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Sostanze pericolose in aree pubbliche dell'Alto Adige

Confermato che ci sono solo tracce: Dachverband für Natur - und Umweltschutz conferma dati analisi ufficiali di monitoraggio

I dati presentati oggi dalla federazione dei protezionisti sudtirolesi Dachverband für Natur- und Umweltschutz confermano i risultati che gli uffici provinciali hanno reso noto: infatti sulle aree verdi nei parchi giochi in Val Venosta sono stati rilevati modeste tracce di prodotti fitosanitari, sempre in una quantità spesso al margine di precisione della metodica.
L’assessore provinciale all’agricoltura Arnold Schuler sottolinea: «è chiaro che i prodotti fitosanitari non dovrebbero essere rinvenuti al di fuori delle aree agricole. I risultati dimostrano però che la stragrande maggioranza dei contadini si attengono ad una buona pratica e seguono le linee guida provinciali.»
Da quanto riportato dalla federazione la ricerca dei residui di numerosi principi attivi, usati tra l’altro anche al di fuori dell’agricoltura su 71 campioni di erba prelevati a bordo strada e in aree pubbliche ha evidenziato su 52 la presenza di minime tracce: dopo aver calcolato il margine di precisione tali risultati sarebbero da considerare sotto la soglia.
19 campioni presentano tracce di principi attivi che sono usati anche al di fuori della coltivazione del melo – tra cui la cipermetrina che usata in ambito veterinario contro le zecche e il bezalconiocloruro che è presente in molti prodotti della pulizia della casa.
 
Schuler ricorda che «per evitare l’effetto della deriva, la Giunta provinciale ha già operato con una serie di provvedimenti quali lo stabilire delle distanze massime per l’esecuzione dei trattamenti e garantire che tutti gli agricoltori siano formati e seguano una buona pratica in tutti gli aspetti della cura delle piante. Inoltre nell’ Alta Venosta sono in corso una serie di ricerche per individuare ulteriori provvedimenti per la riduzione della deriva.»
Quanto reso pubblico sia dall’Azienda Sanitaria e dalla federazione dimostrano che quanto fatto finora ha portato dei buoni risultati.
Un ulteriore valutazione dei dati e in particolare delle minime tracce di principi attivi rinvenute bisogna però chiedersi se costituiscano effettivamente un rischio per la salute.
Bisogna inoltre considerare che per l’erba non esistono limiti normativi e che non è considerato come alimento per l’uomo: «Le sostanze attive verso funghi e parassiti sono spesso le stesse che troviamo nei medicinali e nei fitosanitari», afferma Schuler.
 
Ad esempio l'assessore riferisce che una crema, acquistata recentemente nella farmacia di Malles senza ricetta contro l’infestazione da scabbia, contiene il principio attivo permetrina che dall’anno 2000 non è più autorizzato come fitosanitario ma si trova nella banca dati europea dei fitofarmaci.
Questa crema contiene una concentrazione al 5%, concentrazione che risulta molto alta se confrontata a quella che si poteva trovare nei fitosanitari.
Da un semplice calcolo 15 grammi di questa crema lasciano sulla pelle una quantità di sostanza attiva corrispondente a quella che si avrebbe con un contatto diretto sulla superficie erbosa di 17,5 campi di calcio.
O meglio la quantità della sostanza attiva che si mette sulla pelle è da 3.000 a 75.000 volte maggiore di quella misurata per chilogrammo di erba nei campioni della federazione.

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