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Omaggio a Fabio Monti, volontario alpino ed eroe del Peralba

Un libro dedicato dall’autrice Antonella Fornari all’alpino trentaduenne che morì nel 1915 dopo aver contribuito a conquistare le prime trincee

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Titolo: Fabio Monti Fabbro. Volontario Alpino 
            del Cadore, eroe del Peralba

 
Autrice: Antonella Fornari
Editore: DBS 2017
 
Pagine: 96, brossura
Prezzo di copertina: € 10

È ricordato come l’eroe del Peralba: Fabio Monti, trentaduenne Volontario Alpino, vi morì nel 1915 dopo aver contribuito a conquistare le prime trincee ed aver affrontato tra i primi i rinforzi nemici giunti in numero soverchiante.
Alla sua storia Antonella Fornari, su iniziativa del Comune di Auronzo e della locale sezione ANA, dedica un libro fresco di stampa per Edizioni DBS: «Fabio Monti Fabbro. Volontario Alpino del Cadore, eroe del Peralba».
E’ una scelta controcorrente, nel pur vasto proliferare di pubblicazioni sulla Grande Guerra. Quello di Monti non è infatti un nome eccellente, eclatante.
Fu un uomo semplice, dimenticato dalla maggioranza dei libri di storia e ricordato dai più solo per la lapide a lui dedicata posta proprio sul Peralba.
 
«Il suo sacrificio ciò nonostante fu importante – spiega Fornari – perché servì a ricordare agli italiani valori quali coraggio, abnegazione e senso del dovere.
«Offertosi volontario, in assoluto silenzio e scalzo per evitare il rumore Monti tentò con 21 compagni la salita del versante sud-ovest del Peralba.
«Inosservati, favoriti dal buio, riuscirono a salire fino a 200 metri dai reticolati austriaci della cima. Scoperti, con slancio inaudito si avventarono sul posto di guardia nemico uccidendone gli occupanti e facendo un prigioniero.
«Con l’arrivo dei rincalzi nemici il combattimento si fece all’arma bianca, corpo a corpo. Fabio Monti venne ferito a morte, diventando il primo Volontario Alpino cadorino caduto. Era l’8 agosto 1915.»

Ricevette la medaglia d’argento al valor militare, ma il suo corpo risultò disperso.
Così fu fino a qualche anno fa, quando si scoprì che il suo corpo era probabilmente stato recuperato e traslato per essere poi definitivamente inumato nel cimitero di St. Lorenzen, ai confini della Carinzia.

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