I Carabinieri di Borgo aggiungono un reato dell’Operazione «Ransom»
Oltre al sequestro a scopo di estorsione, si aggiunge l’accusa di Rapina aggravata da parte di più persone in concorso fra loro
I Carabinieri della Compagnia Carabinieri di Borgo Valsugana e la Procura della Repubblica di Trento (D.D.A. - Dr. Davide Ognibene), nell’ambito delle indagini inerenti l’Operazione «Ransom», oltre al reato di sequestro di persona a scopo di estorsione da parte di più persone in concorso fra loro, hanno anche avuto modo di accertare a carico delle 5 persone indagate il reato di rapina aggravata da parte di più persone in concorso per eseguire od occultare altro reato, perpetrato sempre nei confronti della medesima vittima trentina, il giovane residente in Bassa Valsugana.
In effetti, nell’arco temporale in cui il giovane veniva rapito a Levico Terme e mantenuto sotto sequestro nella serata del 23 settembre 2016, dopo essere stato malmenato, subiva anche la rapina del proprio telefono cellulare Huawei P8 Lite, del valore di Euro 500 circa, tra l’altro privo di codici di sblocco e pertanto subito utilizzabile.
Tale telefono cellulare non veniva più restituito alla vittima, nemmeno dopo che suo padre aveva corrisposto ai sequestratori la somma di denaro da costoro pretesa a titolo di riscatto e definitiva risoluzione del «contenzioso».
Tuttavia le indagini permettevano di accertare che in realtà l’ammontare di denaro effettivamente pagato dal genitore era in realtà stato pari ad euro 6.500, dato che i sequestratori avevano «onestamente» tenuto conto del valore del telefono cellulare da loro rapinato ritenendo «giusto» scontarlo dalla cifra totale «dovuta» di Euro 7.000.
In merito il GIP del Tribunale di Trento Dr. Marco La Ganga ha confermato l’impianto accusatorio e probatorio formulato dal P.M. procedente.
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