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A.D. 577, i Longobardi nel Campo Rotaliano – Di Daniela Larentis

La manifestazione di tre giorni organizzata dall’Associazione Castelli del Trentino sarà inaugurata venerdì a Mezzolombardo – Intervista al Presidente Bruno Kaisermann

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Prenderà il via fra qualche giorno un’importante manifestazione dal titolo «A.D. 577, i Longobardi nel Campo Rotaliano», organizzata dall’Associazione Castelli del Trentino: durerà da venerdì 6 a domenica 8 ottobre 2017, inaugurazione alle ore 20.00 a Mezzolombardo, Trento, nella Sala Civica di Corso del Popolo 17, alla presenza del Sindaco e delle autorità.
Venerdì, nell’occasione verrà proiettato il film-documentario di Eugenio Farioli Vecchioli «L’Italia dei Longobardi» (2013, 96’).
Prodotto dall’Associazione Italia Langobardorum e realizzato in partenariato con Archeoframe, il laboratorio di valorizzazione e comunicazione dei Beni Archeologici dell’Università IULM di Milano, il film narra la storia del popolo longobardo presentandone le massime espressioni artistiche ed architettoniche attraverso la voce di studiosi, ricercatori e testimonial d’eccezione.
Sabato, invece, alle ore 9.00 a Sala Spaur, Piazza Erbe - Corso del Popolo, si terrà il convegno storico internazionale curato dal prof. Giuseppe Albertoni, moderatore lo scrittore e giornalista Pietro Marsilli, ma gli appuntamenti in agenda non finiscono certo qui.
 
All’evento è inoltre collegato l’allestimento di una mostra bibliografica sui Longobardi nella biblioteca di Mezzolombardo.
Le tre giornate dedicate alla riscoperta di questa popolazione germanica prendono spunto da una battaglia fra Franchi e Longobardi consumata attorno al 577 d.C. nella Piana Rotaliana.
Abbiamo avuto il piacere di porgere a riguardo alcune domande a Bruno Kaisermann, Presidente dell’Associazione Castelli del Trentino.
 

 
Che cosa avvenne nel 577 A.D. nella Piana Rotaliana?
«Nel territorio che oggi è comunemente chiamato Piana Rotaliana avvenne uno scontro armato fra i soldati del regno franco d’Austrasia che scendevano dal castrum di Anagnis, zona identificata con l’attuale castellaccio di Portolo, e le schiere longobarde del ducato di Trento comandate dal conte Ragilone di Lagare, da identificare forse con la Vallagarina; i Longobardi furono sconfitti e il duca franco Cranmichi scese poi fino a Trento mettendola a ferro e fuoco finché non arrivò il potente duca Evin che lo sconfisse inseguendolo sino a Salorno, liberando il territorio.
«Tutto l’episodio è narrato dallo storico Paolo Diacono, il quale parla di battaglia in campo Rotaliano senza fornirci la data esatta, più studiosi, tuttavia, ipotizzano sia avvenuta nel 577 d.C.»
 
«577 A.D. Longobardi in Campo Rotaliano»: come è nata l’idea di questo evento e da chi è stato organizzato?
«Tutto nasce da alcuni elementi: la data del 577 che, come per ogni anniversario che si rispetti, si fa coincidere in cifra tonda, nel nostro caso con il 2017; quindi si è pensato di prendere spunto da questa ricorrenza per provare a togliere dal cono d’ombra in cui è stata relegata la narrazione di questo popolo e l’epoca del regno longobardo in Italia.
«Come scrive lo studioso Gasparri, uno dei massimi esperti dei Longobardi, la cultura italiana non ha ancora fatto i conti con il passato barbarico del nostro paese, sono ancora presenti pesanti incrostazioni della classicità sull’età longobarda e sul suo indiscutibile apporto di civiltà alla nostra storia: ma su questo e su altri temi il Convegno che si svolgerà sabato 7 ottobre tenterà di fare un po' di chiarezza.
«L’Associazione Castelli ha organizzato l’evento, contando sull’indispensabile collaborazione della Pro Loco Mezzolombardo, con in testa il Presidente Luca Toniatti e il suo staff. I delicati aspetti organizzativi della rievocazione e del coordinamento dei due gruppi di historical reenactment sono curati da Elena Percivaldi, saggista, medievista e titolare dell’agenzia Perceval Archeostoria, impresa culturale nota in molti importanti centri in tutta Italia per la gestione professionale di questi eventi.»
 
