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L’obbligo di origine in etichetta, traguardo storico per l’Italia

Trasparenza e sicurezza per i consumatori – Di Daniele M. Bornancin

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È di qualche giorno la firma di due decreti ministeriali per introdurre l’obbligo dell’indicazione in etichetta dell’origine del riso e del grano, per la pasta italiana.
Questi provvedimenti del ministro delle politiche agricole e di quello dell’economia, di fatto sono una sperimentazione nel solco della norma già avviata lo scorso aprile per i prodotti lattiero caseari.
È un traguardo non da poco per il nostro Paese, in piena attuazione del regolamento europeo del 2011.
Viene così a essere garantita un’adeguata e trasparente informazione al consumatore, sono tutelati i produttori e migliorati i rapporti delle filiere agroalimentari Made in Italy.
Un provvedimento che pone l’Italia all’avanguardia in Europa, nell’ambito del sistema di etichettatura e per rafforzare la qualità dei prodotti regionali italiani, dando così risposte concrete ai cittadini e alle aziende.
 
Tutto questo sarà sicuramente un’opportunità anche per la definizione degli accordi commerciali europei e internazionali, che richiedono sempre di più scelte forti in materia d’informazione, sicurezza, salubrità, caratteristiche organolettiche del prodotto, in grado di unire al meglio la protezione e la sviluppo delle produzioni alimentari.
L’aumento dell’8% delle esportazioni nei primi cinque mesi del 2017 dimostra l’importanza dell’internazionalizzazione dell’Italia.
Certo, per incrementare l’esportazione, anche da parte delle piccole e medie imprese del sistema produttivo italiano, si rendono necessari ulteriori e nuovi accordi commerciali che non si basino su barriere tariffarie e ostacoli vari.
 

 
Il recente accordo tra l’Italia e il Canada va nella direzione della riduzione degli ostacoli e delle tariffe per l’esportazione e importazione dei prodotti. Importante è la tutela dei consumatori e dei lavoratori, con regole chiare e trasparenza sui prodotti commercializzati.
Questo non è solo un mero obiettivo, ma è quanto espresso nei contenuti dei decreti in questione e risponde al criterio della trasparenza garantendo quindi il cittadino, attraverso l’obbligo di provenienza del prodotto in etichetta.

 In sintesi i decreti riguardano: 
-    Grano/Pasta: le confezioni di pasta secca prodotta in Italia, devono avere in etichetta la zona di coltivazione del grano, il nome del luogo della molitura e della macinatura.
-    Riso: zona di coltivazione, lavorazione e confezionamento del riso.

Naturalmente devono essere chiari anche i nomi dei produttori e delle aziende che commercializzano i prodotti.
I provvedimenti prevedono inoltre una fase di 180 giorni per l’adeguamento delle aziende.
Da uno studio online fatto di recente, dove hanno partecipato ventiseimila persone, risulta che oltre l’85% degli italiani chiede trasparenza nell’indicazione dell’origine del grano e della pasta.
Questo perché il cittadino/consumatore considera importante conoscere l’origine delle materie prime, per una questione di sicurezza alimentare, in modo particolare per il riso e la pasta che sono i prodotti tra i più consumati sulle tavole degli italiani.
 

 
Per quanto concerne un altro alimento importante e presente nelle mense degli italiani, ossia il latte, analoghe disposizioni sono entrate in vigore il 17 aprile scorso, con lo scopo anche di creare un nuovo rapporto tra produttori e consumatori.
Infatti, le nuove regole per le etichette, riguardano l’origine del latte e dei suoi derivati, e si applicano al latte vaccino, ovicaprino e bufalino.
Anche in questo caso le diciture devono essere chiare e leggibili, comprese le indicazioni del luogo di confezionamento e la provenienza del latte, ossia l’origine del latte italiano.
Obblighi questi che sono esclusi nel caso di prodotti DOP e IGP.
Questo è un passo importante per dare al consumatore nuovi elementi, per fare acquisti consapevoli.
 
Informare sempre più il consumatore sulla provenienza, ad esempio del latte dei pascoli di montagna rispetto a quello prodotto negli allevamenti intensivi dei paesi comunitari, fa certamente la differenza, perché la chiarezza e le informazioni in etichetta che distinguono la tracciabilità dei prodotti sono la vera carta d’identità del nostro Made in Italy e del nostro piccolo Made in Trentino, Latte, pasta e riso, sono da molto tempo i tre prodotti base della nostra dieta e sono una porta aperta verso un nuovo modo di concepire il cibo.
Da queste nuove disposizioni non si può tornare indietro, ma solo progredire. Certo, bisogna essere consapevoli tutti, che è sempre meglio consumare prodotti italiani, trentini e locali, fermo restando che come cittadini, più informazioni assumiamo sulle merci che vediamo sugli scaffali dei negozi e più faremo scelte e acquisti con convinzioni e serenità.
 
Daniele Maurizio Bornancin

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