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Carmen Pellegrino, Cleo Toms e Veronica Pivetti

L'intensa domenica del Trentino Book Festival con tre grandi scrittrici

 Se mi tornassi questa sera accanto: Il romanzo dell’incomunicabilità 
L’incontro del pomeriggio del Tbf17 in Casa della Cultura, organizzato in collaborazione con Soroptimist, ha toccato i cuori degli spettatori.
«Se mi tornassi questa sera accanto» di Carmen Pellegrino, nonostante l’autrice non abbia partecipato all’incontro, ha commosso gli spettatori.
La madre dell’autrice affetta da anni da Alzheimer, ispirazione inoltre per il suo libro, è stata ricoverata oggi e per questo Carmen non ha potuto essere presente, ma ha comunque mandato un videomessaggio.
L’incontro è stato inoltre arricchito dall’emozionanti letture di Chiara Turrini, che ha interpretato nel suo modo unico i brani del secondo romanzo della Pellegrino.
 
«Se mi tornassi questa sera accanto» è il primo verso di una poesia dedicata al padre di un autore salernitano, Alfonso Gatto che ha ispirato la scrittrice nella sua opera. Come suggerisce questa poesia, il libro tratta del difficile e delicato rapporto tra padre e figlia.
Il libro, così come presentato da Luciana Grillo, giornalista de l'Adigetto.it (foto in alto con Carmen Pellegrino) che ha partecipato a molte edizioni del Tbf, è scritto in maniera semplice, mirato all’essenziale. Durante l’incontro la qualità della scrittura è elogiata più volte, riferendosi alla capacità di usare le parole della giovane scrittrice.
Il libro ha tre protagonisti: padre, madre e figlia. Il padre è un socialista, che sogna una società e un mondo perfetto.
Vede però fallire il suo sogno e rimane con un pugno di mosche. Il suo compito è pesante, soprattutto per la figlia, che deve seguire ciò che il padre dice invece di seguire i suoi studi ed il suo giovane amore.
Il padre, Giosuè, è un uomo disperato, che si crede padrone e quando la figlia scappa via di casa comincia a scrivere lunghe lettere che però mai spedirà, ma metterà in una bottiglia e getterà nel fiume, credendo che Lulu le riceverà, anche se questo non succederà mai.
 
Lulu è la figlia, con un compito pesante sopra le sue spalle, dovendo fare da madre alla sua, ammalata ormai da anni. Lulu doveva moderare tutto ciò che faceva, che pensava e che diceva, perché il padre giudicava tutto e non lo avrebbe permesso.
«Io cercavo affetto e ho sempre trovato le mani chiuse»: la figlia non ce la fa più e deve scappare, lottando contro i sensi di colpa, senza nessuna idea di dove andare.
I sensi di colpa sono come una ragnatela, costruita dal ragno e come il ragno ha i suoi fili, lei ci era rimasta intrappolata. Il senso di solitudine in questa famiglia è sempre presente e racconta del tempo che vive, del tempo che passa.
Giosuè insiste che la figli ritorni, ma lei non riceve le lettere, essendosi fatta una nuova vita. Dal fallimento può nascere un nuovo modo di vivere e per riavere la figlia il padre avrebbe dovuto accettare di avere fallito nella sua missione di avere un mondo perfetto, cosa che però non farà mai.
Per questo il romanzo è sintetizzato nell’incomunicabilità: le strade di padre e figlia non si incontreranno mai, perché le loro lettere rimarranno sempre galleggianti nel fiume.
 

 
 AIUTARE LE PERSONE A SOGNARE CON LE #PICCOLECOSE 
Cleo Toms (foto qui sopra col microfono), giovane youtuber con un canale con 35 mila seguaci ed emergente scrittrice di soli 21 anni a luglio, si occupa a tempo pieno del suo canale youtube (www.youtube.com/cleotoms) e recentemente anche alla scrittura.
Nel secondo capitolo delle #piccolecose intitolato le #piccolecose che amo di te racconta attraverso i personaggi di Luna, Gemma e i suoi amici la quotidianità di un’adolescente con i suoi problemi: amore e amicizia soprattutto.
Cleo, già autrice di un libro edito da Rizzoli, vuole, attraverso il libro, stimolare i suoi followers, prettamente femminili, alla fantasia e a sognare.
Da piccola la ragazza amava leggere, crescendo iniziava a scrivere racconti per esprimersi ed al liceo ha aperto a soli diciassette anni il suo canale youtube dove parla di make-up, bellezza, omosessualità e attraverso i vlogs la sua vita da semplice ragazza.
 