Da chi è patrocinato?
«La manifestazione gode di diversi e importanti patrocini: in primis quello del Ministero dei Beni per le Attività culturali e Turistiche, e questo, ovviamente, se da un lato ci fa molto piacere dall’altro ci impegna a far in modo che tutto si svolga come da programma; altro patrocinio di rilievo è quello accordato da Italia Langobardorum, l’ente nazionale che si occupa dei siti seriali longobardi in Italia sotto l’egida UNESCO.
«Sempre dal punto di vista culturale ci hanno concesso il loro patrocinio il Centro Studi Ponzio di Cluny e il Museo degli Usi e costumi della gente trentina.
«Fra quelli istituzionali vi è ovviamente da citare quello del Comune di Mezzolombardo, il Sindaco Girardi e l’assessore alla Cultura Betalli hanno infatti creduto fin da subito all’importante ed impegnativo avvenimento; poi, quello della Regione Trentino-Alto Adige, della Comunità Rotaliana, del Bim Adige. Inoltre il convegno è presente nel calendario degli eventi del sito RETI MEDIEVALI, iniziativa scientifica online per gli studi medievistici sostenuta da un gruppo di studiosi di atenei italiani e stranieri, altro segnale importante dell’attenzione riservata al nostro evento.»
 
Quanto durerà la manifestazione?
«Si parte venerdì 6 ottobre alle 20.00 in Sala Civica con la presentazione ufficiale per poi continuare sabato in Sala Spaur, Corso del Popolo, con il convegno, il cui responsabile scientifico è il prof. Giuseppe Albertoni. In località ai Piani di Mezzolombardo, nel suggestivo bosco al Castagnet, verrà approntato il campo longobardo che chiuderà domenica pomeriggio.»
 

 
Quali sono i vari appuntamenti previsti nell’ambito di questa iniziativa?
«Di fatto la manifestazione si muove su due piani distinti anche se collegati: al momento accademico, che si concretizza nel Convegno storico internazionale di sabato e nel film di venerdì sera, si affianca un momento divulgativo storicamente rigoroso ma più leggero, con la presenza di reenactors termine inglese che significa all’incirca rievocatore, cioè una persona che non professionalmente, ma comunque dopo attente ricerche storiche, impersona un ruolo e ricrea alcuni aspetti di un evento o di un periodo storico (anche se nel caso di A. D. 577 forse è più corretto parlare di ricostruzione storica).
«Mentre la prima parte della manifestazione è dedicata specificatamente a studiosi e appassionati di storia, la seconda è rivolta alle scuole. In particolare, avranno a disposizione i laboratori didattici, la ricostruzione di un campo longobardo, dimostrazioni di combattimento, la riproduzione della fusione del bronzo, storytelling per i bambini e molto altro, a cura della Scuola di Scherma Storica marchigiana Fortebraccio Veregrense e del gruppo emiliano Bandum Freae. Ma sono previste anche due mostre, una in Biblioteca Comunale ed una ai Piani, e per gli amanti di gastronomia verrà organizzata una cena a tema.»
 
Chi volesse prenotarsi alla cena longobarda a chi si deve rivolgere?
«I posti sono limitati e fino a venerdì 6 le prenotazioni verranno raccolte dal Consorzio Turistico al numero di telefono 0461 1752525; ricordo che la cena, rigorosamente a base di piatti della cucina altomedievale, sarà accompagnata da spiegazioni sull’alimentazione dell’epoca e musica medievale, quindi è da considerarsi più un momento di immersione nelle atmosfere dell’età di mezzo che una semplice consumazione di pasto.»
 
Chi è responsabile del Convegno storico internazionale che si terrà a Mezzolombardo sabato 7 ottobre e di che cosa parlerà a grandi linee? Chi interverrà alla conferenza e quali argomenti specifici verranno toccati dai relatori?
«Il convegno storico è curato da Giuseppe Albertoni, professore di Storia Medievale all’Università di Trento, e il suo intervento tratterà proprio di quella giornata particolare di 1440 anni fa nel campo rotaliano; la relazione iniziale sarà tenuta dal prof. Stefano Gasparri dell’Università Ca’ Foscari Venezia, forse il più noto ed internazionalmente accreditato studioso italiano dei Longobardi, il quale porrà l’accento su come parlare e scrivere dei Longobardi oggi in Italia e in Europa.
«Gli altri importanti interventi sono quelli della medievista Percivaldi che parlerà del monaco trentino Secondo di Non, del giovane studioso Francesco Borri dell’Accademia delle Scienze di Vienna, che si occuperà del periodo dell’anarchia ducale del Regno longobardo durante il quale si consumò la battaglia rotaliana; della professoressa Tiziana Lazzari dell’Università di Bologna, che tratteggerà il ruolo delle donne e in particolare della cattolica regina Teodolinda nel periodo altomedievale, e di Germana Gandino, docente presso l’Università del Piemonte Orientale, specialista delle tematiche delle narrazioni medievali, la quale tratteggerà la figura di Paolo Diacono.
«Come si vede, un seminario che merita ampiamente il patrocinio ministeriale. Il delicato lavoro di moderatore degli interventi è affidato al Vicepresidente della nostra associazione Pietro Marsilli.»
 
