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Babysitter: a chi affidare i bimbi questo autunno?

Alcune note sul servizio in Italia, sui costi e sulle opportunità di scelta

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Le scuole hanno riaperto e per molti genitori significa poter far cessare ai propri bimbi la frequenza dei centri estivi, dirottando la propria formazione e - perché no! - il proprio svago, verso le scuole.
Tuttavia, non significa affatto che l’esigenza di poter fare affidamento su un buon servizio di baby-sitting sia esaurita: l’apertura ritardata delle scuole in alcune regioni e necessità pomeridiane o serali, alimenteranno anche nei prossimi mesi il ricorso a babysitter più o meno professionali.
A proposito: a chi affidare i propri bambini questo autunno?

 Scegliere un servizio ad hoc 
Anche se circa un terzo degli italiani «utilizzano» i nonni per l’affidamento dei bambini, una ricerca condotta da Sitter Italia afferma che il gradimento di un servizio professionale di baby-sitting è in crescita grazie soprattutto alla sua capacità di garantire una flessibilità senza uguali, e alla maggiore convenienza economica rispetto a asili nidi privati e doposcuola.
Il 13% degli intervistati sostiene inoltre che la scelta di una babysitter possa essere preferibile anche sotto il profilo dell’attenzione per l’educazione e la crescita formativa dei pargoli.
Al di là delle tante famiglie che necessitano di un supporto costante, è di interesse rilevare come il 15% degli intervistati dichiara di aver bisogno di una babysitter solo per la sera, e che il 25% solo per giorni specifici.
 
 Quanto costa una babysitter in Italia 
Stando al sito internet sitter-italia.it, il costo di una babysitter all’ora nel nostro Paese è pari a 7,67 euro: a tanto ammonterebbe infatti la tariffa media, rendendo la Penisola non certamente tra le zone del mondo più economiche per l’erogazione di un simile servizio.
Dall’indagine emerge infatti che la tariffa media italiana è la più alta in Europa, con le babysitter di Francia e Danimarca che non arrivano a 6 euro l’ora (rispettivamente, 5,5 euro e 5,7 euro), e quelle olandesi che sfiorano i 7 euro (6,86 euro). Si avvicinano di più alle tariffe tricolori, pur senza toccarle, quelle di Norvegia (7,29 euro) e Spagna (7,44 euro).
Intuibilmente, la tariffa sopra esplicitata non può che celare sensibili differenze all’interno del Paese.
Limitandosi ad assumere in considerazione le sole grandi città, infatti, emerge come Roma e Milano si posizionino stabilmente al di sopra della media tricolore con - rispettivamente - 8,2 euro e 8,4 euro l’ora.
Sopra gli 8 euro troviamo anche Bologna (8,01 euro), mentre sono leggermente più economiche le babysitter a Trento, con una tariffa di 7,98 euro.
Nella macro area, peraltro, Trento è la città con le tariffe più convenienti, considerato che il listino sale a 8,26 euro a Merano, 8,37 euro a Bolzano, 8,75 euro a Brunico, 9 euro a Moena, Ortisei e Terlano, 10,78 euro a Cortina d’Ampezzo.
Per poter incontrare tariffe sensibilmente più basse bisogna scendere il crinale della Penisola, con Palermo che ha una tariffa media di 7,29 euro l’ora, Napoli che richiede 7,12 euro e Bari - la più economica tra le città capoluogo - con «soli» 6,84 euro l’ora.
 
 Babysitter sharing, nuova tendenza si affaccia anche in Italia 
Anche al fine di risparmiare sulle tariffe di cui sopra, pure nel nostro Paese si sta affacciando la tendenza del babysitter sharing, la condivisione dei servizi della babysitter.
In questo modo, il costo del servizio viene suddiviso tra 2 o 3 famiglie, permettendo al bimbo o alla bimba di poter ottenere l’ulteriore beneficio di condividere il proprio tempo con un altro compagno o compagna della stessa età, con il/la quale giocare e studiare sotto la supervisione della babysitter.
E voi che ne pensate? Quanto pagate la vostra babysitter? E il concetto di condivisione legato all’affidamento temporaneo dei bimbi vi alletta?

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