La protagonista del libro è Luna, nome scelto dalla scrittrice perchè le ricorda qualcosa di magico, come l’universo e i pianeti, una ragazza di quarta liceo con una vita normale, ma speciale nella sua quotidianità.
Il libro è ricco di messaggi importanti come l’innamoramento tra ragazza e ragazza. Luna è infatti innamorata di Gemma, una sua coetanea che si è trasferita in America dopo aver lasciato la ragazza con un bacio senza spiegazioni durante un concerto degli One Direction durante la canzone «Little things».
Nel primo così come nel secondo romanzo il finale è aperto, da qui proviene l’idea di un terzo possibile romanzo, perché Cleo ama le saghe e non i libri con un finale conclusivo.
Cleo si rivede di più in Gemma, la considera il suo alter-ego, ma in generale distribuisce le sue passioni in tutti i personaggi, approfondendo le loro storie per dare ai lettori una vasta scelta.
 
Rispetto al primo libro c’è una crescita del personaggio di Luna, la quale ha anche un profilo Instagram per interagire con i lettori e rendere più reale la su storia.
Cleo ha una passione per la musica molto spiccata, va ai concerti dei vari artisti che segue. Alla fine del libro c’è la playlist di Luna e di Gemma con le canzoni che ama di più l’autrice.
La storia di Luna è incominciata, nella testa della Toms, dai racconti che scriveva al liceo e quindi questo personaggio è stato ben pensato e delineato da tempo. I caratteri dei personaggi sono presi dagli interessi di Cleo.
L’autrice afferma di non sapere come sarà tra dieci anni perché vive la quotidianità, senza farsi influenzare dal mondo del marketing mantenendo la sua personalità così com’è: rimane infatti la sincerità con i suoi followers e la semplicità che la contraddistingue.
 

 
 I dolori fanno crescere, però che palle! 
Veronica Pivetti, intervistata dalla giornalista Fausta Slanzi (foto qui sopra col microfono), è riuscita ad intrattenere il pubblico del Trentino Book Festival grazie alla sua autoironia ed al suo talento, riuscendo a strappare sincere risate al pubblico che ha riempito la piazza municipio di Caldonazzo.
L’attrice, doppiatrice, scrittrice e regista presenta e parla autoironicamente del suo secondo romanzo «Mai all’altezza. Come sentirsi inadeguata e felice».
Temi trattati nel romanzo sono amicizia, voglia di rinascere e l’essenzialità della vita, il tutto sempre accompagnato da un linguaggio ironico.
L’idea iniziale del romanzo era raccogliere tutti quei piccoli grandi traumi che ci formano e ci fanno crescere, dice la Pivetti.
 
L’improvviso incendio del suo appartamento l’ha però portata a sentire un estremo bisogno di racchiudere in un libro tutti quei piccoli ricordi che erano scomparsi e bruciati insieme agli oggetti che a loro si associavano.
La memoria era tutto ciò che le restava dopo essere entrata in quell’appartamento, che ormai non racchiudeva più nulla.
Grazie a questo tema trattato l’incontro porta i pensieri e le preghiere del pubblico alle vittime degli incendi accaduti recentemente in Portogallo e a Londra.
L’autrice ricorda infatti quanto siamo fortunati e quanto non riusciamo ad accorgercene.
Questo libro parla dell’essere inadeguati e di come, sin da piccoli, abbiamo certe situazioni ed eventi che non ci fanno sentire «mai all’altezza».
 
«Perché?», si chiede la Pivetti.
Perché facciamo un percorso in cui assorbiamo tutto ciò che il mondo ci butta addosso ed è lì che formiamo ciò che siamo e poi passiamo il resto degli anni a mettere a posto le «magagne» che abbiamo fatto. O almeno «questa è la mia storia», dice la scrittrice.
Il libro è anche un po’ malinconico, ricordando come ci dimentichiamo facilmente di tutte quelle piccole grandi cose che ci hanno fatto crescere, tutti i sacrifici e tutto ciò che ci è costato raggiungerle.
Ciò che la scrittrice ha cercato di fare con questa opera è raccogliere tutti gli aneddoti e le sventure che l’hanno fatta diventare talentuosa ed autoironica com’è.
 
Il libro è fatto di aneddoti della vita dell’autrice, che racchiudono tutte le sue sfortune e le sue avventure. Questo rende il libro «all’altezza» di tutti, perché chiunque leggendo il romanzo si può rivedere e sentire finalmente adeguato nella sua inadeguatezza.
I racconti sono in tono leggero ma contengono anche riflessioni molto profonde, sottolinea la Slanzi. Pur essendo sempre piena di simpatia la Pivetti critica la nostra società, in cui non ci accontentiamo più delle piccole grandi cose che quando eravamo piccoli ci facevano tanto sorridere.
L’incontro ha aiutato a finire in bellezza in Trentino Book Festival di Caldonazzo, che ha intrattenuto tutta la piazza ed ha fatto condividere a tutto il pubblico le piccole grandi storie di inadeguatezza, creando un senso di unione in tutti i presenti.

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