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Ne parliamo con la dott.ssa Cristina Tomasi – Di Nadia Clementi

«Gli ormoni bioidentici utilizzati in pre e in menopausa come terapia sostitutiva»

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Invecchiare non piace a nessuno: con l’avanzare dell’età i problemi di salute aumentano e spesso non ci riconosciamo nel nostro corpo, ora fiacco e stanco, mentre la nostra mente è ancora attiva e la nostra vita è in pieno svolgimento.
Uno dei problemi dell’invecchiamento della popolazione risiede proprio in questo sbilanciamento tra psiche e corpo: se è vero che a 50 anni viviamo una seconda giovinezza oramai a 60 siamo considerati di mezza età, mentre i 70 anni sono solo la soglia della vecchiaia e a quell’età tanti uomini e donne svolgono ancora una vita attiva e piena di impegni.
Tutto questo è dovuto ai progressi della scienza ovviamente, ma i limiti fisici della nostra macchina perfetta, il nostro corpo, ancora sono difficili da superare.
 
Lo sanno molto bene le donne, le quali statisticamente vivono più a lungo degli uomini ma spesso cominciano a soffrire dei vari acciacchi dell’età molto prima rispetto ai coetanei maschi: questo è dovuto a diversi fattori, tra i quali non sono da trascurare le gravidanze e una vita di fatica e stress tra casa e lavoro, ma uno su tutti è imprescindibile e non dipende dallo stile di vita o dall’ambiente che ci circonda.
Si tratta della menopausa. Ad alcune arriva a 45 anni, altre prima dei 60 non ne vedono l’ombra, c’è chi soffre delle cosiddette «caldane», chi ha degli sbalzi di umore, altre sono sempre stanche oppure vedono il proprio corpo cambiare repentinamente.
 
Tutto questo scombussolamento è causato da un grande cambiamento ormonale che avviene nell’ultima fase della vita di una donna: la prima rivoluzione, a livello di ormoni, arriva con il menarca (la prima mestruazione) e da quel momento i cicli ormonali diventeranno un compagno di viaggio perenne, e non sempre gradito, di tutte le donne.
Una vera e propria giostra, ma anche un equilibrio delicato, che accompagna la vita femminile fino al secondo grande cambiamento, ovvero la menopausa.
Per alcune donne si tratta di uno sconvolgimento tale, a livello sia fisico che psicologico, da dover prevedere un intervento di tipo medico, con l’assunzione di medicinali e spesso affiancato da una terapia ormonale.
 
Come tutte le terapie a base di ormoni i rischi sono molteplici, non mancano gli effetti collaterali e trovare la giusta dose e le giuste tipologie di ormoni non è una cosa semplice.
Da alcuni anni è presente sul mercato un’alternativa interessante: si tratta degli ormoni bioidentici ovvero copie chimiche degli ormoni umani, recepite dal corpo come naturali. Gli ormoni bioidentici hanno l’esatta struttura molecolare di quelli sintetizzati nel corpo umano e ne producono le stesse risposte fisiologiche.
Attenzione però, cosa significa «naturali»? Questo termine è spesso abusato, soprattutto nella medicina alternativa, e spesso trae in inganno i pazienti che credono di curarsi in modo più sano o privo di controindicazioni.
 
Gli ormoni bioidentici (OB) hanno la stessa struttura degli ormoni presenti nel nostro corpo, a differenza di quelli sintetici e sono estratti da piante (come la Dioscorea Villosa, la soia, etc.): il nostro organismo li riconosce quindi come propri.
Si tratta di ormoni a tutti gli effetti: vanno sempre prescritti da un medico, dopo aver effettuato gli esami specifici e in caso di effettiva carenza, e la cura va monitorata, perché ogni caso singolo differisce da un altro.
Il loro effetto è meno potente, tant’è che non sono efficaci come, ad esempio, alcuni anticoncezionali. L’organismo li riconosce e dunque li tollera meglio, senza quegli effetti collaterali che spesso fanno sospendere la cura con ormoni sintetici, perché gli OB li possiamo dosare a seconda della carenza e del quadro clinico.
 
