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L'Autonomia: una lezione che portiamo a casa

Confronto con il Consiglio delle autonomie locali: sul tavolo i problemi comuni e la nuova architettura istituzionale in Trentino

E' una lezione che porteremo nei nostri comuni: «Oggi abbiamo incontrato un popolo che fa comunità. E' la sfida che tutti i piccoli comuni devono raccogliere per essere parte attiva del sistema Italia. C'è un risveglio dell'interesse, ma questo deve andare di pari passo con la qualità dei servizi per fare fronte alle esigenze dei cittadini. Oggi c'è un rapportato alterato tra responsabilità e risorse finanziarie. Se non si inverte questa tendenza tra qualche anno non si troverà nessuno disposto a fare il sindaco nei piccoli comuni. Consideriamo poi che il ruolo del sindaco nel tempo è variato, ha ampliato non solo le sue competenze, ma anche il suo essere attivo nell'ascoltare la gente nei suoi problemi quotidiani.»

Sono solo alcuni dei concetti e dei ragionamenti, espressi da Sabrina Simone Sindaca di Pretore e usciti dalla due giorni di lavori che hanno interessato il Consiglio delle autonomie locali impegnato in un confronto con la Consulta nazionale ANCI piccoli Comuni (sotto i 5mila abitanti) sul tema del ruolo dei Comuni della Regione Trentino Alto Adige Sudtirol alla luce delle proposte di modifica dello Statuto.
E quando si parla di piccoli comuni in Italia si parla di una percentuale di Comuni che è il 70 per cento del totale e che investe il 54 per cento del territorio con ben 11 milioni di abitanti.
A illustrare i lavori della Consulta sono stati Adalberto Mosaner, Sindaco di Riva del Garda e Laura Ricci, sindaca di Croviana i due membri designati dal Consiglio delle autonomie.
 
Entrambi hanno evidenziato il percorso della Consulta, sottolineando, come in maniera trasversale, sia stata accolta la proposta di valorizzare l'autonomia degli Enti locali.
Il Presidente della Cal Paride Gianmoena ha rimarcato come il valore dell'autonomia sia un valore condiviso: «La nostra Autonomia - ha detto - ha mille anni di storia che derivano dalla volontà della nostra gente di autogovernarsi e non c'è nessuna norma di Legge che possa sostituirsi alla responsabilità di gestire quello che qualcuno definisce un privilegio, ma che privilegio non è e nemmeno un’eredità. È una responsabilità e voglia di fare con un traguardo da raggiungere tutti i giorni. Qui ognuno risponde del suo operato e la vicinanza delle sedi dove si decide significa anche controllo diretto da parte dei cittadini.»

Numerose le domande, soprattutto in merito all'architettura istituzionale che in Trentino deriva dalla riforma istituzionale, dai processi di fusione e dalle gestioni associate.
Ma, al di là delle difficoltà, il tema centrale che è emerso è la volontà di reagire ed innovare che i piccoli Comuni mettono ogni giorno in campo.
Ne è dimostrazione gli sforzi che si fanno soprattutto nell'innovazione e nel mettere a disposizione di tutti la conoscenza.
Fare rete tra i Comuni non è certo uno slogan, ma una realtà concreta che si evidenzia in incontri come quello di oggi.
Il grazie convinto, a un confronto che ha arricchito la discussione lo ha espresso Massimo Castelli, coordinatore ANCI dei piccoli Comuni di montagna: «Dobbiamo sempre puntare alle buone prassi - ha detto - dialogando in maniera proficua per riversare sul territorio esperienze che permettano ai piccoli comuni di continuare ad esistere grazie alla loro determinazione e alla loro testa dura. Tipica della gente di montagna.»

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