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La «nuova Federazione» nelle novità dello statuto sociale

Tra le novità principali la collaborazione tra i settori cooperativi, la trasparenza dei compensi degli organi sociali, una nuova composizione del CdA

Il consiglio di amministrazione della Federazione ha approvato ieri all’unanimità la proposta della speciale Commissione per la revisione dello statuto varata il 5 settembre scorso.
Tra le novità principali il rafforzamento del ruolo della Federazione Trentina della Cooperazione, la collaborazione tra i settori cooperativi, la trasparenza dei compensi degli organi sociali, una nuova composizione del consiglio di amministrazione.
Fissati limiti ai mandati, agli incarichi e ai compensi.

Il consiglio di amministrazione della Federazione Trentina della Cooperazione ha approvato all'unanimità la bozza del nuovo statuto varata il 5 settembre scorso dalla speciale «Commissione per la revisione dello statuto sociale» istituita dall'assemblea sociale del 14 ottobre scorso.
La riforma contiene importanti innovazioni sotto il profilo della governance del movimento, dei rapporti tra cooperative ed enti di servizio e di rappresentanza, e del ruolo stesso della Federazione.
I contenuti sono stati presentati stamani, durante la conferenza stampa ospitata alla sala consiglio della Federazione Trentina della Cooperazione, dal presidente della Cooperazione Trentina, Mauro Fezzi, dai vicepresidenti Paola Dalsasso (consumo), Cesare Cattani (credito), Luca Rigotti (agricoltura), da Giuliano Beltrami, coordinatore della commissione, e da Alessandro Ceschi, direttore generale della Federazione.
 
«La commissione ha lavorato molto, ha lavorato in maniera coscienziosa, – ha osservato il presidente Fezzi. – Credo sia stato fatto un grande sforzo di mediazione. La sintesi delle cose è che ognuno faccia un mezzo passo indietro per riuscire a farne uno in avanti. Tutti insieme.»
La commissione - composta da Giuliano Beltrami, Pierluigi Fauri, Geremia Gios, Michele Odorizzi, Paolo Spagni, Sergio Vigliotti (votati dall’assemblea) e da Marina Castaldo, Alessandra Cascioli, Nadia Martinelli, Alessandro Merlini e Germano Preghenella (indicati dal consiglio di amministrazione) - ha lavorato in questi mesi con impegno elaborare un testo di riforma che tenga conto delle direttive del documento programmatico del 14 ottobre 2016, e nello stesso tempo permetta un rinnovamento della Federazione in cui si possano riconoscere le varie sensibilità presenti nel movimento, alla luce delle sfide di questi ultimi tempi, in primis la riforma del credito cooperativo.
 
«È stato fatto un lavoro proficuo e sono molto contento del lavoro compiuto, – ha spiegato Giuliano Beltrami. – È stato caratterizzato da parecchia motivazione. I componenti hanno lavorato con grande partecipazione.»
La bozza condivisa da tutta la commissione e dal consiglio sarà ora presentata ai soci per una ulteriore valutazione in specifici incontri sul territorio che saranno organizzati nei prossimi mesi.
Infine, essa tornerà in assemblea riunita in sessione straordinaria per la definitiva approvazione, prevista entro l'anno.
Ciò significa che le nuove disposizioni statutarie avranno valore già dalla prossima assise ordinaria elettiva prevista nel giugno del prossimo anno.
 
 Le principali novità della riforma 
Dal testo emerge una forte sottolineatura sulla intercooperazione.
Fin dall'art.3 (scopo mutualistico) si afferma la «centralità della collaborazione tra i settori quale strumento per la valorizzazione e per il rafforzamento della cooperazione in Trentino».
Concetto che poi viene ripreso più volte nel testo dello statuto, laddove, ad esempio, si richiede alla Federazione di «favorire e coordinare le relazioni morali ed economiche tra le singole società, tra le stesse e gli organismi di secondo grado, nonché tra i vari settori della cooperazione, concorrendo alla creazione di un sistema integrato che si ispira ai principi della cooperazione».
 