Per saperne di più abbiamo intervistato la dottoressa Cristina Tomasi, medico internista di Bolzano che da alcuni anni opera presso uno studio privato dove prescrive la terapia con ormoni bioidentici.
La dottoressa Cristina Tomasi dopo tanti anni di lavoro presso l’Ospedale di Bolzano ha deciso di mettersi in proprio, dedicandosi in particolare alla cura e allo studio dell’alimentazione, all’osteoporosi e alle terapie per la menopausa.
 

 
Dottoressa Tomasi, ci può spiegare meglio cosa sono gli ormoni bioidentici?
«Gli ormoni bioidentici sono copie chimiche identiche agli ormoni umani e recepite dal corpo assolutamente come naturali.
«Gli ormoni bioidentici hanno l’esatta struttura molecolare di quelli sintetizzati nel corpo umano e producono le stesse risposte fisiologiche degli ormoni endogeni.
Spesso le mie pazienti fanno un po’ di confusione quando parliamo di ormoni bioidentici e mi dicono: ma questi sono meglio perché sono naturali. La domanda nasce dalla diffidenza nei confronti degli ormoni sintetici.
«Ma cosa vuol dire naturali? Tutti gli ormoni bioidentici utilizzati oggi provengono da una fonte vegetale: da una pianta, la wild yam (Dioscorea villosa), che cresce soprattutto in Messico e in Cina, deriva la diosgenina, una sostanza dalla quale vengono sintetizzati gli ormoni steroidei. In laboratorio, infatti, attraverso una serie di processi chimici, la diosgenina viene trasformata in pregnenolone, il padre di tutti gli ormoni steroidei.
«Il nostro organismo NON possiede gli enzimi necessari per trasformare la diosgenina in pregnenolone: quindi assumendo dioscorea in compresse o crema non porta ad un aumento di pregnenolone. Ma attente! Si tratta di ormoni, non di fitoterapici.»
 
Quali sono gli ormoni bioidentici?
«I più utilizzati sono quelli che mancano in pre- e perimenopausa e menopausa come il progesterone, l’estradiolo, l’estriolo, il DHEA (deidroepiandrosterone) ma anche il pregnenolone, il cortisolo, il testosterone, la melatonina, gli ormoni tiroidei.
Vediamo da vicino quelli più comunemente utilizzati nella pratica clinica:
•    DHEA (Deidroepiandrosterone). Il DHEA è un ormone prodotto nelle ghiandole surrenali ed è un precursore per androgeni ed estrogeni. Col passare degli anni i livelli di DHEA si riducono fino a toccare il 20% rispetto alla concentrazione di un 25enne. Spesso il DHEA viene definito come l’ormone antiaging per eccellenza: esso stimola il sistema immunitario, contrasta gli effetti del cortisolo, ha effetti dimagranti e antidepressivi, è molto utile nella stanchezza eccessiva (quando il paziente dice non ce la faccio più), perdita di energia, difficoltà di concentrazione, perdita della libido o potenza sessuale.
•    PREGNENOLONE. Viene sintetizzato a partire dal colesterolo ed è il capostipite di tutti gli ormoni steroidei, inclusi gli ormoni sessuali; la sua produzione cala gradualmente dopo i 30 anni. Il pregnenolone esplica un’azione antinfiammatoria utile in malattie anche reumatologiche, stimola la memoria, migliora la qualità del sonno.
•    TESTOSTERONE. Insostituibile per ottimizzare memoria, energia, capacità decisionale, libido, massa muscolare, riduce il grasso viscerale, aumenta la densità ossea. Il testosterone viene comunemente visto come un ormone esclusivamente maschile, mentre svolge un ruolo importante anche nella salute della donna. Il testosterone nella donna promuove ossa robuste, forza e resistenza muscolare, contribuendo al benessere e energia. Il testosterone è noto conosciuto per il suo ruolo nella libido maschile; ormai è risaputo che il trattamento con testosterone può migliorare significativamente la libido e la soddisfazione sessuale anche nelle nella donna.
•    ESTROGENI. Gli estrogeni (estradiolo, estrone e estriolo) con il progesterone sono insostituibili nel mantenere lo stato di benessere della donna. Nella terapia ormonale bioidentica vengono utilizzati soprattutto estradiolo ed estriolo. L’estradiolo è il più efficace negli anni fertili. L’estriolo mantiene umide le mucose del corpo e una sana funzione vescicale; è quindi indicato in caso di incontinenza urinaria e secchezza vaginale con prurito come crema vaginale e no costituisce un problema per donne con cancro al seno, perché non stimola la crescita cellulare.
•    PROGESTERONE. Il progesterone è l’ormone che mantiene la gravidanza (pro gestare = a favore della gestazione) e viene prodotto in grandi quantità dalla placenta. Nelle donne il progesterone viene prodotto prevalentemente nelle ovaie, in minime quantità nelle ghiandole surrenali, negli uomini anche nei testicoli. Il progesterone è il precursore del cortisolo e di tutti gli ormoni sessuali – testosterone ed estrogeni. Definirei il progesterone come l’ormone del benessere, in entrambi i sessi, indispensabile per il nostro equilibrio, la concentrazione, la memoria, la qualità del sonno.
•    MELATONINA. La melatonina viene secreta ghiandola pineale nel cervello e regola il ritmo sonno-veglia. La melatonina viene sintetizzata quando c’è buio, quindi la sera e la notte con un picco tra le 2 e le 4 del mattino. Ecco perché sarebbe importante la sera proteggere gli occhi specialmente dalla luce blu di computer, smartphones e tablet che riducono la produzione di melatonina con l’uso anche di occhiali con filtro per questo tipo di luce. La melatonina ha anche proprietà immunostimolanti ed è particolarmente utile nella sindrome del jet-lag e per i turnisti.
•    ORMONI TIROIDEI. La tiroide regola il metabolismo e la capacità di generare calore e bruciare calorie. Livelli di ormoni tiroidei bassi possono causare affaticamento, depressione e difficoltà a perdere peso. Oggigiorno l’ipotiroidismo, specie su base autoimmune (Hashimoto) è frequente, specie nelle donne, causando notevoli disturbi che coinvolgono anche altri distretti ormonali.
•    ORMONI SURRENALI. Le ghiandole surrenali controllano l'energia, il sonno, la glicemia e la capacità di gestire lo stress. L' esaurimento surrenale è spesso causa di grave affaticamento. Purtroppo, nel nostro quotidiano concitato e sempre di corsa, la risposta allo stress del corpo si attiva così spesso che il nostro organismo non ha sempre la possibilità di recuperare, provocando uno stato di stress cronico. Questo può portare a stanchezza surrenale con un insieme di sintomi non specifici, come dolori diffusi, stanchezza, nervosismo, disturbi del sonno e problemi digestivi.»
 
