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Il «Reddito di inclusione» al via dal primo gennaio

L’assegno sarà dai 190 ai 485 euro al mese e riguarderà all’incica 400 mila famiglie – L’ISEE non dovrà superare i 6.000 euro all’anno

Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legislativo che introduce in Italia il «reddito di inclusione».
Gli aventi diritto sono stati quantificati in 400 mila famiglie, pari a circa 1,8 milioni di persone.
L’aiuto massimo corrisponde a non più dell’assegno sociale previsto per gli over 65 senza reddito, cioè 485 euro al mese.
Ovviamente l’importo dipenderà dal numero dei componenti della famiglia e del reddito complessivo, e verrà data priorità alle famiglie con figli minorenni o disabili, donne in stato di gravidanza o disoccupati over 55.
 
 I requisiti 
L’assegno del reddito di inclusione potrà oscillare tra i 190 e 485 euro al mese e sarà corrisposto a famiglie con redditi Isee complessivamente entro i 6mila euro annui.
Il patrimonio immobiliare, esclusa la prima casa di abitazione, non potrà essere superiore ai 20 mila euro, mentre la disponibilità finanziaria deve essere inferiore a 10mila euro. Per la precisione, sarà ridotto a 8mila euro per la coppia e a 6mila euro per la persona sola.
 
 Le domande dal primo dicembre 
Il sostegno sarà concesso per un periodo continuativo massimo di 18 mesi e sarà necessario che trascorrano almeno 6 mesi prima di poterlo richiedere di nuovo.
Le domande potranno essere presentate a partire dal 1° dicembre dal Comune di residenza, il quale verificherà i requisiti di cittadinanza e residenza e la invierà all'INPS entro 10 giorni lavorativi dalla ricezione.
L’INPS verificherà il possesso dei requisiti entro 5 giorni e, in caso positivo, riconoscerà il beneficio. 
 
 I beneficiari  
Beneficiari saranno i cittadini italiani, i cittadini comunitari, i familiari di cittadini italiani o comunitari, non aventi la cittadinanza in uno Stato membro, titolari del diritto di soggiorno o diritto di soggiorno permanente, i cittadini stranieri in possesso del permesso di soggiorno Ce per soggiornanti di lungo periodo, i titolari di protezione internazionale (asilo politico, protezione sussidiaria), purché siano residenti in Italia da almeno due anni al momento della presentazione della domanda.
 
È stato calcolato che l’iniziativa costerà alle casse dello Stato circa due miliardi all’anno.

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