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Terzo Statuto: audizione con i parlamentari trentini

Gli onorevoli Riccardo Fraccaro, Michele Nicoletti e Mauro Ottobre hanno espresso le proprie osservazioni

Oggi pomeriggio il presidente della Consulta, Giandomenico Falcon, ha accolto i Parlamentari eletti in Trentino: gli onorevoli Riccardo Fraccaro, Michele Nicoletti, Mauro Ottobre.
Dopo l’audizione del 10 aprile – con Lorenzo Dellai, Sergio Divina, Vittorio Fravezzi, Franco Panizza, Giorgio Tonini – quello di oggi è il secondo appuntamento per ascoltare il punto di vista e le osservazione dei Parlamentari eletti in Trentino.
 
L’onorevole Riccardo Fraccaro ha auspicato che il terzo Statuto – attraverso il percorso partecipativo – «sia percepito dai trentini come se questi ne fossero proprietari. La prima considerazione è di metodo.
«Mi permetto di criticare il metodo che si è scelto, cioè di creare due organi distinti, con la Consulta a Trento e la Convenzione a Bolzano. In questo modo non si fa altro che favorire un confronto al ribasso.
«Assistiamo, a Bolzano, a una visione di terzo Statuto che include un’idea di autodeterminazione e secessione, per nulla condivisa dai trentini.
«Un percorso comune avrebbe favorito un confronto comune.»
 
«La seconda considerazione è strategica, – ha continuato l’onorevole Fraccaro. – Credo che aprire a una modifica del terzo Statuto ora sia un rischio. In questo momento c’è un clima sfavorevole all’autonomia tout court.
«Il primo sforzo che dovremmo fare tutti – provincia, cittadini, istituzioni – è quello di cambiare l’humus su cui cresce l’autonomia. Dovremmo spiegare che autonomia, autogestione, autogoverno rappresentano un modello positivo per qualsiasi territorio.
«Quindi lo sforzo dovrebbe essere quello di cambiare il contesto nazionale per poi poggiare su questo la riforma dello Statuto.
«Nello specifico, rispetto al documento, condivido l’idea di introdurre un preambolo per mettere nero su bianco i valori fondamentali dell’autonomia. Dovremmo fare un lavoro di attacco, non di difesa e aiutare gli altri a capire cosa significa autogoverno e autonomia.
«Abbiamo un’occasione storica che è quella dei referendum consultivi di Lombardia e Veneto, con cui dovremmo collaborare su questi temi.»
 
«In riferimento ai rapporti con lo Stato italiano, un organo fondamentale è quello della Commissione dei 12 che opera però in totale assenza di trasparenza – ha evidenziato Fraccaro. – I cittadini non hanno consapevolezza di quello che avviene lì dentro eppure lì si prendono decisioni fondamentali.
«Penso che si dovrebbe introdurre un referendum confermativo rispetto alle scelte che vengono prese in quella sede.
«L’ultimo tema riguarda la democrazia diretta. Condivido i principi, è scritta bene. Sottolineo che non è necessario modificare lo Statuto per introdurre questi principi.
«Ricordo che c’è una legge di iniziativa popolare che parla proprio di questo, accantonata. Trento e Bolzano potrebbero avere un ruolo fondamentale a livello internazionale.»
 
L’onorevole Michele Nicoletti ha detto di apprezzare il lavoro della Consulta.
«Trovo che il metodo – questa possibilità di confronto tra parlamentari e rappresentanti locali – sia molto importante.
«Forse anche su questo si potrebbe riflettere perché abbiamo degli strumenti abbastanza funzionanti sul dialogo tra Bolzano, Trento e Parlamento.
«Forse la dimensione tra componente parlamentare e consiliare non sempre è altrettanto efficiente. Su questo si potrebbe lavorare anche perché è previsto che per la riforma dello Statuto ci sia una leale collaborazione.»
 
«Sull’inserimento di un preambolo allo Statuto – ha aggiunto Nicoletti, – non ritengo che sia un’idea negativa, ci sono degli esempi straordinariamente positivi in tal senso. In genere si tratta di dichiarazioni solenni.
«Ci sono anche altre esperienze. Sarebbe utile nel preambolo richiamare alcuni accordi internazionali e alcuni principi costituzionali.
«Ciò che colpisce è un vissuto particolare della comunità altoatesina rispetto a come viene vissuta l’autonomia in Trentino. Mentre su questioni storiche e giuridiche si può trovare una convergenza, su quelle più generali vedo qualche complicazione.»
 