Quali sono i benefici degli ormoni bioidentici?
«Il presupposto fondamentale per la salute è la conservazione dell’equilibrio ormonale. Se c' è una carenza ormonale, ne conseguono numerosi problemi di salute, che possono andare da gravi malattie come il cancro, malattie cardiovascolari, osteoporosi, malattia di Alzheimer e demenza, a sintomi più lievi, ma non per questo meno invalidanti, come vampate di calore, insonnia, infertilità, obesità e depressione.
«L’obiettivo della terapia sostitutiva con ormoni bioidentici è quello di alleviare i sintomi causati dalla ridotta produzione di ormoni da parte del corpo e ridurre l’incidenza delle malattie legate agli squilibri ormonali, favorendo l’equilibrio e imitando, per quanto possibile, i processi naturali del corpo. Il dosaggio deve essere personalizzato e stabilito da un medico competente nella terapia con ormoni bioidentici.
«A questo fine si deve assumere il dosaggio fisiologico dell’ormone mancante, correggere eventuali altre deficienze ormonali concomitanti, iniziare il trattamento al momento giusto, con il minimo dosaggio necessario ed eseguire regolari controlli nel tempo, tramite test di laboratorio e la loro corretta interpretazione, valutando i sintomi, i segni della carenza, dell’eccesso o dello squilibrio di ormoni o gruppi di ormoni, tenendo conto della storia familiare e della risposta a terapie farmacologiche precedenti di ogni singolo individuo. Su questo si basa la giusta dose o meglio la dose fisiologica cioè ottimale dell’ormone, a seconda del disturbo presentato, del sesso e dell’età. La terapia va controllata nel tempo, ricordando che ogni singolo caso differisce da un altro. Il loro effetto è meno potente, per cui non sono efficaci come anticoncezionali.
«Quando le donne entrano in menopausa e gli uomini vanno in andropausa, il corpo produce sempre meno ormoni. Con la terapia ormonale bioidentica si sostituiscono gli ormoni che non vengono più prodotti a sufficienza internamente: ciò avviene impiegando dosaggi fisiologici e adeguati al ritmo corporeo dettato dalla natura, quindi a seconda di età, sesso e quadro clinico.
«Naturalmente, le carenze ormonali possono verificarsi anche in età più giovane, come ipotiroidismo o insufficienza della corteccia surrenale, che non hanno nulla a che fare con la menopausa. E anche qui possiamo intervenire in maniera mirata ed individualizzata.»
 
