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Un libro per l’estate: «Fuoco sull’Ortigara», di Girotto e Caliaro

Nel centenario della sanguinosa battaglia è stato ricostruito il ruolo poco conosciuto delle grandi artiglierie ferroviarie francesi da 320

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Titolo: Fuoco sull’Ortigara
Autori: Luca Girotto e Luigino Caliaro
 
Editore: DBS 2017
Genere: Centenario Grande Guerra
 
Pagine: 168, illustrate
Prezzo di copertina: € 13
 
 Il contenuto 
Le artiglierie ferroviarie pesanti francesi in Valbrenta e nel Vicentino durante la battaglia dell’Ortigara del giugno 1917.
Furono tra i protagonisti militarmente rilevanti della battaglia dell’Ortigara, ma la loro presenza è passata sostanzialmente sotto silenzio.
Le artiglierie ferroviarie francesi ritrovano ora il ruolo che gli spetta nella storia del conflitto lungo il fronte italiano grazie a Luca Girotto e Luigino Caliaro, autori di «Fuoco sull’Ortigara».
168 pagine a colori, formato 21×23, che con il supporto di oltre 140 straordinarie foto in gran parte inedite e grazie a documenti usciti dagli archivi d’oltralpe documentano per la prima volta una storia mai scritta prima.
 
Spiegano gli autori: in previsione della battaglia dell’Ortigara, gli accordi tra alleati prevedevano l’arrivo di un appoggio d’artiglieria francese a supporto dell’offensiva.
Per varie ragioni, soprattutto per non privarsi di artiglierie campali assolutamente indispensabili sul fronte occidentale, la scelta francese ricadde sull’invio di alcune imponenti artiglierie ferroviarie pesanti.
Per immaginare quale impatto possono aver avuto sui contemporanei è sufficiente guardare gli scatti ritrovati da Girotto e Caliaro che documentano la mole colossale di cannoni come quelli da 320 mm M.le 70-93 su affusto Schneider con una lunghezza complessiva della struttura di quasi 26 metri per 162.000 kg di peso.
 
L’Italia era all’epoca completamente priva di artiglieria ferroviaria di calibro comparabile, e la presenza di quella francese – giganti nati per la difesa costiera ed adattati al tiro su terra – ebbe dunque un effetto mediatico ancor più impattante.
Esse vennero schierate, pochi giorni prima dell’inizio dell’attacco, in Valsugana tra Tezze, Grigno e Primolano e presso Chiuppano e Piovene Rocchette.
Da queste collocazioni nel giugno 1917 i cannoni francesi intervennero, con risultati quantomeno controversi, con fuoco di distruzione sulle prime linee e con tiri di interdizione sulle profonde retrovie austriache dell’altopiano per buona parte dei 19 giorni di durata dello scontro.
 
In appoggio ai convogli ferroviari venne inviata in Italia, con funzioni di ricognizione ed osservazione dei potenziali bersagli, anche una squadriglia aeronautica.
La presenza francese – artiglierie ed aeroplani – venne esaltata da una propaganda mediatica volta a promuovere la cooperazione tra alleati e, benché la Valsugana fosse all’epoca quasi svuotata della popolazione civile, il ricordo di quella breve permanenza per la battaglia dell’Ortigara si è tramandato soprattutto lungo il Canal di Brenta fino ai giorni nostri, assieme a una iconografia poco conosciuta e in gran parte inedita che fa luce anche su miti consolidatisi nel tempo quale quello dei «Mori dei canòni».

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