Home | Interno | Forze Armate | Andalo: in memoria del sacrificio del Brig. Ottavio Monaco

Andalo: in memoria del sacrificio del Brig. Ottavio Monaco

Fu ucciso dai tedeschi il 9 settembre del 1943, l’indomani dell’armistizio firmato Badoglio

image

>
Nella mattinata di ieri, presso la Stazione di Andalo, è stata scoperta una lastra di marmo a ricordo del sacrificio del Brigadiere dei Carabinieri Ottavio Monaco, morto per mano nazista il 9 settembre 1943.
Madrina della cerimonia la figlia del sottufficiale, Marisa, che il giorno della morte del padre aveva soltanto due anni.
Presenti anche il marito della signora ed i figli, uno dei quali porta il nome del nonno.
Il Gen. Massimo Mennitti, comandante della Legione Carabinieri T.A.A., intervenuto insieme al comandante provinciale Col. Luca Volpi, ha ricordato il senso del dovere del Brigadiere Monaco, il quale, a costo di perdere la vita (cosa che purtroppo si verificò), non volle lasciare la caserma così restando vicino alla comunità facendo fino in fondo il proprio dovere.
L’alto ufficiale ha omaggiato la figlia del graduato con la bandiera italiana posta a copertura della targa.
 
Presenti i sindaci dei Comuni di Andalo e Molveno (la famiglia Monaco vive a Molveno), il presidente della Comunità della Paganella. Il parroco di Andalo Don Giovanni ha benedetto il monumento.
Il sacrificio della vita del Brigadiere Monacoè ricordato anche da una lastra in marmo posta nella Stazione Carabinieri di Resia (BZ). Lo scorso anno alla memoria del sottufficiale, di origini reatine, è stata intitolata una Piazza del Comune di Cittaducale (RI).
A seguire il «parlato» della commemorazione, da cui possono essere desunte precise notizie sulla vita del Brigadiere Monaco:
Signor Generale, autorità tutte, benvenuti alla cerimonia di intitolazione della sala d’attesa della Stazione Carabinieri di Andalo alla memoria del Brigadiere Ottavio Monaco, il quale, in Resia all’Adige, il 9 settembre 1943 – qualche ora dopo che la voce del Mar. Badoglio, dalla radio, aveva annunciato la fine della guerra, in un Paese allo sbando – venne ucciso da soldati dell’esercito tedesco  dopo essere stato vigliaccamente accusato di tradimento da persone che aveva perseguito per ragioni del suo ufficio.
 

 
Ottavio Monaco, di Beniamino ed Amelia Romito, nasce a Cantalice (RI) il 14 dicembre del 1912. Figlio di commercianti (i genitori, che di figli ne hanno altri 9, amministrano un negozio di generi alimentari), trascorre la sua giovinezza nel paese natio, dove porta avanti gli studi fino a conseguire il titolo abilitativo alla professione di maestro, impiego che però non assolverà mai preferendo ad esso la carriera militare.
Non ancora ventenne, si arruola infatti nell’Arma dei Carabinieri frequentando la scuola sottufficiali. Promosso Vice Brigadiere, è trasferito a Bolzano.
Qui conosce Amedea Meneghini, che ha cinque anni meno di lui ed è di Molveno (la ragazza, in quel periodo, passa di tanto in tanto del tempo in compagnia della zia, che a Bolzano conduce un negozio di vendita di tabacchi).
 
La sposerà il 22 febbraio del 1941, in Molveno. Insieme si stabiliranno in Resia all’Adige, dove Ottavio andrà ad assumere l’incarico di comandante di Stazione e dove nascerà Maria Luisa, che oggi è con noi quale madrina di questa sentita cerimonia.
È lì che, come ricordato, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, il Brigadiere Ottavio Monaco troverà la morte per mano nazista.
In quei giorni, ricordava la moglie, che è venuta a mancare ormai nove anni fa, aveva manifestato preoccupazione ma, ligio al suo giuramento, aveva deciso di non lasciare la caserma che gli era stata affidata. Il suo corpo non verrà più trovato.
È credibile che i nazisti in fuga se ne siano liberati lanciandolo nelle acque del lago alpino di Resia.
 
Il sottufficiale è stato insignito del distintivo d’onore di deceduto in servizio alla memoria con la seguente motivazione: «Comandante di stazione Carabinieri di Resia all’Adige, veniva trucidato dai soldati nazisti su delazione di persone del luogo che nutrivano forti sentimenti anti italiani e in particolare contro il Brigadiere, reo di aver svolto il proprio dovere perseguendo a termine di legge, per ragioni d’ufficio, i suoi delatori».

Condividi con: Post on Facebook Facebook Twitter Twitter

Subscribe to comments feed Commenti (0 inviato)

totale: | visualizzati:

Invia il tuo commento comment

Inserisci il codice che vedi sull' immagine:

  • Invia ad un amico Invia ad un amico
  • print Versione stampabile
  • Plain text Versione solo testo

Pensieri, parole, arte

di Daniela Larentis

Parliamone

di Nadia Clementi

Musica e spettacoli

di Sandra Matuella

Psiche e dintorni

di Giuseppe Maiolo

Da una foto una storia

di Maurizio Panizza

Letteratura di genere

di Luciana Grillo

Scenari

di Daniele Bornancin

Dialetto e Tradizione

di Cornelio Galas

Orto e giardino

di Davide Brugna

Gourmet

di Giuseppe Casagrande

Cartoline

di Bruno Lucchi

L'Autonomia ieri e oggi

di Mauro Marcantoni

I miei cammini

di Elena Casagrande