Come è stata organizzata la ricostruzione storica del campo longobardo e quali attività sono previste?
«Come è stato detto, numerose sono le attività previste nel campo longobardo, allestito nell’ampio prato circondato dai secolari castagni nella località ai Piani a 3 km da Mezzolombardo: laboratori, visite guidate, dimostrazioni, fusione del bronzo, ordalia, spiegazioni per adulti e bambini, mostra di pannelli con testi e foto, musica; ci sarà anche un piccolo chiosco per consumazioni veloci a disposizione delle famiglie.
«È previsto anche il trasporto con bus navetta gratuito con partenza da Piazza Fiera, visti i pochi posti disponibili nel parcheggio pubblico ai Piani.»
 
Nella biblioteca di Mezzolombardo è stata allestita una mostra bibliografica sui Longobardi. Può fornirci qualche informazione a riguardo? Fino a quando rimarrà aperta al pubblico?
«La mostra allestita dal 30 settembre nei locali della Biblioteca in via Filos rimarrà aperta sino a sabato 15 ottobre ed espone libri, cataloghi di mostre, tesi di laurea, riviste che illustrano i vari aspetti dei popoli barbari in generale e dei Longobardi in particolare.
«Certo, sarebbe stato bello poter esporre la notissima e splendida fibula longobarda di Brez, utilizzata come logo nel sito dedicato all’evento, ma per ovvi motivi non è stato possibile. L’esposizione, curata dalla Biblioteca, è accompagnata da un opuscolo bibliografico a disposizione del visitatore.»
 
Quali aspetti indaga il film-documentario di Eugenio Farioli Vecchioli, dal titolo «L’Italia dei Longobardi»?
«Il film-documentario, ricordiamo, ha vinto il primo premio alla XXIV Rassegna Internazionale del Cinema Archeologico 2013 Città di Rovereto-Archeologia Viva e racconta per la prima volta la storia dei Longobardi, presentandone le massime espressioni artistiche e architettoniche, attraverso la voce di studiosi, ricercatori, operatori e testimonial d'eccezione: il giornalista Toni Capuozzo a Cividale, il cantante Omar Pedrini a Brescia, il critico d'arte Philippe Daverio a Castelseprio, lo scrittore Vincenzo Cerami a Spoleto, il pianista Maurizio Mastrini a Campello, il musicista Peppino Principe a Monte Sant'Angelo. Venerdì 6 ottobre verrà brevemente introdotto da Elena Percivaldi dopo i saluti di apertura delle autorità.»
 
Un’ultima curiosità: lo scorso anno l’Associazione Castelli del Trentino organizzò nella Sala Civica di Mezzolombardo un incontro, durante il quale Paolo Boschi tenne una relazione sui toponimi di origine longobarda nella Piana Rotaliana. Ci può ricordare alcuni lemmi che identificano località di origine longobarda o qualche cognome diffuso in queste zone che ne testimoni l’origine?
«Quando Paolo Boschi nel gennaio 2016 tenne la sua relazione sui toponimi longobardi in piana Rotaliana sollevò così tanta curiosità ed attenzione che ci venne l’idea di pubblicare un libro. Un’idea che si è concretizzata con la stampa del volume proprio in questi giorni.
«Il lavoro del socio Boschi si è così allargato a più aspetti sia introduttivi che metodologici del suo innovativo metodo interpretativo che lascio scoprire ai lettori.
«Per rispondere alla domanda posso fornire almeno un esempio e cioè quello del nome di Mezzolombardo sul quale si è scritto molto e di tutto. Non è stata la presenza dei Longobardi, che pure vi sono stati, a dare il nome alla cittadina.
«Furono gli abitanti stessi che, in tempi successivi, ad esempio in un documento del 2 maggio 1578, cominciano a definirsi come quelli dimoranti nel villaggio di Mez Lombardo per differenziarsi da quelli del villaggio di Mez Tedesco, l’attuale Mezzocorona, e questo per rimarcare l’appartenenza al principato vescovile e la propria tradizione di matrice italiana, come dal XI secolo in poi, sta appunto ad indicare il termine lombardo o longobardo.
«Ebbene, anche per lo studioso il nome di Mezzolombardo è una parola longobarda derivante dall’anglosassone che si può così scomporre: MEZ = MAETH = prato, spazio libero + LOM = LONG = lungo, con caduta della consonante finale di sillaba e adattamento della N alla B successiva + BARD = BORD = dorsale montuosa, parola che però non è un lemma etnico che ricorda la presenza dei Longobardi; quindi il valore complessivo è distesa prativa ai piedi della lunga dorsale montuosa.
Io mi fermo qui, per tutte le altre interessantissime definizioni sui toponimi, idronomi, oronimi, coronimi e antroponimi invito alla consultazione del libro in uscita fra breve.»
 
Daniela Larentis – d.larentis@ladigetto.it

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