Home | Rubriche | Pensieri, parole, arte | Il mondo vegano in un libro e un incontro – Di Daniela Larentis

Il mondo vegano in un libro e un incontro – Di Daniela Larentis

Una scrittrice, una chef e una nutrizionista a confronto sulla cucina tradizionale e vegana – FIDAPA propone il dibattito presentato dalla giornalista Luciana Grillo

image

>
A Trento, presso la Sala Fondazione CARITRO, venerdì 12 gennaio 2018 la «Federazione italiana donne arti professioni affari», FIDAPA BPW ITALY Sezione di Trento, ha organizzato innanzi a un folto ed attento pubblico un incontro a cui hanno partecipato la scrittrice, esperta di cucina vegana Francesca Gregori, la chef trentina Cecilia Cattoni e la nutrizionista Patrizia Rita Di Gregorio.
Tema del confronto: il cibo nella cucina tradizionale e nella cucina vegana.
Ha presentato il dibattito la giornalista Luciana Grillo, sottolineando la necessità di un’informazione precisa e rigorosa su un argomento che da qualche anno imperversa sui media.
 
Lei stessa aveva recensito tempo fa il volume dal titolo «Vegan senza glutine» di Francesca Gregori e Maria Alessandra Tosatti, (vedi), una pubblicazione edita da Il Punto d’Incontro che, come aveva evidenziato a suo tempo, è molto più di un libro di ricette, in quanto «informa con chiarezza e semplicità, ma anche con il dovuto rigore sull’essere vegani, sul glutine, sui latticini, sugli effetti del latte, sul perché si decida di essere vegani»; si tratta in sintesi di una guida alla sana alimentazione, utile per i celiaci, per gli intolleranti, e si rivolge a tutti coloro che desiderano approfondire i principi di un modo di nutrirsi genuino senza rinunciare a gusto e prelibatezze.
 
La Grillo nel suo intervento ha calamitato l’attenzione dei numerosi ascoltatori presenti in sala, decantando la ricchezza tutta italiana di prodotti e ricette, l’interesse che per cibo e convivialità hanno manifestato intellettuali ed artisti nel corso dei secoli, nonché l’affermazione di grandi cuochi (mentre la cucina quotidiana, ha fatto presente, è sempre stata a carico delle donne).
Prima relatrice Cecilia Cattoni, laureatasi in Interior Design con la tesi: Slowfood: viaggio attraverso i sapori dei presidi italiani, già impegnata con chef stellati, da Morelli a Cracco.
La giovane chef non ancora trentenne ha puntato sulla tradizione, lei propone la rivisitazione di antiche ricette, partendo sempre da prodotti di cui si conoscano provenienza e qualità.
 
La cucina vegetariana e vegana è stata presentata dalla scrittrice Francesca Gregori che coniuga la sua filosofia alimentare con i principi della macrobiotica e dello yoga, senza rinunciare ai sapori, servendosi esclusivamente di ingredienti che non abbiano origine animale.
Il primo capitolo del libro da lei scritto è dedicato al glutine, viene raccontato che cosa sia e quando sia giusto escluderlo dalla dieta, quali siano le intolleranze più frequenti.
Purtroppo, come viene ribadito dall’autrice, nella nostra epoca l’uomo ha modificato i cereali che contengono glutine e questo, in ultima sintesi, per aumentarne la produttività.
I vantaggi che ne sono derivati sono stati superati dagli svantaggi, primo fra tutti l’insorgenza di disturbi alimentari.
 
Fra i vari argomenti trattati viene anche spiegato perché sia giusto eliminare il latte, pur non soffrendo di reazioni avverse verso questo alimento.
Scrive Francesca Gregori nel capitolo dedicato ad esso: «Già Ippocrate nel 400 a.C. sosteneva che «per ognuno il latte della propria specie è benefico, ma quello di altre specie è dannoso».
Infatti, la composizione nutrizionale del latte di ogni singolo mammifero è specie-specifica, cioè presenta una quantità di nutrienti adatta a soddisfare le esigenze di crescita del proprio neonato.
Il cucciolo di vacca riceverà stimoli adeguati alle sue necessità di crescita solo dal latte di vacca e, analogamente, il cucciolo di uomo riceverà i nutrienti adeguati alla sua crescita solo dal latte di donna […]». Un ragionamento che fa riflettere.
 