 La «nuova» Federazione 
Lo statuto assegna alla Federazione un ruolo centrale per il «rafforzamento e la coesione» del movimento cooperativo, anche attraverso nuove attività in capo alla stessa. Essa, ad esempio, sarà chiamata a promuovere la valutazione del ritorno sociale dell'attività cooperativa.
Tra le nuove attività, la Federazione potrà anche attuare iniziative nell'ambito delle politiche del lavoro, in accordo con istituzioni pubbliche e private.
Al fine di favorire lo sviluppo democratico e la partecipazione alla gestione del sistema cooperativo, dovranno essere evitati cumuli di cariche in capo alla medesima persona, quando non siano giustificati da esigenze del sistema.
 
La Federazione funge da centro di servizi, con priorità alle associate, ed assicura ogni forma di assistenza e supporto anche al sistema del credito cooperativo, estendendo anche fuori dal Trentino tutti i servizi erogati.
Di più. Con l'obiettivo di rafforzare gli strumenti di autocontrollo del movimento cooperativo, la Federazione "assiste ed accompagna le cooperative socie nella gestione della propria attività, attraverso strumenti di supporto strategico ed operativo, nonché controlli e verifiche di bilancio, anche a carattere certificativo".
L'attività di vigilanza sulle cooperative, sulla base della normativa regionale in materia, sarà esercitata dalla Federazione «assicurando la non ingerenza delle proprie cariche elettive», nonché «l'indipendenza dei propri revisori rispetto all'ente oggetto di revisione».
 
 Formazione 
La Federazione potrà gestire anche direttamente corsi per la qualificazione tecnica e l'aggiornamento professionale degli amministratori e dei lavoratori.
Per rendere misurabile tale obiettivo è prevista l'introduzione di crediti formativi obbligatori e di sistemi di valutazione delle competenze.
 
 Le novità nella governante 
Il nuovo consiglio sarà composto dal presidente e da 22 consiglieri, individuati favorendo la presenza degli organismi di secondo grado, nonché la rappresentanza di genere e i giovani cooperatori.
Saranno comunque riservati quattro rappresentanti ciascuno ai settori agricolo, credito e consumo; tre rappresentanti ciascuno ai settori della produzione lavoro e servizi e quello delle cooperative sociali e abitazione. I rappresentanti dei settori nominati da specifiche pre-assemblee (cinque al posto degli attuali quattro convegni di settore) vengono eletti dall'assemblea tra gli amministratori delle società federate appartenenti al rispettivo settore.
I quattro consiglieri che non risultano espressione dei singoli settori vengono eletti tra i soci delle società federate.
Alle sedute del cda partecipano come invitati permanenti i presidenti dell'associazione giovani cooperatori e associazione donne in cooperazione. Alle due associazioni spettano anche di diritto due rappresentanti ciascuna nei comitati di settore.
 
 Rimodulati i voti spettanti ai settori 
Lo statuto prevede una parziale revisione delle soglie per definire il numero dei voti spettanti ad una associata in sede di elezione degli amministratori e del presidente della Federazione, in funzione delle quote di capitale versate dall'associata che dipendono dal numero dei soci.
Con la nuova formulazione cresce leggermente il peso delle cooperative agricole, pressoché invariato i settori del consumo e lssa, cala in misura impercettibile la quota del credito.
La cessazione dalla carica di amministratore della società federata impegna l'interessato a rassegnare le dimissioni dall'incarico.
Il cda elegge uno o più vicepresidenti, di cui uno vicario, favorendo una equilibrata rappresentanza dei settori.
 
 Limite dei mandati 
Il presidente e gli amministratori non possono rimanere in carica nel medesimo ruolo (presidente o consigliere) per più di tre mandati pieni consecutivi (massimo tre esercizi ognuno). Un mandato si intende "pieno" se supera del 50% la durata fissata in sede di elezione.
I compensi. L'ammontare del compenso degli amministratori sarà deciso dall'assemblea. Qualora un consigliere assuma la carica di amministratore in società su nomina o designazione della Federazione, l'ammontare complessivo dei compensi percepiti per questi incarichi non può risultare superiore al limite massimo fissato dall'assemblea.
I componenti del consiglio non possono mantenere più di tre incarichi remunerati in qualità di presidente o amministratore delegato di società federate.
L’importo di tutti i compensi riconosciuti agli amministratori viene pubblicato sul sito della Federazione.
 
 Comitato esecutivo 
Il consiglio di amministrazione nomina, su proposta del presidente, un comitato esecutivo composto dal presidente, dal vice vicario e da quattro consiglieri (sei in totale, rispetto agli attuali nove).
Non possono essere nominati i consiglieri che contemporaneamente sono presidenti di consorzi di secondo grado.

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