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Dall’Agenda Setting a Internet

Ecco come oggi gli italiani sono liberi di informarsi

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Informarsi per essere coscienti di ciò che accade intorno a noi, e di come si sta sviluppando la società: da quando Internet ha accostato media informativi come la TV, il modo di apprendere le informazioni è cambiato in modo netto e perentorio.
Oggi quasi tutti gli italiani raccolgono nozioni, news e concetti navigando su Internet: si tratta di un nuovo digital trend che ci ha permesso di superare il divario informativo e di svincolarci dal fenomeno dell’agenda setting. Ovvero i palinsesti filtrati dalle redazioni, che limitavano la nostra visione del mondo. Ecco perché può risultare utile analizzare tutte le tendenze e i cambiamenti in merito all’ecosistema informativo degli italiani 2.0.

 Informazione e libertà: addio Agenda Setting 
L’arrivo di Internet ha permesso la cosiddetta «democratizzazione dell’informazione», consentendoci di superare i limiti imposti dall’agenda setting.
Di cosa si tratta? Parliamo di una delle teorie sulla comunicazione più importanti degli anni ’70-’80, esposta da studiosi del calibro di Shaw, McCombs e McLure.
Secondo questa teoria, la nostra visione del mondo viene influenzata dalle notizie che giungono alle nostre orecchie: notizie che non rappresentano i fatti, ma solo una selezione di ciò che viene considerato utile dai media.
In pratica, sono i palinsesti dei telegiornali e dei giornali a scegliere cosa dobbiamo conoscere, e cosa invece deve passare sotto silenzio: questo, naturalmente, modifica e plasma la società in un certo modo, impedendo al cittadino di godere di una propria autonomia informativa.
Con Internet, l’agenda setting è caduta: oggi gli italiani sono padroni dei propri palinsesti per via della libertà di informazione e dell’assenza di filtri sul web.
 
 Informazione 2.0: gli italiani navigano in rete 
Il superamento dell’agenda setting è stato possibile solo per merito di un continuo aumento di individui con accesso a Internet.
Ad oggi, infatti, l’informazione passa dalla rete e viene captata soprattutto tramite questo media.
Sono i Millennials a sfruttare il digitale per informarsi liberamente: non è un caso che il 50% degli individui appartenenti a questa generazione preferisca Internet come mezzo informativo, riducendo la penetrazione della TV.
Le generazioni passate, invece, continuano ad essere legate soprattutto alla televisione: in questo caso, infatti, le percentuali di preferenza di Internet scendono al 37%.
Questo ovviamente ha un suo peso anche nel discorso fatto in precedenza sull’agenda setting: sono soprattutto i 30enni ad avere una percezione più «libera» della realtà.
 
 Non solo news giornalistiche: l’informazione diventa un… «gioco» 
Naturalmente il web non è solo un enorme bacino di news giornalistiche: parliamo, difatti, di un mondo ricco di opportunità informative, in qualsiasi campo dello scibile umano.
Non fa eccezione il gioco: sul web si trovano tantissimi blog e piattaforme digitali che insegnano come avere successo in diversi videogame o forme di intrattenimento più classiche.
Non mancano poi articoli che insegnano strategie ben precise per massimizzare le vincite alla roulette, esponendo tutte le migliori tecniche di gioco.
Così come non mancano i video tutorial che svelano direttamente come superare un livello particolarmente difficile di un videogioco.
Gli esempi potrebbero comunque proseguire all’infinito: dal fai da te all’hobbistica, passando per le competenze didattiche e professionali, su Internet si trova letteralmente di tutto.
Anche questo aiuta ad avere una maggiore percezione della realtà, catturando informazioni e conoscenze altrimenti complesse da padroneggiare senza la necessaria esperienza diretta.
 
 Social e mobile: le tendenze informative del momento 
In quanto a digital information trends, non sarebbe possibile proseguire il discorso senza citare i social media e il mobile.
Al momento sono loro a rappresentare i mezzi principali tramite cui le informazioni vengono fruite in rete.
A partire dai social network, veri e propri «media nel media»: si tratta di canali che funzionano come quotidiani, informando ogni giorno gli utenti tramite le varie news giornalistiche condivise dagli amici e dalle pagine delle testate.
Non è un caso che il 66% degli utenti di Facebook utilizzi proprio questo social per informarsi ogni giorno: lo stesso accade con Twitter, con una percentuale intorno al 59% degli iscritti.
Poi c’è il comparto mobile: gli italiani si collegano alla rete soprattutto tramite smartphone, dunque si informano in mobilità utilizzando questo device.
Ciò accade anche per merito delle notifiche push: nel 55% dei casi, i possessori di telefonino non cercano le notizie ma vengono allertati in tempo reale alla pubblicazione delle più interessanti.
 
 Libertà informativa: le conseguenze sociali negative 
La libertà d’informazione non ha ovviamente risolto del tutto il problema: se da un lato ha permesso a tutti i fatti del mondo di diventare «notiziabili», dall’altro ha scatenato un boom di bufale e fake news.
Prima l’agenda setting dei telegiornali e dei media di alto tenore spesso garantiva una protezione dalle notizie false (se non emesse volontariamente, come nel caso della propaganda e dei regimi totalitaristi).
La rete, invece, non assicura alcun filtro e questo non è sempre positivo: chi non sa come valutare l’affidabilità della fonte, soprattutto tramite le condivisioni social diventa esso stesso canale di disinformazione, come un virus che si propaga inarrestabile.

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