Quali esami consiglia di eseguire prima di intraprendere una cura con ormoni bioidentici?
«Personalmente ritengo che la paziente possa eseguire presso il laboratorio a lei più vicino il prelievo per la determinazione di LH e FSH, progesterone, estradiolo, testosterone, DHEAS, quando necessario prolattina e SHBG.
«Non sempre è necessario eseguirli tutti. Un’altra alternativa è il test su saliva che rispecchia la frazione libera degli ormoni. Infatti la maggior parte degli ormoni girano nel sangue legati a cosiddette proteine di trasporto che fungono da taxi, ma solo la frazione libera, ovvero senza taxi, è quella clinicamente efficace. Con il test della saliva si riesce a valutare la frazione tissutale e quindi libera da proteine di trasporto.
«Convenzionalmente si misurano in questo caso estradiolo, progesterone, testosterone e DHEA. In caso di una donna in menopausa, sia il prelievo su sangue che il test su saliva può essere eseguito in qualsiasi giorno del mese, lo stesso vale per l’uomo, mentre, nel caso di una donna mestruata, il test va eseguito nella fase luteinica (la seconda fase del ciclo, dove aumenta la produzione di progesterone), convenzionalmente circa una settimana prima della mestruazione.
«Prima di iniziare una terapia con ormoni sessuali consiglio sempre l’esecuzione di una visita ginecologica e mammografia.
«Per la determinazione degli ormoni della tiroide si misura nel sangue sempre la frazione libera degli ormoni, ovvero FT3 e FT4, mentre il TSH rispecchia l’attività ipofisaria in reazione all’attività tiroidea. In alcuni casi di Hashimoto determino anche il rT3 e gli anticorpi: anticorpi anti-TPO e anti-TG. Essenziale è poi il completamento della valutazione tiroidea tramite un’ecografia.
«Non scordiamoci che per un completo stato di benessere sono importanti anche i micronutrienti, le vitamine e i minerali, per cui con gli esami del sangue per determinare gli ormoni, consiglio sempre anche la determinazione di vitamina D, vitamina B12, folati, omocisteinemia, PTH, magnesio, sodio, potassio, calcio, zinco e selenio (su sangue intero gli ultimi due).»
 
Quali forme di ormoni bioidentici ci sono?
«Gli ormoni bioidentici sono di norma prodotti galenici, dove il medico indica la concentrazione esatta desiderata.
«Possono essere sotto forma di gel o creme da applicare sulla pelle o direttamente in vagina, come capsule, quindi da ingerire, come losenges, ovvero caramelle da sciogliere in bocca, e cerotti.»
 
Quando possono essere impiegati gli ormoni bioidentici?
«Sono numerosi i quadri clinici che possono essere risolti o alleviati dall’impiego di ormoni bioidentici. Qui di seguito una carrellata dei più comuni.»

 DOMINANZA ESTROGENICA (= troppo poco progesterone)  
 E INSUFFICIENZA CORPO LUTEO 

Già dai 35 anni in poi e molto in fase perimenopausale: sintomi che possono essere causati o peggiorati da una dominanza estrogenica, ovvero insufficienza del corpo luteo, con conseguente minor produzione di progesterone con dominanza quindi dell’effetto dell’estrogeno e/o aumento dell’estrogeno come da xenoestrogeni, sostanze sintetiche con effetto estrogenosimile contenuti nella plastica e nei pesticidi, nelle particelle di pannelli truciolari, tappeti e simili e derivanti dal consumo di ormoni sintetici nella carne e nei latticini, solo per citare alcune fonti. Purtroppo questi xenoestrogeni hanno un effetto similestrogenico, portando così ad una dominanza estrogenica.
 
