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Al Parco Paneveggio 6° meeting internazionale Aforgen

Il tema sono le risorse genetiche forestaliI: «geni» delle foreste sotto la lente

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Fondazione Edmund Mach e Parco Naturale di Paneveggio hanno organizzato in questi giorni a Villa Welsperg, in val Canali, il meeting annuale di AforGeN «Alpine Forest Genomics Network», una rete mondiale di ricercatori nata sei anni fa per discutere le prospettive future della ricerca sulle specie forestali alpine e condividerne le conoscenze.
L’evento ha riunito per tre giorni una quarantina di esperti internazionali nel campo della genetica, della genomica e dell'ecologia delle specie forestali, provenienti da Italia, Svezia, Germania, Austria, Svizzera, Slovacchia, Ungheria, Montenegro, Slovenia, Danimarca, Francia e California, e ha rappresentato un’occasione unica per condividere lo studio sulle risorse genetiche forestali.
L'iniziativa rientra nell'ambito di un accordo di collaborazione sottoscritto tra FEM e Parco Paneveggio Pale di San Martino, che riguarda la ricerca e il trasferimento tecnologico nel settore ambientale con una attenzione particolare a quello forestale, faunistico, idrobiologico e zootecnico.
Il network AforGeN è stato fondato nel 2012 in occasione del primo meeting che si è svolto nel Parco Naturale dell’Adamello Brenta.


 
Gli obiettivi principali del network sono lo studio del potenziale di adattamento genetico degli ecosistemi alpini al cambiamento climatico e la condivisione delle informazioni e dei risultati ottenuti.
I meeting annuali di AForGeN sono quindi un’occasione di scambio e condivisione delle conoscenze tra i diversi gruppi di ricerca.
Durante il meeting, che ha visto intervenire in apertura la dirigente del Centro Ricerca e Innovazione, Annapaola Rizzoli e il direttore del Parco Panveggio, Vittorio Ducoli, sono stati presentati i risultati di diversi progetti di ricerca sulle principali specie di interesse forestale.
Si è parlato di abete rosso e degli studi mirati a stabilire se in Scandinavia esiste un eventuale endemismo della specie, di pino cembro, per il quale sono stati illustrati i risultati dell’impiego di metodi genetici per lo studio dell’adattamento a scala locale, di faggio e della sua potenziale resistenza alla siccità.
Una particolare attenzione è stata dedicata all’abete bianco, allo studio del cambiamento nella sua distribuzione sulle Alpi e gli Appennini e al nuovo progetto sull’abete bianco che coinvolge tutti i membri di AforGeN.

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