Garda Trentino – Denominazione di Origine Protetta e da numerosi riconoscimenti ottenuti nelle principali rassegne nazionali e internazionali.
Il lattiero caseario conta 871 soci. Fatturato: 108 milioni di euro. Liquidato soci (media provinciale): il prezzo medio del latte a grana riconosciuto ai soci ha raggiunto euro 0,563 a litro (invariato rispetto al 2015).
 
Da segnalare anche l’allevamento di bovini (se ne contano 23.816). A questi si aggiungono ovini, caprini, equini, conigli che vanno ad arricchire il panorama di animali allevati. I soci impegnati in questo settore sono 1.206 in crescita rispetto ai 1.188 dell’anno prima soci della Federazione Provinciale Allevatori.
Meritevoli di essere evidenziati anche i dati del settore ittico (trota e salmerino): 30 milioni di fatturato del settore, 50 mila quintali di trote da carne. Quaranta imprese, settanta impianti, 450 addetti.
Il trittico di settori si completa con il vitivinicolo e quindi con le cantine sociali.
 
Il fatturato consolidato dell’intero settore (comprese le società controllate) è di 467 milioni di euro (stabile rispetto al 2015). I soci viticoltori sono 6.585. Uva conferita (vendemmia 2015): 1 milione e 208 mila quintali (in crescita del 17% rispetto alla vendemmia dell’anno prima).
Liquidato ai soci: euro 106,08 a quintale di uva conferita (in aumento dell’11,3%  rispetto al precedente di 95 euro e 33 centesimi). Il dato conferma un’annata positiva perché la resa a ettaro è aumentata del 32,2% pari a un valore medio di 14 mila 691 euro rispetto a 11 mila 111 euro dell’anno precedente”.
Un dato importante e strategico per l’affermazione della sostenibilità in viticoltura è stato l’avvio, nel 2016, della Certificazione ministeriale S.Q.N.P.I. (Sistema di Qualità Nazionale per la Produzione Integrata).
Per il momento ha visto protagoniste solo alcune cantine cooperative «pioniere» ma, da quest’anno, dovrebbe coinvolgere anche tutte le altre realtà del settore.

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