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Selezionato fra 11 possibili gestori scelti tra i 60 candidati

Alberto Bighellini di Verona è il nuovo gestore del rifugio Marchetti allo Stivo

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Una selezione non facile quella che tra 60 candidati ha individuato una prima rosa di 11 possibili gestori e tra questi alla fine ha scelto il vincitore.
Tre o quattro candidature avevano tutti i requisiti che SAT aveva indicato per diventare il gestore di questo rifugio appena ricostruito, che in SAT tutti amano definire «un’auto carrozzata 600, ma con un motore Ferrari».
Il prescelto, Alberto Bighellini è di Verona, ha 28 anni ed ha lavorato nei rifugi del Trentino per diversi anni, iniziando dal basso: dapprima come lavapiatti, poi come addetto ai rifornimenti a bordo dell’elicottero, e poi come aiuto-gestore anche per quanto riguarda la parte burocratico-amministrativa.
Ultimo in ordine di tempo il lavoro presso il rifugio Altissimo, gestito da Eleonora Orlandi la scorsa stagione.
Largo ai giovani dunque il motto in SAT, dei quali la montagna ha sempre più bisogno. 


 
Alberto ha ricoperto in passato qualsiasi mansione pur di rimanere tra le montagne ed ora con un rifugio tutto suo da gestire, Bighellini ha coronato un sogno che accarezzava da tempo ed è quasi certo che l’apertura al pubblico si possa prevedere in occasione delle prossime festività natalizie.
Il rifugio (2.059 metri) che si raggiunge dal Passo di Santa Barbara o da Malga Campo di Arco, è un balcone molto suggestivo che si affaccia sul lago di Garda e sulla Val Lagarina, la vista spazia sulla catena del Monte Baldo a sud, sulle Piccole Dolomiti ed il Pasubio a est, sull’ Adamello, sul Carè Alto, sulla Presanella e sulle Dolomiti di Brenta a ovest.
Il rifugio dello Stivo, dedicato a Prospero Marchetti (cofondatore e primo Presidente della SAT), fu inaugurato nell’ottobre del 1906 ed oggi dopo quasi due anni di ristrutturazione complessiva, può ospitare in modo confortevole 23 escursionisti in stanze di varie dimensioni.
 

 
Nel corso degli anni la struttura ha subito diversi interventi, ma la ristrutturazione definitiva appena terminata, ne fa un edificio di alta portata tecnologica, sia per quanto concerne il risparmio energetico che l’approvvigionamento idrico.
E’ stata infatti particolarmente curata la coibentazione ed è stato inoltre realizzato un impianto solare termico con 10 moduli solari verticali per la produzione di acqua calda che rendono autosufficiente la struttura durante la stagione invernale ed anche nelle giornate di chiusura, grazie al riscaldamento a pavimento.
Per la corrente elettrica esistono oltre alla caldaia, due blocchi di pannelli fotovoltaici che con 10 ore di sole creano 36 KW/ore di calore.
Non esistono sorgenti e corsi d’acqua nella zona e dunque serviva un impianto di raccolta dell’acqua piovana molto efficiente, che è stato raddoppiato rispetto al passato garantendo un accumulo di 84.000 litri di acqua.
Un «conta litri» andrà a verificare poi il consumo giornaliero, dato che sono stati realizzati servizi aggiuntivi, come le docce che prima non esistevano.

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