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L'insegnamento dalla 14ª Lectio Degasperiana – Di M. Bornancin

Dal pensiero di Enrico Letta un invito alla responsabilità e alla solidarietà

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La Lectio Degasperiana 2016 aveva visto come protagonista il Presidente della Repubblica Mattarella, in un importante intervento, con punti di riferimento e di analisi di notevole qualità e visione futura.
Quest’anno, la Fondazione, nell’ambito di una rivisitazione della storia europea, ha invitato due autorevoli studiosi: Letta e Cornelissen, a ripercorrere il rapporto di collaborazione tra Germania e Italia, due Paesi, oggi, vicini e nello stesso tempo distanti, attraverso la storia e l’attività politica di De Gasperi e Adenauer.
Nel cercare di affrontare, nel migliore dei modi, in quest’occasione, il ragionamento e il pensiero di Letta, giova ricordare l’importanza di questa scadenza annuale che la Fondazione dedica all’anniversario della scomparsa del nostro statista trentino De Gasperi, una sorta di momento d’intensità culturale, che non ha eguali, che arricchisce le sensibilità personali e porta ai partecipanti i criteri e i valori della politica per la gente e a favore dello sviluppo delle comunità; ossia, la qualità della politica non per scopi personali, ma al servizio dei territori e della gente.
Valori che oggi sono indeboliti da protagonismi, dal culto delle immagini proprie e da sfrenate ambizioni di potere.
 
Ecco, questi momenti d’incontro possono essere considerati una forma di formazione rispetto al passato, ma anche un modo di essere dell’attualità, aspetti questi che non possono essere dimenticati dopo pochi giorni dalla scadenza di tal evento.
Importante, in questo frangente è la chiave di lettura di Enrico Letta, studioso e politico con una vasta esperienza, non solo italiana, ma anche europea del rapporto tra Italia e Germania, due realtà diverse ma vicine e complementari ed anche funzionali per l’originario disegno europeo.
Per tale ragione in questa sintesi si cerca di estrapolare e interpretare i contenuti più espressivi del prezioso discorrere di Letta.
Un disegno quell’europeo iniziato da Degasperi e Adenauer, uomini e statisti che hanno determinato la rinascita, dopo la seconda guerra mondiale, dei loro Paesi.
Nei periodi seguenti, le relazioni tra i due Paesi è continuata con accordi, sia economici sia politici, che sono stati fondamentali per la crescita dell’Europa. Certo le due realtà così vicine, ma così diverse, hanno operato in chiave politica, soprattutto grazie al rapporto da tempo instaurato tra la DC e la CDU.
Un dialogo che ha fatto nascere il Partito Popolare Europeo e che ha dato un sostanziale appoggio per l’unificazione tedesca voluta in primis da Kohl.
 
Un ulteriore momento del percorso europeo è stato dato dal rapporto di fiducia con Prodi e Ciampi, che permise a Kohl di dare il via libera all’ingresso, sin dall’inizio, dell’Italia nell’Unione Economica e Monetaria Europea, per giungere a un’unica moneta.
Allo stato attuale il rapporto particolarmente positivo di quegli anni, si è in parte affievolito, si è davanti ad una forma strisciante di evoluzione conflittuale, anche perché la Germania insieme alla Francia ha assunto un ruolo spesso dominante nell’Europa dei mercati finanziari, dell’economia e anche nel fenomeno dell’immigrazione dei profughi verso i Paesi europei, che si affacciano sul mare.
Con il venir meno della DC, la CDU ha perso un interlocutore privilegiato che nemmeno ora è stato sostituito da altri partiti e di conseguenza tutto è divenuto più difficile nell’instaurare e rinforzare i rapporti bilaterali che hanno interessato le due realtà.
Le relazioni bilaterali di una certa qualità sono fondamentali e utili a tutta l’Europa; ecco quindi la necessità di riavviare il percorso iniziato da anni, cercando insieme i settori più affini, anche per determinare una vera crescita economica e sociale dei due Paesi.
 
Qui non si tratta di avere un pensiero anti tedesco o anti italiano, ma di affrontare le questioni insieme, con chiarezza, per non ridimensionare il valore politico e sociale dell’Europa Unita.
Il gioco, se così lo vogliamo chiamare, non deve essere basato solo sulla difesa di quanto oggi c’è o si è raggiunto, una forma di naturale autosufficienza, ma è necessaria una visione futura di tutti i Paesi che oggi fanno parte dell’Europa; anche perché i valori storici del disegno europeo erano e rimangono quelli della responsabilità e della solidarietà, che devono viaggiare insieme per poter così riequilibrare il sistema politico europeo e la costruzione anche dell’Europa.
Non si tratta di ampliare le diffidenze o le differenze, ma trovare percorsi e comportamenti idonei a una crescita, non di uno solo dei Paesi europei, ma di tutti.
 
In questa quattordicesima edizione della Lectio degasperiana, Letta ha lanciato un messaggio di speranza, sul futuro dell’Europa, evidenziando che le problematiche attuali che toccano tutti i paesi europei, come la migrazione, il terrorismo, gli squilibri sociali, lo sviluppo economico e sociale, sono superiori alle tensioni degli ultimi tempi.
Non si può dimenticare che l’Europa è nata anche grazie al protagonismo e la volontà italiana nei decenni trascorsi, e a questo proposito, come italiani, tutti insieme dobbiamo usare criteri, nel nostro agire di amministratori, di cittadini, di maggior responsabilità e solidarietà, per ricercare il meglio sempre.
Forse questi messaggi dello studioso Letta, vanno nella direzione di sforzarsi sempre di avere una visione del futuro e di non pensare in modo conformista e nemmeno accontentarsi della scelta al peggio.
Ecco perché è giusto dire che questi incontri annuali a Pieve Tesino, arricchiscono le nostre menti e i nostri animi.
 
Bornancin Daniele Maurizio

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