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Verso la Collettiva «Guerre o Pace» – Di Daniela Larentis

L’esposizione sarà inaugurata a Trento mercoledì 21 marzo ore 18.00 a Palazzo Trentini, Sala Aurora – Resterà aperta al pubblico fino al 16 aprile 2018

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Alba Gonzales, Il sogno di Irenea, 2013, fusione a cera persa, cm. 43x37x33.
 
A Palazzo Trentini, Via G.Manci 27, Trento, mercoledì 21 marzo alle 18.00 verrà inaugurata un’esposizione dal titolo «Guerra o pace», una collettiva che resterà aperta al pubblico fino al 16 aprile 2018, tutti i giorni esclusa la domenica. Orari dal lunedì al venerdì 10-18, sabato 10-12.
I quindici artisti presenti attraverso le loro opere interpretano con la propria sensibilità il tema della pace e della guerra, le sofferenze, il sacrificio, la paura, la viltà, l’eroismo, la fratellanza, il tradimento, l’odio.
Sono artisti nati nel Novecento, tutti viventi, alcuni già protagonisti del nuovo secolo, non solo trentini ma provenienti anche da fuori regione, da Roma, Milano Vienna, Tokyo, fra loro molto diversi; uniti da reciproco rispetto e amore per l’arte condividono il pensiero che essa abbia un alto valore nella società.
 
In mostra si confrontano il cromatismo timbrico di Aldo Pancheri e Paolo Tomio; la raffinatezza estetica del giapponese Shuhei Matsyama e di Adalberto Borioli; la ricerca ironica di Barbara Cappello, la forma della struttura dell'austriaco Rudolph Haas, di Nicoletta Veronesi ed Elena Fia Fozzer; la forza espressiva di Lorenzo Menguzzato e Sergio Dangelo, separati da 35 anni d’età ma assieme in questa ricerca; la forza espressiva nel segno e nel colore di Pietro Verdini; la concretezza materica di Silvio Cattani.
E questo ci porta agli scultori: l’emergente raffinato Simone Turra, la lirica Alba Gonzales, il poetico e riflessivo Bruno Lucchi.
 

Aldo Pancheri - A ferro e fuoco, 2017 - Pastelli, pasta acrilica e timbri su tavola, - cm. 70x70.
 
L’evento, impreziosito da un esaustivo catalogo, è stato organizzatro dal Movimento Arte Timbrica, ideato da Aldo Pancheri, in collaborazione con il Centro d'Arte La Fonte, associazione fondata da Luigi Prati Marzari nel 1971, diretta da Waimer Perinelli.
L’associazione si è presentata nel 2013 a Palazzo Trentini con la mostra «Grande Arte di Caldonazzo», nella quale si sono ricordati sei pittori, Eugenio, Giulio Cesare e Romualdo Prati, Luigi Prati Marzari, Elio Ciola e Angelico Dallabrida e il poeta Giulio Maria Marchesoni, tutti originari del paese della Valsugana e operanti fra la fine del diciannovesimo e del ventesimo secolo.
Alcuni sono oggi presenti nelle collezioni del Mart e in evidenza sulla scena dell'arte nazionale con la quale hanno condiviso una parte del percorso che porta ai nostri contemporanei.
 
Ed è proprio il curatore Waimer Perinelli a chiarire in catalogo quale sia l’elemento che unisce gli artisti in mostra: «Sicuramente l’amicizia, l’affinità, l’intraprendenza, la voglia di confrontarsi, la ricerca di strade parallele e divergenti, per dirla in politichese, fatte da un comune impegno e da scelte tecniche e filosofiche che spesso, fortunatamente, divergono.
Infine, ma non da ultima, la reciproca stima con cui superano gli ostacoli di una società diffidente quando non ostile all’arte contemporanea. Li unisce la comune fede sulla vitalità dell’arte la cui scomparsa, annunciata dai concettuali, e fra questi il rivoluzionario Guglielmo Achille Cavellini, nella seconda metà del Novecento, non si è per fortuna verificata.
È solo cambiata. Un cambiamento che viene da lontano, dalla perdita del Centro, sostiene Hans Sedlmayr e questo vale tanto per i committenti quanto per i temi artistici e il rapporto reciproco fra le varie specie d’arte. Teoria sostenuta da Majakoswski che scrive «tutti i centri sono in frantumi; non esiste più un centro» e annunciata, tre secoli prima, come catastrofe da Blaise Pascal secondo il quale «abbandonare il centro significa abbandonare l’umanità […]. L’arte non è morta e questa mostra ne è la testimonianza».
 

Bruno Lucchi, Veglia, 2017 Semire e ossidi ad alta temperatura, cm. 51,5x51,5.
Paollo Tomio - Trittico La Strage degli innocenti - Il senso della morte - 2017 - acrilico su tela - cm. 80x80.
 
Ricorda nel suo intervento critico in catalogo Riccarda Turrina: «Ripudiare la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali è uno dei principi fondamentali della Costituzione della Repubblica Italiana e dello Statuto dell’Onu. Principio instabile, soprattutto là dove la pace è minata da situazioni di emarginazione sociale, oppressione politica, emergenza umanitaria.
«Sei ancora quello della pietra e della fionda, /uomo del mio tempo, scriveva Salvatore Quasimodo, per sottolineare come l’uomo, nel corso della storia abbia saputo solo perfezionare il proprio modo di combattere: con la sua scienza esatta persuasa allo sterminio ha annullato ogni forma di amore ed è rimasto senza Cristo
 
Abbiamo trovato il titolo della mostra particolarmente significativo.
Non è stato scelto di indicare «Guerra e pace» ma, al contrario, «Guerre o pace», come a voler sottolineare il bivio di fronte al quale si sono trovati uomini che hanno agognato una pace duratura, nell’immediato dopoguerra.
E un pensiero non può che andare all’Europa unita, quella di adesso, l’Unione Europea grazie alla quale molto di quello che per noi ora è scontato non molto tempo fa era ritenuto non raggiungibile: se ci avessero detto 77 anni fa che il sogno di Altiero Spinelli e di Ernesto Rossi - tradotto nel Manifesto di Ventotene - di costruire una forza sovranazionale europea si sarebbe avverato, forse non ci avremmo creduto.
Nel 1940 l’Europa era dilaniata da una guerra fratricida. L’Europa ha alle spalle 70 anni di pace ed il merito è anche di quegli uomini che hanno saputo immaginarla unita, assicurandole così un quieto vivere.
Una pace che oggi come oggi nel cuore dell’Europa esiste, nonostante le questioni complesse che la attanagliano, come la crisi europea dell'identità e i flussi migratori, tanto per citarne alcune.
Una pace preziosa in un mondo devastato dalle guerre.

Daniela Larentis – d.larentis@ladigetto.it

Pietro Verdini - Scena di guerra, 2010 - Pastello su tavola - cm. 150x120.

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