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«Cassa Centrale Banca, il Gruppo c'è già e sarà tra i più solidi»

Meeting a Milano con le 110 Banche di Credito Cooperativo, Casse Rurali e Raiffeisen che hanno aderito al progetto di costituzione della capogruppo

Nuova tappa di avvicinamento a Milano per la costituzione del gruppo bancario cooperativo Cassa Centrale Banca.
Riuniti oltre 800 delegati delle 110 Banche di Credito Cooperativo, Raiffeisen e Casse Rurali che hanno aderito al progetto.
Particolarmente qualificata la presenza di quattro relatori in rappresentanza di Banca D’Italia, Ciro Vacca, Maria Antonietta Antonicelli, Graziano Grasso ed Eliana Ferrara, che hanno ripercorso tappe, obiettivi e tempi del progetto e sottolineato che il Gruppo di fatto è già partito.
L’incontro di oggi si colloca infatti nelle fasi salienti della strutturazione della Capogruppo e del Gruppo, che porterà a presentare l’istanza autorizzativa a inizio 2018.
 
Il Gruppo Cassa Centrale Banca si collocherà tra i primi 10 Gruppi Bancari e tra i più patrimonializzati, con il parametro che misura la solidità CET 1 Ratio pari al 17,20%, un valore molto elevato rispetto alla media delle banche italiane.
Le 110 banche di credito cooperativo che hanno aderito alla capogruppo (diventeranno 101 da ottobre per effetto delle fusioni) in totale gestiscono circa 1.600 filiali in tutta Italia (Sardegna esclusa), oltre 11.000 collaboratori, un patrimonio di 7 miliardi di euro, circa 77 miliardi di attivi ed impieghi per 47 miliardi.
Per il presidente Giorgio Fracalossi «grazie alla disponibilità di un patrimonio netto al di sopra della soglia del miliardo di euro necessaria per la costituzione della holding, possiamo ribadire con forza che oggi siamo sostanzialmente un gruppo bancario.
«Con l’aumento di capitale deliberato dalle Bcc arriveremo a 1,2 miliardi, di cui 800 milioni di capitale libero e disponibile per investimenti e per sostenere le Bcc eventualmente in difficoltà.»
 
Per Fracalossi «Ci troviamo in un momento per certi aspetti storico in cui il sistema creditizio all’interno del quale il nostro gruppo gioca e giocherà un ruolo importante sta perfezionando l’adattamento al nuovo contesto di mercato ed alla profonda revisione regolamentare seguita ad una crisi lunga e complessa. Con il nostro progetto sapremo valorizzare le banche di territorio.»
Fracalossi non esclude per il futuro la quotazione in Borsa della Capogruppo: «Prima dobbiamo costituire un Gruppo con una buona redditività, poi potremo anche collocare una parte del capitale sul mercato».

Mario Sartori, direttore generale del gruppo Cassa Centrale Banca ha ricordato che «Abbiamo fatto oggettivamente molta strada ma non basta, dobbiamo puntare all’eccellenza. E per farlo dobbiamo avanzare passo dopo passo senza scorciatoie.
«Banca d’Italia non ci farà sconti, ma è importante che la Vigilanza si affianchi a noi in un gioco di squadra. È un salto in avanti.
«Saremo un Gruppo innovativo e competitivo, con un forte radicamento territoriale di banche locali, ma capaci di conquistare nuove fette di mercato.
«Abbiamo avviato quasi trenta cantieri che stanno lavorando sui vari dossier.»
 
Sulla questione degli Npl (i crediti deteriorati), Sartori ha ribadito l'esigenza di ridurne i volumi, anche se già ora le Bcc e Casse Rurali del gruppo, con il 19% di sofferenze lorde, sono complessivamente sotto la media nazionale.
«Dobbiamo condividere con Banca d’Italia un piano di forte riduzione. Agiremo sia sul piano delle cessioni sia della valorizzazione del crediti in difficoltà.»
A proposito delle Bcc in difficoltà che hanno aderito al gruppo, Sartori ha chiarito che il sistema di valutazione è molto prudenziale, e sono solo 4 le banche con il «semaforo rosso», rappresentano il 3% degli attivi, per le quali già ci sono piani di fusione o risanamento.
Altre 9 banche (che rappresentano il 7% degli attivi) presentano qualche difficoltà.
«In ogni caso – ha ribadito Sartori – tutte le banche che aderiranno alla capogruppo saranno risanate prima dell’avvio.»
 
Sulla partecipazione nel capitale di Iccrea delle Bcc aderenti a Cassa Centrale Banca, pari complessivamente al 23%, tale da farne l’azionista di riferimento, i vertici di Cassa Centrale hanno confermato di averne parlato con il presidente e il direttore di Iccrea, condividendo in maniera molto serena l’opportunità di alienare tale partecipazione, considerata non strategica.
Ma in questo momento la questione non è tra le priorità di Ccb.

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