I sintomi tipici e più comuni di dominanza estrogenica sono:
•    Disturbi del ciclo
•    Sindrome premestruale
•    Ansia
•    Tensione mammaria
•    Riduzione della libido
•    Depressione
•    Aumento di peso, in particolare intorno all’addome, fianchi e cosce
•    Stanchezza
•    Seno fibrocistico
•    Mal di testa
•    Infertilità
•    Insonnia
•    Irritabilità
•    Perdita di memoria
•    Emicrania (soprattutto in fase premestruale)
•    Ritenzione idrica e gonfiore.
Qui una piccola supplementazione di progesterone bioidentico in gel o crema dal 10. al 26. giorno del ciclo può essere risolutiva.
 
 MENOPAUSA 
Una review della letteratura risalente a circa 30 anni fa sui livelli ormonali prima e dopo la menopausa ha dimostrato che oltre due terzi (66%) delle donne fino agli 80 anni continuano a produrre tutti gli estrogeni di cui hanno bisogno. Da allora, le evidenze sono diventate più forti. Anche dopo la rimozione ovarica le donne continuano a produrre estrogeni nel grasso corporeo. Le donne con molto grasso corporeo sono in grado di produrre più estrogeni dopo la menopausa che le donne esili prima della menopausa.
Purtroppo però il progesterone si riduce in menopausa e già qualche periodo prima fino allo zero: la concentrazione di progesterone nelle donne in menopausa è inferiore di quello dell’uomo. Quindi in menopausa abbiamo un quadro con deficit assoluto di progesterone ma non di estrogeno. Sebbene estrogeno e progesterone agiscano in modo antagonista, essi sensibilizzano paradossalmente i recettori per l’altro ormone.
In menopausa per trattare i disturbi più frequenti (vedi sotto), spesso è sufficiente il progesterone, che sensibilizza i recettori tissutali all’estrogeno endogeno e a quello assunto come fitoestrogeno (sostanze estrogenosimili contenute in piante) e xenoestrogeni (vedi sopra). Se dopo 3 mesi di terapia sono scomparse secchezza vaginale e vampate, è sufficiente la terapia con progesterone; qualora non fosse così, si aggiunge un dosaggio minimo di estrogeno in gel.
Le vampate non un segno diretto di un deficit di estrogeno, sono causate dall’aumentata attività ipotalamica con labilità vasomotoria in conseguenza a bassi livelli di estrogeno e progesterone. Somministrando progesterone viene stimolata la sensibilità dei recettori all’estrogeno circolante e le vampate si attenuano. È possibile verificarlo misurando LH e FSH prima e dopo la somministrazione di una dose adeguata di progesterone.
Pensate che in menopausa il progesterone raggiunge livelli pari a 1/120 di quelli basali prima della menopausa, mentre l’estrogeno scende solo a 1/3 dei livelli premenopausali. Molte donne soffrono già 10-15 anni prima della menopausa di sintomi da dominanza estrogenica (vedi sopra) e ricevono frequentemente estrogeni per alleviarli, peggiorando invece il quadro clinico. Le vampate sono spesso associate anche a bassi valori di DHEA e testosterone. Nell’approccio alla donna in menopausa con problematiche tipo vampate, secchezza vaginale, ridotta massa ossea, calo della libido, inizierei con un progesterone in gel: in oltre l’85% dei casi i sintomi migliorano. Ricordiamo la capacità del progesterone di sensibilizzare i recettori per l’estrogeno. »
 
 SINTOMI DI DEFICIT ESTROGENICO 
•    vampate, specie notturne
•    Insonnia
•    stanchezza
•    secchezza vaginale e di altre mucose, anche degli occhi
•    rapporto sessuale doloroso
•    perdita di capelli
•    rughe periorali
•    disturbi del ciclo fino ad amenorrea
•    calo della libido.
 
 SINTOMI DI DEFICIT DI PROGESTERONE 
•    Vampate di calore (che spesso vengono confuse con quelle della menopausa)
•    Aumento del peso
•    Costipazione
•    Cefalea
•    Ansia fino ad Attacchi di panico
•    Ritenzione idrica con gonfiore di piedi, dita e caviglie
•    Astenia
•    Mastodinia (dolore al seno)
•    Capelli sottili e fragili.
 
