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Arresto dei richiedenti asilo, l’ira delle istituzioni trentine

Rossi e Zeni: «Si tratta di un fatto di una gravità assoluta» – Bruno Dorigatti: «Un atto orrendo che indigna e impone una forte condanna»

La notizia dell’arresto dei tre richiedenti asilo con l’accusa di violenza e rapina ha suscitato lo sdegno della popolazione, la condanna delle formazioni politiche e l’ira delle istituzioni trentine.
L’amoralità - prima ancora che l’immoralità - di persone che mentre stanno chiedendo aiuto e accoglienza all’Italia «perché nella loro nazione rischiano la vita» non concede alcun tipo di esimente ai colpevoli arrestati.
Di seguito i commenti inviati alle redazioni dal presidente Rossi insieme all’assessore Zeni e dal presidente del Consiglio Provinciale Bruno Dorigatti.

 La condanna di Ugo Rossi e Luca Zeni 
Con queste parole il presidente della Provincia Ugo Rossi e l'assessore alla salute e politiche sociali, Luca Zeni, hanno commentato i recenti fatti di cronaca, esprimendo la propria solidarietà alla vittima unita al ringraziamento alle Forze dell'Ordine per l'impegno e la tempestività nell'intervento.
 
Si tratta di un fatto di una gravità assoluta. Proprio mentre stiamo lavorando per sensibilizzare tutta la comunità contro la violenza sulle donne, avviene una violenza gravissima. In questo caso poi si aggiunge l’amarezza in quanto commessa da persone ospiti della nostra comunità.
Appena avuta notizia del fatto, è stata immediatamente revocata l'accoglienza ai due richiedenti asilo accusati della violenza.
L'ospitalità all’interno della comunità trentina è condizionata imprescindibilmente al rispetto delle regole e su questo non possono essere fatte deroghe.
Chi non rispetta le più basilari regole di convivenza non può essere ospite nel nostro territorio.
Per coloro che non rispettano le regole, soprattutto per reati così gravi, chiediamo agli organi statali di essere rigorosi nell'applicazione della legge, nell'accertamento delle responsabilità e per la commutazione di adeguate pene, affinché episodi di questo genere non si ripetano mai più.»
 
 L’indignazione del presidente Bruno Dorigatti 
La Presidenza del Consiglio provinciale apprende con sgomento la tragica notizia della violenza di gruppo perpetrata da tre profughi nigeriani ai danni di una loro connazionale a Trento.
Un atto orrendo che indigna e impone una forte condanna e la determinazione a proseguire con maggiore impegno, e con tutti i mezzi possibili, le iniziative di contrasto e di sensibilizzazione del drammatico fenomeno della violenza di genere.
Nell’esprimere tutta la solidarietà alla vittima e l’apprezzamento per l’atto di coraggio nel denunciare i suoi carnefici, l’Istituzione legislativa della nostra Autonomia riafferma quanto già evidenziato in più occasioni, ovvero che la violenza di genere è un fenomeno trasversale: non ha tempo, età, «territorialità», colore della pelle ed appartenenze religiose.
Si tratta, inoltre, di un fenomeno che in tantissimi casi non è neppure frutto di emarginazione e che, purtroppo, riguarda tutti gli ambienti sociali e culturali della società.
Un concetto che va ribadito proprio ora per evitare che possibili discriminazioni culturali ed etniche riconducano nell’alveo di potenziali xenofobie e populismi un reato così orribile.

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