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Riforma anziani, le proposte delle cooperative sociali di Consolida

Alla vigilia del dibattito in Consiglio provinciale, la cooperazione sociale formula le proprie proposte di emendamento in un convegno a Trento

Il presidente della Cooperazione Trentina Mauro Fezzi: «Dovremmo riuscire a delineare percorsi che consentano una apertura maggiore del privato sociale rispetto al pubblico, tutelando anche la comunità da operatori privati che affrontano il mercato con molta aggressività. Questa può essere una buona opportunità non solo per le cooperative sociali ma per la cooperazione in generale.»
Dare la possibilità alle famiglie di utilizzare le risorse disponibili (in particolare l'assegno di cura) a seconda dei loro reali bisogni e riconoscere che anche la cooperazione sociale può informare e aiutare le famiglie nella ricerca dei servizi più adatti alle loro necessità.
Sono queste le due principali proposte di emendamento alla riforma provinciale dei servizi agli anziani che andrà in aula tra pochi giorni, presentate dalle cooperative sociali del consorzio Consolida nel convegno che si è tenuto oggi alla fondazione Caritro, e che costituisce il secondo appuntamento della settimana «Impresa sociale al cubo».
 
«Consapevoli che i dati anagrafici e il contesto richiedeva di ripensare i servizi agli anziani – ha affermato Serenella Cipriani, presidente del consorzio – abbiamo fin dall'inizio del dibattito politico e mediatico cercato di dare il nostro contributo per la costruzione di un sistema non solo sostenibile ma anche realmente vicino ai bisogni mutati e mutevoli nel tempo delle persone.
«E nel disegno di legge che andrà in aula da domani abbiamo visto che alcune delle nostre riflessioni sono state raccolte, come ad esempio la centratura della riforma sulla Comunità di Valle anziché sulla Apsp come previsto all’inizio.
«Riteniamo però ci siano ancora spazi di miglioramento, opportuni e necessari.»
 
«C'è infatti – ha precisato Italo Monfredini, direttore generale del Gruppo Spes – un'eccessiva enfatizzazione del servizio erogato in sede domiciliare. Questo servizio è importante perché risponde alle esigenze diffuse degli anziani parzialmente autosufficienti, allevia in questa fase il carico delle famiglie e riduce gli accessi impropri al servizio residenziale.
«Questo però non significa che il servizio possa essere sostitutivo di quello residenziale (in Rsa), poiché sono sempre di più i cittadini affetti da un grado di non autosufficienza tale da non potere essere gestiti a domicilio.
«La logica del sostegno alla vita presso il proprio domicilio inoltre, va collocata nella continuità assistenziale riconoscendo alle famiglie di poter accedere anche in strutture residenziali utilizzando l'assegno di cura temporaneamente.»
 
Spesso il passaggio da una condizione di autonomia ad una di non completa autosufficienza è improvviso e comunque non pianificabile.
Si deve dare il tempo (3- 6 mesi) alle famiglie di potersi organizzare. Questo aprirebbe per altro alla possibilità di immaginare interventi nuovi che oggi non esistono.
L'altra proposta di emendamento riguarda l’accesso ai servizi: «Condividiamo la scelta di un punto unico di accesso che dia ai cittadini le informazioni e li sostenga nella costruzione di piani individualizzati di cura e assistenza.
«La riforma dei servizi agli anziani affida questo compito alle Comunità di Valle che però a loro volta lo possono affidare alle Apsp.
«Una soluzione intermedia che da un lato confonde enti pubblici politici con aziende pubbliche gestori di servizi, dall'altro esclude la cooperazione sociale.
«Riteniamo che il buon senso, ancor prima delle ragioni tecniche, imponga che un attore senza fini di lucro, socialmente radicato e riconosciuto, debba essere parte integrante della azione di governo del nuovo strumento Spazio Argento
Monfredini ha inoltre aggiunto che la cooperazione sociale è in grado di investire per ampliare l’offerta di residenzialità, e quindi di rispondere ai bisogni delle famiglie che non possono essere soddisfatti con risorse pubbliche. È importante che a farlo sia un soggetto del privato sociale perché è in gioco anche l’equità del sistema.
 
L’assessore provinciale alla salute Luca Zeni ha ascoltato le proposte ringraziando la cooperazione sociale per il contributo che ha dato alla riforma, e poi ha risposto alle osservazioni.
Sull’assegno di cura sarà portato in aula l’emendamento che amplia i tempi di utilizzo.
Sugli altri punti, invece, in particolare per lo «Spazio argento», ha ribadito le scelte fatte, che non vogliono escludere la cooperazione sociale, ma mantenere una regia pubblica.
Dopo l’intervento dell’assessore permangono le perplessità della cooperazione sociale, che manifesta la volontà di continuare il dialogo anche nella fase attuativa dei regolamenti alla legge.
«Impresa sociale al cubo», la settimana di appuntamenti organizzati dal consorzio con le proprie associate sul temi del welfare continua domani 7 novembre alle 20.30 alla Fondazione bruno Kessler (Via Santa Croce 77, Trento) con «Case aperte» un talk con Johnny Dotti Università Cattolica di Milano e fondatore di Welfare Italia.

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