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Paratubercolosi bovina, nuovo piano di controllo volontario

L'Azienda sanitaria sostiene il costo dei test sugli animali, a carico degli allevatori le spese per l'eliminazione dei capi risultati sieropositivi

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Diventa volontaria per gli allevatori trentini l'adesione al Piano di controllo della paratubercolosi bovina.
Lo prevede la delibera con la quale la Giunta provinciale ha approvato ieri, su richiesta dell'assessore alla salute, il nuovo Piano di controllo della «malattia di Johne», una malattia infettiva tra le più importanti per l’ampia diffusione e per i danni economici arrecati agli allevamenti, soprattutto quelli bovini.
Per aderire al Piano, non più cogente a partire dall’anno 2018, l’allevatore dovrà sottoscrivere con l’Azienda provinciale per i servizi sanitari il formale impegno a rispettare le disposizioni in esso contenute, tra le quali l’eliminazione dei capi risultati sieropositivi al test di controllo per la paratubercolosi eseguito nell’ambito delle attività di profilassi e di compravendita.
La scelta dell’adesione volontaria al Piano di controllo responsabilizza l’allevatore e implica da parte dello stesso il riconoscimento dell’impatto economico-sanitario della malattia e dell’importanza di adottare in allevamento idonee misure sanitarie per il controllo della stessa.
 
Per gli allevatori che aderiscono al Piano rispettandone gli impegni, gli oneri per l'esecuzione dei controlli sono a carico dell'Azienda provinciale per i servizi sanitari.
Le risultanze complessive dei controlli svolti fino ad oggi hanno consentito di avere un quadro dell’infezione sul territorio provinciale e di conoscere lo stato sanitario degli allevamenti bovini.
Sulla base dei controlli effettuati nell’ultimo quinquennio, la percentuale dei capi risultati positivi annualmente sul totale dei bovini esaminati varia da un minimo dell’1,4% (anno 2015) ad un massimo del 3,5% (anno 2014).
La percentuale degli allevamenti risultati positivi annualmente sul totale degli allevamenti controllati varia invece da un minimo del 10,3% (anno 2015) ad un massimo del 23,3% (anno 2014), dati sicuramente confortanti se si pensa che da alcune indagini epidemiologiche condotte in altre regioni italiane è emersa una diffusione della paratubercolosi negli allevamenti bovini stimata tra il 20% e il 40%.
 
 SCHEDA 
La paratubercolosi è una malattia infettiva e contagiosa ad andamento cronico e debilitante che colpisce principalmente i ruminanti domestici e selvatici ed è causata da Mycobacterium avium subsp. paratuberculosis.
È una malattia infettiva tra le più importanti per l’ampia diffusione e per i danni economici arrecati agli allevamenti soprattutto quelli bovini; la tipologia di allevamento sempre più legato all’incremento della produttività, l’elevata concentrazione dei capi bovini nelle aziende e la commercializzazione degli animali hanno favorito negli ultimi anni la diffusione dell’infezione e l’aumento dell’incidenza della malattia.
 
L’effetto negativo della paratubercolosi sulle produzioni animali è ben documentato: calo delle produzioni di latte, diminuzione dell’incremento ponderale, peggioramento della valutazione della carcassa al macello e maggiore incidenza di problemi sanitari tra cui ipofertilità e mastiti.
Non esiste attualmente alcuna terapia efficace in grado di eliminare l’infezione dall’animale. Una strategia efficace per limitare la diffusione dell’infezione in allevamento si basa tra l’altro sull’eliminazione dei soggetti infetti e sulla protezione dei vitelli, che sono la categoria di bovini più sensibile.

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