Home | Rubriche | Amici a quattro zampe | I nostri amici a quattro zampe/ 28 – Di Fabrizio Tucciarone

I nostri amici a quattro zampe/ 28 – Di Fabrizio Tucciarone

L’Akita Inu è un cane massiccio, ben proporzionato, robusto. Il suo aspetto coniuga nobiltà e dignità nel portamento a semplicità e dolcezza

image

Foto Wikipedia.
 
L’Akita Inu fa parte del gruppo 5, cani tipo Spitz e Primitivo. In origine, i cani giapponesi erano di taglia da piccola a media e non esistevano cani di grossa taglia.
Fin dal 1603 nella regione di Akita, gli «Akita Matagi» (cani di media taglia per la caccia all’orso) venivano usati come cani da combattimento.
Dal 1868 gli Akita Matagi furono incrociati con i Tosa e i Mastiff. Ne consegue che la taglia di questa razza aumentò, ma le caratteristiche associate con gli Spitz andarono perdute.
Nel 1908 la lotta fra cani fu proibita, ma questa razza fu ugualmente mantenuta e migliorata come una razza giapponese di grossa taglia.
Come risultato, nove eccezionali esemplari di questa razza furono designati «Monumenti Naturali» nel 1931.
 

 
Durante la Seconda Guerra Mondiale (1939-1945) si usava utilizzare la pelle dei cani come pelliccia per gli indumenti militari.
La polizia ordinò la cattura e la confisca di tutti i cani all’infuori dei Pastori Tedeschi usati a scopo militare.
Alcuni cinofili tentarono di circuire l’ordine incrociando i loro cani con i Pastori Tedeschi.
Quando la IIa Guerra Mondiale terminò, gli Akita erano stati drasticamente ridotti di numero e ne esistevano tre tipi distinti: 1) Akita Matagi, 2) gli Akita da combattimento, e 3) gli Akita da pastore.
 
Ciò determinò una situazione molto confusa nella razza. Durante il processo di ristabilimento della razza pura dopo la guerra, Kongo-go, un cane della linea Dewa, le cui caratteristiche mostravano l’influenza del Mastiff e del Pastore tedesco, godette di una temporanea ma enorme popolarità.
Però i cinofili più eruditi non accettarono questo tipo come una razza Giapponese vera e propria, e si sforzarono di eliminare quanto veniva da vecchi ceppi stranieri, incrociando con gli Akita Matagi per ritornare alla pura razza.
Riuscirono a stabilizzare la pura stirpe della razza di grossa taglia così come è conosciuta oggi.
 

 
L’akita è un cane massiccio, ben proporzionato, con ossatura robusta.
Il suo aspetto è degno di stima e rispetto, coniuga nobiltà e dignità nel portamento a semplicità e dolcezza.
Caratteristica della razza è una grande testa con fronte ampia e stop ben definito, le orecchie sono triangolari con la punta arrotondata, spesse, erette e portate inclinate in avanti.
Gli occhi dell’akita sono piccoli, scuri, profondi.
L’akita inu ha una pelliccia spessa e a doppio strato: un manto esterno più lungo e ruvido e un sotto-pelo folto e soffice.
Porta la grossa coda arrotolata sul dorso in diverse posizioni.
 
La differenza di stazza tra il maschio e la femmina è marcata.
I maschi maturi misurano generalmente tra i 64 e i 70 cm al garrese e pesano 30-45 kg, mentre le femmine arrivano ai 58-64 cm e pesano tra i 20 e i 30 kg.
Il corpo è leggermente più lungo nelle femmine che nei maschi. Ha un’aspettativa di vita di circa 12 anni.
 
L’Akita Inu può soffrire di malattie oculari, adenite sebacea e patologie ortopediche, come di altre patologie piuttosto rare di presunta eziologia autoimmune.
Come ogni razza è quindi molto importante la prevenzione.

Per qualsiasi informazione,
Dott. Fabrizio Tucciarone
(Veterinario alla TrentoVet)

Condividi con: Post on Facebook Facebook Twitter Twitter

Subscribe to comments feed Commenti (0 inviato)

totale: | visualizzati:

Invia il tuo commento comment

Inserisci il codice che vedi sull' immagine:

  • Invia ad un amico Invia ad un amico
  • print Versione stampabile
  • Plain text Versione solo testo

Pensieri, parole, arte

di Daniela Larentis

Parliamone

di Nadia Clementi

Musica e spettacoli

di Sandra Matuella

Psiche e dintorni

di Giuseppe Maiolo

Da una foto una storia

di Maurizio Panizza

Letteratura di genere

di Luciana Grillo

Scenari

di Daniele Bornancin

Dialetto e Tradizione

di Cornelio Galas

Orto e giardino

di Davide Brugna

Gourmet

di Giuseppe Casagrande

Cartoline

di Bruno Lucchi

L'Autonomia ieri e oggi

di Mauro Marcantoni

I miei cammini

di Elena Casagrande