«La seconda questione riguarda i temi dei diritti. Il soggetto fondamentale, ricordiamo, è il cittadino. Abbiamo esempi storici in cui la tutela della comunità non sempre riesce a valorizzare i diritti delle persone.
«Richiamare come alla base della nostra autonomia ci sia una tutela fondamentale delle persone, oltre a quella delle comunità, mi pare fondamentale. Questo è il ruolo della Regione perché riesce a bilanciare questo sistema complesso delle minoranze. Mi auguro che anche la minoranza ladina, in questo quadro, riesca a trovare una tutela adeguata.
«Però ci sono anche altre minoranze da tutelare. Penso a questione di genere, di orientamento sessuale, di età. Sarebbe sgradevole vivere in una comunità che nasce per tutelare le minoranze e non è attenta alle altre minoranze.»
 
«Ritengo che anche nel disegnare la nuova Regione potremmo pensare ad attribuirle un ruolo specifico su questi argomenti. Siamo molto focalizzati sulla dimensione meramente amministrativa – in capo alla Regione e alla Provincia – poi non sappiamo bene cosa debba fare la Regione. Dentro questo tema ordinamentale e giurisdizionale questo tema di riflessione sui diritti delle persone e delle comunità potrebbe essere utile.
«L’altra questione riguarda il tema dell’apertura internazionale. Dico questo perché la situazione attuale, a livello internazionale, è diversa da quella del passato. C’è poi il tema della democrazia.
«Penso che il Trentino potrebbe distinguersi in positivo sul tema della democrazia partecipata e deliberativa.»
 
Per l’onorevole Mauro Ottobre in Trentino «c’è bisogno di conoscere di più l’autonomia e lo Statuto rispetto al Sudtirolo che – per questioni etiche, culturali e linguistiche – ha saputo mantenere una maggiore compattezza rispetto al Trentino.
«Posso dire che a livello nazionale quando si parla di Statuto e autonomia dobbiamo stare un po’ attenti. Tutti sono contro la nostra autonomia speciale. Esponenti della maggioranza e della minoranza hanno detto chiaramente che siamo tutti italiani e non ha senso avere autonomie speciali.
«L’anno prossimo ci saranno le elezioni e si farà una riforma costituzionale. Cosa diranno i cittadini delle altre regioni? Mezzo milione di trentini quanto possono contare a Roma?»
 
«A Bolzano adottano un sistema che i Trentini non seguono: scrivono una lettera a Vienna. Se questo è un pilastro su cui a Roma possiamo battere, perché non concedere a ladini e retici alcune cose.
«A Roma sta passando l’idea che l’autonomia va bene per chi parla tedesco. Le norme di attuazione dobbiamo assolutamente riscriverle, dobbiamo dire cosa vuol fare la nostra Regione e cosa vuol fare lo Stato, ed eliminare i ricorsi alla Corte Costituzionale.»
 

Sono poi intervenuti Arrigo Dalfovo, Rodolfo Borga, Fabio Pizzi, Donata Borgonovo Re, Paolo Chiariello.
La seduta della Consulta è proseguita con la prima audizione della società civile trentina che ha fatto richiesta, nel mese di aprile, per presentare il proprio punto di vista sulla riforma dello Statuto.
Dodici le associazioni, enti, organizzazioni attive in Trentino ascoltate oggi. Il 17 luglio è in programma la seconda audizione a cui parteciperanno altre 5 realtà del territorio.
Sono intervenuti referenti di: Commissione provinciale Pari Opportunità tra donna e uomo; Centro Popolare; Associazione ex parlamentari della Repubblica - Coordinamento regionale del Trentino - Alto Adige/Südtirol; Comitato «Aiutiamoli a Cambiare»; Associazione Più Democrazia in Trentino; La Voce delle donne; CIPRA Italia; Comunità delle Regole di Spinale e Manez; Magnifica Comunità di Fiemme; Associazione provinciale delle ASUC del Trentino; Associazione Trentino MMT.

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