 ENDOMETRIOSI 
L’endometriosi è una malattia dolorosa ed irritativa caratterizzata dalla presenza di endometrio al di fuori della cavità uterina (quindi compaiono nella parete muscolare uterina) e in altre zone del corpo femminile, come le tube, la superficie ovarica, organi del piccolo bacino fino al colon.
Questa malattia può colpire le donne dalla prima mestruazione fino alla menopausa e può colpire fino al 10% delle donne in età riproduttiva.
L’endometriosi si sviluppa indipendentemente dal fatto di aver avuto o meno gravidanze e può a volte persistere dopo la menopausa o a seguito degli ormoni assunti per i sintomi menopausali.
 
I sintomi principali sono:
•    dolore pelvico
•    dismenorrea (forti dolori mestruali)
•    dispareunia (dolore nei rapporti sessuali)
•    disagio rettale (sensazione di dover defecare, fitte nel retto, difficoltà a stare seduti, sensazione di peso posteriore)
•    infertilità
•    disturbi intestinali, qualora sia stato colpito il colon, come gonfiore, flatulenza, coliche addominali anche molto intense, sangue nelle feci.
 
Nel 25% circa dei casi l’endometriosi è asintomatica e la diagnosi viene posta in occasione di una laparoscopia eseguita per sterilità.
La terapia convenzionale dell’endometriosi si basa sulla somministrazione di estrogeni sintetici al fine di sopprimere la produzione di estrogeno endogeno, da dosi elevate di gestageni o da iniezioni per sopprimere il ciclo e antidolorifici, quando no si deve intervenire chirurgicamente, con estrazione di tube ovaie, utero, parti di intestino.
 
Invece l’assunzione di progesterone bioidentico in pazienti con endometriosi lieve-moderata dal 10. al 26. giorno del ciclo a dosaggio crescente porta al blocco nel siero di LH e FSH fino alla scomparsa dei dolori pelvici; raggiunto il dosaggio efficace, viene assunto per 3-5 anni, per poi ridurlo gradualmente: in tal modo il flusso mestruale si riduce e le lesioni endometriosiche guariscono. Qualora dovessero ricomparire dolori mestruali, il progesterone va assunto fino alla menopausa. In tal nodo si risolve la patologia e si evitano interventi chirurgici nella maggior parte dei casi.
Per non parlare del ruolo essenziale di un’alimentazione adeguata: alle mie pazienti consiglio comunque sempre l’eliminazione di tutti gli zuccheri raffinati, prodotti da forno, industriali, confezionati, cereali e amidi, optando per molta verdura, pesce, uova bio e carne grass fed.»

Gli effetti sono immediati? O c’è bisogno di più tempo?«Di solito la risposta clinica è immediata con grande soddisfazione da ambo le parti, sebbene sia opportuno attendere almeno tre mesi dall’inizio della terapia. A volte la terapia necessita di qualche aggiustamento. Perciò è importante avere uno stretto rapporto comunicativo con il/la paziente.» Chi può assumerli? E a chi invece viene sconsigliata questa terapia?«La terapia con ormoni bioidentici è adatta a tutti. È ovvio che ogni quadro clinico deve essere valutato a sé stante, con indagini strumentali ed ematobiochimiche. Il progesterone bioidentico, come anche l’estriolo, non crea problemi in donne operate per carcinoma uterino o della mammella.» 

Ogni quanto tempo bisogna fare i controlli dal medico quando si è in terapia ormonale?
«Alle mie pazienti in terapia con ormoni bioidentici consiglio un primo controllo con valutazione delle condizioni cliniche.»
 
Ci sono degli effetti collaterali?
«La terapia con ormoni bioidentici va fatta quando necessario, al minimo dosaggio possibile per ottenere il massimo vantaggio clinico. In questo modo è raro che insorgano effetti collaterali.»
 
I suoi pazienti sono soprattutto donne? Come vivono questa nuova terapia?
«La maggior parte sono pazienti donne, sebbene abbia qualche paziente dell’altro sesso sia per la tiroide che per un deficit di testosterone. Devo dire che i benefici sono tali da rendere soddisfatti i pazienti, soprattutto per la risoluzione di disturbi tali da condizionare fortemente la qualità della vita.»
 
Nadia Clementi - n.clementi@ladigetto.it
 
Dr. Cristina Tomasi - cristinatomasi@ruatom.it -  www.cristinatomasi.com
Specialista in Medicina Interna - Angiologia
Master in Osteoporosi - Master in Osteoporose - Antiaging Medicine
Piazza Mazzini 18 - 39100 Bolzano - 0471 051130

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