Edificio ex CRAL di Borgo Sacco: cosa ne facciamo?
La lettera accorata di un illustre cittadino di Rovereto, tra nostalgia e rabbia
Sarà perché mio figlio Riccardo lì ha frequentato l’asilo nido e ricordando quel luogo, quindi, pieno di bambini festanti a giocare nell’ampio giardino, quando passo in automobile o a piedi lungo via Zigherane a fianco della struttura a tutti nota col nome di Ex CRAL, ovvero Circolo Ricreativo Aziendale dei Lavoratori, in questo caso della Manifattura Tabacchi, ho un sussulto misto di nostalgia e di rabbia.
Il motivo della nostalgia è intuibile dalla prima riga di questo mio scritto, mentre la rabbia deriva dal vedere lì il tutto abbandonato, con erbacce alte in tutto il giardino, l’immobile ormai vinto dalla muffa e dalla sporcizia, i cancelli e la ringhiera tutti arrugginiti.
Sappiamo che la proprietà è tuttora dello Stato. L’Amministrazione comunale nel 2008 fece fare un progetto ad hoc, prevedendo di mantenere lì un asilo nido, molto utile alla zona, dopo, evidentemente, aver convenuto con l’amministrazione statale l’acquisto diretto o tramite un concambio con un altro immobile di proprietà comunale (leggasi caserma dei Carabinieri).
Il destino sembrava felicemente segnato per quel bel sito costruito negli anni ’20 e che fin da allora fu spazio di socializzazione per le lavoratrici e i lavoratori della Manifattura Tabacchi, ma pure per molti cittadini roveretani, prima di divenire indispensabile struttura per i più piccoli.
Parecchi anni sono passati. Non so quale sia in merito il pensiero del Sindaco Valduga e della sua Giunta, l’immobile certamente meriterebbe una certa attenzione.
Vederlo in questo stato fa male a noi cittadini e ancor più a chi vi ha lavorato per molti anni, come ad esempio le maestre dell’allora asilo nido.
L’auspicio è che non prevalga l’oblio, ma la voglia e il piacere di una rinascita.
Paolo Farinati
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