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«Adolescenti e Alcol, problema, significato, contrasto all’abuso e risorse sociali»

I risultati della terza indagine nazionale: «Chi ha bevuto per la prima volta con i genitori ha meno probabilità di sperimentare l’eccesso

La maggioranza degli adolescenti ha provato l’alcol: esordio precoce ma in presenza dei genitori.
Consumi importanti per una minoranza mentre l’ubriachezza permane stazionaria.
La famiglia mantiene un ruolo indiretto di protezione ma l’influenza è contesa dal gruppo dei pari.
Fare molto di più per informare e coinvolgere le famiglie rispetto ai rischi di abuso e a comportamenti scorretti potenziando responsabilità e prevenzione.
Messaggio ai genitori: imparate a cogliere e contrastare in tempo i segnali di un disagio iniziale o l’esordio di comportamenti trasgressivi.

Gli adolescenti italiani (13-14enni) che stanno completando la scuola media e si accingono ad entrare nella secondaria di secondo grado, hanno in maggioranza o appena assaggiato (87%), o anche bevuto consapevolmente (77,3%), almeno una volta una bevanda alcolica.
Come noto da altri studi sul modello di esordio italiano, la cosa avviene presto: i più hanno assaggiato la prima volta un alcolico oltre i 10 anni (41,2 %), anche se una minoranza importante lo ha fatto tra i 6 ed i 10 anni (27,3%).
Una buona maggioranza dei ragazzi ha assaggiato in presenza di figure adulte (71,8%), distinte tra genitori (48,5%), e altri adulti (23,3%).
L’esordio con solo coetanei tocca il 9,3% degli intervistati. Si confermano le tradizionali occasioni di «battesimo» con le bevande alcoliche: brindisi (46,6%), e festa tra amici (10,6%).
Le bevande «iniziatiche» sono stabilmente il vino ma anche la birra.
La frequenza di consumo (ultimi tre mesi) vede la maggioranza relativa dei rispondenti non consumare (52%), mentre i consumi da 1-2 volte al mese riguardano il 13,9%.
I consumi avvengono in maggioranza durante i pasti (65,8%).
 
I giovani si dividono in tre tipologie: i non consumatori (astemi o senza alcun consumo recente) sono il 45,2% del campione.
Gli occasionali (al massimo 2 volte al mese): 39,7% e gli abituali (almeno una volta a settimana o più): 15,1%.
Tra i fattori che discriminano positivamente con il consumo è la percezione gradevole alla prima occasione (dichiarata dal 48,3% di chi beve abitualmente).
L’ubriachezza almeno una volta tocca il 18,1% degli intervistati, dato stazionario rispetto all’indagine precedente. Nel 59,9% dei casi l’esperienza è stata casuale e non ricercata.
Tra i cosiddetti «non bevitori», l’abuso é un esito marginale (3,9%).
Il genere maschile è più esposto di quello femminile all’eccesso.
La supervisione familiare resta un fattore chiave di riduzione del rischio: chi ha bevuto per la prima volta con i genitori ha meno probabilità di sperimentare l’eccesso.
L’ammonizione dei genitori sotto forma di informazione/discussione sui rischi di comportamenti di abuso alcolico è infrequente.
Solo il 13,5% di mamme e papà hanno affrontato esplicitamente il tema dei rischi e delle relative conseguenze.
Il 31,5% dei genitori non lo ha mai fatto. È un dato su cui riflettere per l’importanza della famiglia come primo agente di prevenzione.
Tuttavia il ruolo della famiglia appare in qualche modo conteso dal ruolo del gruppo dei pari che se influente, esercita una pressione molto maggiore di quella degli adulti.
 
I dati emergono dalla terza indagine nazionale «Adolescenti e Alcol: problema, significato, contrasto all’abuso e risorse sociali», presentati oggi presso l’aula Kessler dell’Università di Trento.
La ricerca, promossa dall’Osservatorio Permanente sui Giovani e l’Alcol e dalla Società Italiana di Medicina dell’Adolescenza è stata realizzata dal Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università di Trento sotto la direzione scientifica del Prof. Carlo Buzzi.
Attraverso 1.982 questionari di un campione costruito rigorosamente sono stati intervistati - su un tema che li tocca da vicino ma sul quale raramente vengono interpellati - giovani di età compresa tra i 12 ed i 14 anni residenti in diverse città italiane, campionate in modo rigoroso per area geografica e dimensione dei centri urbani.
Sono stati così approfonditi conoscenze, opinioni e atteggiamenti dei ragazzi delle medie su un tema di sicura importanza come l’esordio, i consumi e l’eccesso di bevande alcoliche.
L’indagine rivela cose già parzialmente note (come l’esordio precoce «benigno» che ci contraddistingue la cultura del bere in Italia), ma esplora anche una nuova precocità di alcuni dei giovani verso forme di rischio un tempo retaggio di età più grandi.
 
«A tal proposito –dichiara il Prof Enrico Tempesta Presidente – questa fascia di precoci consumatori è indice di una potenziale vulnerabilità legata a vari fattori non ultimo la precoce stimolazione alla gratificazione immediata che passa anche attraverso la pervasività delle nuove tecnologie digitali e la relativa precocità di utilizzo.
«Questo aspetto – continua Tempesta, – va approfondito e allarga l’attenzione della prevenzione dalle sostanze di consumo come alcol e droghe ai comportamenti compulsivi di divertimento propri della generazione dei nativi digitali.»
 
I risultati offrono numerosi e importanti spunti di riflessione per educatori, operatori sociosanitari e soprattutto decisori politici, su tema ampliamente dibattuto nell’arena pubblica:
Discuteranno dei risultati presentati dagli autori e delle loro implicazioni Carlo Buzzi (Dipartimento di Sociologia Università di Trento), Maurizio Tucci (Laboratorio Adolescenza), Michele Contel (Osservatorio Permanente sui Giovani e l’Alcool) Marcello Lunelli (Ferrari), Raffaele Lovaste (Istituto Europeo delle Dipendenze). Coordinerà il lavori il Prof. Enrico Tempesta (Osservatorio Permanente sui Giovani e l'Alcol).

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