La nutrizionista Patrizia Rita Di Gregorio ha poi esposto i principi fondamentali della nutrizione che consentono di mantenere salute fisica e benessere, ricordando che da raccoglitori gli individui, nel tempo, sono diventati cacciatori e infine predatori di supermercati.
Tutti d’accordo nel sostenere, come dicevano gli antichi, che Est modus in rebus, una saggia moderazione va sempre bene per vivere al meglio e a lungo.
Un antico detto popolare recita, per quanto riguarda la distribuzione del cibo da ingerire, una colazione da re, un pranzo da principe e una cena da povero, indipendentemente dalla dieta scelta.
 
Optare per una cucina tradizionale piuttosto che vegana, o viceversa, abbracciare quella vegana abbandonando la tradizionale, possono essere scelte nutrizionali entrambe valide, quello che maggiormente conta è indirizzarsi verso un’alimentazione varia ed equilibrata, prendersi cura di se stessi, del proprio benessere, il che, parlando di cibo, significa non solo scegliere alimenti salubri, ma anche dedicare attenzione e tempo alla preparazione di pietanze sane.
 
«Siamo ciò che mangiamo», diceva il celebre filosofo tedesco Ludwig Feuerbach nell’Ottocento, sostenendo l’unità psicofisica dell’individuo e interpretando l’alimentazione come lo strumento che permette la creazione e il perfezionamento della cultura umana.
Oggi, presi dalla frenesia di una vita caotica, non c’è quasi il tempo di preparare nemmeno un’insalata. Lavarla costa troppa fatica, alcuni proprio per questo la prediligono in busta.
Non è dato sapere se i consumatori delle verdure preconfezionate siano gli stessi della pasta già cucinata, quella solo da scaldare, tanto per intenderci; certo che per noi italiani, amanti della dieta mediterranea e del buon cibo, è una gran tristezza vedere come siano cambiati gli stili di vita, in un mondo dove tutto scorre troppo veloce e dove non tutti ma molti hanno perso il gusto dell’attesa. Anche in cucina.
 
Che poi si attenda il risultato finale nel preparare un goloso piatto vegano - perché anche la cucina vegana può essere golosa, contrariamente a quello che molti pensano – o che si aspetti con l’acquolina in bocca la realizzazione di un succulento pranzo tradizionale a base di tanta verdura, carne o pesce, ebbene, poco importa; siamo convinti che in quell’attesa sia racchiusa in realtà una parte significativa della gratificazione.
Perché, come recita una nota pubblicità ispirandosi a ciò che scrisse Gotthold Ephraim Lessing, «l’attesa del piacere è essa stessa il piacere».
 
Inoltre, dovrebbe essere di conforto anche il pensiero che la preparazione del cibo sia anche un modo per prendersi cura dei propri cari oltre che di se stessi, un modo di dimostrare amore che fa bene all’umore e, perché no, anche all’anima; quando mangiamo, in effetti, nutriamo la mente ancor prima del corpo, anche se non ne siamo del tutto consapevoli.
Non basta alimentarsi correttamente, tuttavia, per stare bene davvero: non dimentichiamoci che occorrerebbe affiancare a una buona dieta anche un po’ di sano movimento, «mens sana in corpore sano»…
 
Daniela Larentis – d.larentis@ladigetto.it

Condividi con: Post on Facebook Facebook Twitter Twitter

Subscribe to comments feed Commenti (0 inviato)

totale: | visualizzati:

Invia il tuo commento comment

Inserisci il codice che vedi sull' immagine:

  • Invia ad un amico Invia ad un amico
  • print Versione stampabile
  • Plain text Versione solo testo

Pensieri, parole, arte

di Daniela Larentis

Parliamone

di Nadia Clementi

Musica e spettacoli

di Sandra Matuella

Psiche e dintorni

di Giuseppe Maiolo

Da una foto una storia

di Maurizio Panizza

Letteratura di genere

di Luciana Grillo

Scenari

di Daniele Bornancin

Dialetto e Tradizione

di Cornelio Galas

Orto e giardino

di Davide Brugna

Gourmet

di Giuseppe Casagrande

Cartoline

di Bruno Lucchi

L'Autonomia ieri e oggi

di Mauro Marcantoni

I miei cammini

di Elena Casagrande