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Operazione «Ultimo botto», arrestato un improbabile fochino

I Carabinieri hanno trovato in casa di un 52enne di Mezzano una vera e propria Santa Barbara sicuramente non destinata ai botti di Capodanno

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La notte del 31 dicembre, militari della Stazione Carabinieri di Imer nell’ambito dei specifici controlli predisposti al fine di garantire la Pubblica Sicurezza in occasione dei festeggiamenti di fine anno, hanno perquisito dell’abitazione di Romagna Graziano, cinquantaduenne residente a Mezzano già noto agli inquirenti, ritenendo che all’interno della sua abitazione detenesse abusivamente armi o materiale esplodente.
I sospetti degli operatori ha trovato da subito ampio riscontro poiché all’interno della sua residenza di Mezzano, ben occultato all’interno di un ripostiglio, veniva rinvenuto un importante quantitativo di materiale esplodente di fabbricazione in parte balcanica.
 
 Ecco l’elenco di quanto rinvenuto 
-    N. 1 cordone detonante lungo 118 mt. contenente dell’esplosivo detonante,
-    N. 2 spezzoni di miccia a lenta combustione contenente della polvere nera flemmatizzata,
-    N. 1 una matassa di miccia a lenta combustione catramata, uno spezzone di miccia a lenta combustione catramata contenente della polvere nera flemmatizzata (di potenza ridotta),
-    N. 6 detonatori elettrici con micro ritardo,
-    N. 88 detonatori ordinari a miccia di varia potenza,
-    N. 2 detonatori a miccia innescati con spezzone di miccia a lenta combustione, unitamente a diversi detonatori elettronici e detonatori a miccia.
 
Alle domande dei militari riguardo la provenienza dell’esplosivo e al motivo della sua detenzione l’uomo si è chiuso in un assoluto silenzio.
Di seguito, in ordine al rinvenimento del materiale sopra descritto, il cinquantaduenne veniva tratto in arresto in flagranza del reato di detenzione di materiale esplodente dando notizia al Magistrato di turno, sost. procuratore Alessandra Liverani della Procura della Repubblica di Trento, che disponeva la traduzione dell’indagato presso la casa circondariale di Trento.
 
Gli accertamenti sul materiale esplodente, esperiti dalla Sezione Artificieri del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Bolzano, ne confermavano la pericolosità e l’ottimo stato di conservazione anche se la fabbricazione risaliva a una trentina di anni fa.
Il materiale, solitamente impiegato nel settore delle cave, se utilizzato per scopi diversi può provocare gravi danni ad infrastrutture e parti di edifici e avere esiti devastanti e mortali sulla persona.
Sono in corso specifici approfondimenti al fine di identificare il fornitore dell’esplosivo e cpaire il motivo della detenzione, stante al fatto che l’arrestato non risulta avere particolari connessioni con il mondo della criminalità organizzata né con ambienti riconducibili all’area eversiva.

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